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Contrastare l’evasione fiscale, che in Italia è un fardello da oltre 100 miliardi annui, con strategie che incentivino l’uso di pagamenti tracciabili. È questa la strategia contenuta nella NaDef, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza pubblicata in queste ore che ha sostanzialmente confermato i rumors circolati nei giorni scorsi.

Cosa dice la NaDef sull’addio al contante

Per la verità, si tratta anche di una delle poche novità che troveremo poi nella ventura legge di bilancio, documento che, per oltre il 60%, si premura di trovare risorse per disinnescare i temuti aumenti dell’Iva. Ma, anche in presenza di altri sgravi e finanziamenti, farebbe comunque rumore, in un Paese come il nostro in cui storicamente si registra una certa tolleranza nei confronti di chi evade.

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Il bonus da 475 euro

La misura – che dovrà prima essere approvata – prevede un bonus del 19% per le spese effettuate con mezzi tracciabili e pagamenti digitali. Ma, attenzione, bisognerà prima soddisfare determinati requisiti: una spesa complessiva annua di almeno 2.500 euro fatta però all’interno di settori a elevato rischio di evasione fiscale. Se si rientra in questi due casi, si ha diritto a una detrazione del 19%. Ovvero 475 euro (il 19% di 2.500). Su una spesa unitaria da 2.500 è quasi come se non si pagasse l’Iva (che è al 22%).

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Quali acquisti riguarda

La condizione più “difficile” da soddisfare è però quella di fare rientrare l’acquisto tra le categorie maggiormente afflitte dal rischio evasione. Scordatevi quindi gli acquisti online o la spesa al supermercato: pagando con la carta non avrete accesso al bonus. Con ogni probabilità, riguarderà i lavori commissionati ai professionisti tra i quali, è noto, non c’è sempre propensione all’emissione di fattura e non sempre l’importo corrisponde a quanto effettivamente versato. Nella NaDef compare poi l’altra misura immaginata per contrastare l’evasione, ovvero un cashback tra il 2 e il 4% (percentuale ancora da definire). In questo caso è stata ipotizzata una restituzione su scala mensile o trimestrale degli importi pagati con la carta.

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Il macigno dell’evasione fiscale

Com’è noto, uno dei problemi cardine del nostro Paese, assieme alla burocrazia, alla corruzione e all’incertezza del diritto è l’evasione fiscale. Si stima che in numeri assoluti superi i 190 miliardi, il 23,2 per cento dell’evasione registrata in Europa. Secondo il neonato governo Conte bis, alle prese con la sua prima legge di bilancio, il rinnovato contrasto all’evasione dovrebbe permettere all’erario di recuperare circa 7,2 miliardi di euro (corrispondenti a 0,4 punti di Pil).