Ogni discorso può avere quattro finalità fondamentali: intrattenere, informare, convincere e motivare all’azione. Spesso chi parla è convinto di utilizzare un tipo di comunicazione volta a “motivare” mentre, invece, sta esprimendo messaggi utili per “informare”. Questione di tono, certo, ma non solo. Conta il contenuto: contestualizzare le indicazioni che forniamo aiuta a caricarle di senso, e le rende più digeribili. Tutta un’altra musica.
Un esempio pratico, tratto dall’esperienza. Spesso, come manager, troviamo in squadra profili estremamente qualificati e ricchi di esperienze pregresse: felici di collaborare con una nuova realtà, hanno nondimeno una storia professionale di peso.
Gestire queste persone può non essere facile senza fare ricorso all’empatia: figure senior probabilmente non hanno bisogno di sentirsi dire “come fare le cose” – la loro expertise le rende perfettamente autonome -: l’aspetto su cui puntare è, piuttosto, quello motivazionale, mostrare, cioè, perché il loro contributo è necessario, e in che modo il loro lavoro si inserisce in un disegno più complesso.
Se riusciremo a calarci nei panni di chi, legittimamente, aspira a una crescita e a capirne il sentimento, riusciremo a coinvolgere tutti in maniera veramente efficace.
E tu, sei sicuro di conoscere la differenza tra i quattro stili di comunicazione?
Nel book allegato potrai scoprire come distinguerli e scegliere quello più adatto ad ogni situazione.