Ci sono videogame Indie davvero particolari. A Frog’s Job rientra a pieno titolo nella categoria, se pensate che vi mette nei panni (sotto il nero mantello) della Morte. Ma non di una Morte qualsiasi, bensì della traghettatrice delle anime dei rospi, il cui scopo, è, appunto, girovagare saltellando qua e là alla ricerca degli spiriti delle ranocchie passate a miglior vita. Folle, vero? Del resto, cos’altro attendersi da una software house che si chiama 9Ratones e che ha, nel proprio logo, nove grossi topi?
A Frog’s Job, la morte ti fa saltellante
La morte è un tema ricorrente nei prodotti delle startup del videoludo. E sempre più videogiochi Indie la individuano quale protagonista delle proprie avventure: pensiamo per esempio a Felix The Reaper o a Chef’s Tail, in cui si impersonava il cuoco delle anime dannate.
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Mai avevamo però impersonato una rana. Che, a essere onesti, più che il Tristo Mietitore pare un ninja. A dispetto del contesto, comunque, A Frog’s Job è un platform 2D (in un mondo con elementi 3D) piuttosto canonico.
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Scopo del gioco è agguantare le anime sparse per quadri piuttosto contenuti, pensati per mettere alla prova riflessi e capacità oculo-manuali.
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Il nostro alter ego, essendo l’impersonificazione anfibia della Morte, dispone di un paio di poteri sovrannaturali, tra cui congelare brevemente il tempo e creare delle piattaforme piuttosto fragili ma comunque di indubbia utilità.
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A Frog’s Job, per fortuna non annoia a morte
Combinando questi due poteri è possibile superare incolumi nemici e spuntoni, che sono poi le principali insidie presenti nei livelli sviluppati da 9Ratones. Abbiamo per le mani un prodotto budget, estremamente limitato, che probabilmente si sposa più con la libreria dei giochi mobile che non coi prodotti, un po’ più complessi, presenti sugli store delle nostre console, ma al netto dei limiti fin qui citati A Frog’s Job è comunque un platform vecchia scuola immediato e sfidante.
