La startup lancia la nuova collezione A/I 2018-2019 di capi e accessori rigorosamente Made in Italy con lana e cashmere rigenerati
«Un modello per dare nuova vita a vestiti che le persone considerano un rifiuto da buttare o da nascondere nel proprio armadio»: è l’economia circolare applicata alla moda secondo Niccolò Cipriani, founder di Rifò, startup che permette di rigenerare tessuti usati mantenendo alta la qualità del prodotto finale.
Rifò Sustainable Wear Project è in grado di trasformare scampoli di tessuto in nuovi indumenti che conservano le stesse qualità dei prodotti originali. Grazie a questo innovativo metodo si dona una nuova vita alle rimanenze delle lavorazioni, riducendo del 90% l’uso di acqua, del 77% quello di energia, del 90% l’uso di prodotti chimici, del 95% le emissioni di CO2 e del 100% l’uso di coloranti rispetto a un capo nuovo. «Rifò nasce da una mia esperienza personale. Ero in Vietnam per il mio lavoro precedente, e mi sono accorto che là si produce tantissimo, ma di quello che si produce molto non viene venduto. Le strade di Hanoi sono piene di questi negozi “Made in Vietnam” che vendono tutti capi di abbigliamento prodotti in loco, esportati in Occidente, non venduti in Europa e rispediti in Vietnam per non abbassare i prezzi del mercato occidentale. Ma se non sono venduti vengono portati nell’inceneritore o nelle discariche. Quindi Rifò nasce per riprendere queste risorse che abbiamo già usato e le riutilizziamo, con l’obiettivo di proporre un modello etico, sostenibile e alternativo a quelli classici dell’industria della moda» spiega Cipriani.
Com’è nata Rifò
Fondata nel dicembre 2017 da Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi, entrambi pratesi, la startup, che aveva già raccolto un finanziamento iniziale grazie al crowdfunding, si prepara a lanciare il brand e la collezione A/I 2018/2019 dopo aver partecipato alla terza edizione del programma di accelerazione Hubble, promosso da Fondazione CR Firenze e realizzato da Nana Bianca con Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione dell’Università degli Studi di Firenze.
Come funziona
Un approccio eco-friendly, quello di Rifò, che crea i suoi capi grazie alle rimanenze delle lavorazioni del cotone, ma anche attraverso il recupero di vecchi indumenti da cui provengono le fibre di lana e cashmere. «Facciamo cashmere al 100%. Raccogliamo questi indumenti tramite associazioni e aziende che fanno questa raccolta dagli Stati Uniti, dal Nord Europa e a breve cominceremo anche online. Vengono selezionati per colore, qualità, quindi vengono tolte tutte le cerniere e le guarnizioni. Dopo vengono trinciati, sfilacciati, riportati allo stato di fibra, e a quel punto rifacciamo il filato, fino al prodotto finale. È un processo meccanico, non sprechiamo nulla: ad esempio ricaviamo la tonalità bordeaux da vecchi capi di quel colore, non tingiamo nulla. È questa la bellezza del processo».
I vantaggi e il sociale
Rifò produce capi di qualità a prezzo accessibile perché, come spiega Niccolò, «i prodotti di cashmere costano almeno la metà rispetto ad un capo vergine, quindi hanno un vantaggio di prezzo. La qualità è la stessa, è morbidissimo come un capo di qualità vergine. In più chi lo compra è consapevole che c’è stato dietro un processo sostenibile ma anche artigianale, perché è fatto tutto a Prato nel raggio di 30 km». Tutti i nuovi capi, infatti, oltre ad essere orgogliosamente “Made in Italy” e realizzati integralmente nel distretto tessile di Prato, sono prodotti con il metodo artigianale a “calata”, una speciale tipologia di produzione che garantisce risultati di pregio e minimo scarto di materiale, poiché permette di cucire i capi senza alcun genere di taglio.
Rifò è anche un progetto sociale: «All’inizio della nostra esperienza volevamo collegare la produzione al territorio. Per questo abbiamo creato 2LovePrato: ogni 2 euro di acquisto online vanno a una delle 23 associazioni che lavorano sul territorio per progetti diversi. Quando la persona acquista sceglie quale progetto finanziare. Al momento siamo alla terza fase, perché con la prima collezione invernale e la collezione estiva abbiamo finanziato le prime due fasi di ogni progetto».
La collezione A/I 2018-2019 e i progetti futuri
Da questa combinazione virtuosa, che mescola sapientemente artigianalità e tecnologia, a cui si aggiungono la creatività e una particolare attenzione all’ambiente e alle risorse naturali, nascono i cappelli, i guanti, le sciarpe, i poncho e le coperte della nuova collezione Rifò Autunno-Inverno 2018 – 2019, ispirata ai più grandi protagonisti del cinema italiano. La nuova collezione è disponibile dal 22 ottobre online sul sito web, e dall’ 8 novembre sarà distribuita nei negozi selezionati. Per il futuro Rifò ha progetti ambiziosi: «Il prossimo anno vogliamo aprire un nostro negozio, possibilmente a Milano. Vogliamo poi allargare il sistema di raccolta anche ad altri paesi e una volta che è stato testato in Italia, ed infine focalizzarci sulla raccolta di questi indumenti, per ripararli quando possibile e, eventualmente, riciclarli».