Non parliamo poi delle complicazioni nel raccogliere dati sulle performance dei contenuti, disaggregati come sono sui diversi canali. Il 40% degli interpellati ha spiegato che fa fatica a comprendere quali sono i contenuti preferiti dagli utenti (e quindi quelli che convertono di più) e, di conseguenza, a crearne di nuovi che siano perfettamente allineati agli interessi rilevati (39%).
C’è da dire però che c’è sempre maggiore consapevolezza da parte delle aziende sull’importanza del contenuto come via per creare relazioni bidirezionali con i propri utenti, ma anche con i propri collaboratori interni ed esterni.
Per quanto l’area dove sono maggiormente utilizzati sia il Marketing (67% Digital Marketing, 58% Social Media, 56% Content Marketing etc.), i contenuti sono trasversali a tutti i reparti. Comportano però una spesa economica, sia in termini di tempo sia di risorse umane impiegate (almeno il 7,3% del budget di Marketing) e questo perché la gestione degli stessi non è “intelligente”, ovvero non è ottimizzata.
Senza questa condizione, non è possibile raggiungere le priorità decisive che le aziende intervistate si sono prefissate per i prossimi 12 mesi:
Dalla ricerca di Forrester, che prende in oggetto le aziende top player europee, si evince che le modalità per gestire i contenuti in maniera efficiente sono due:
Significa avere un’unica fonte di verità, ovvero un’unica piattaforma su cui caricare e distribuire i contenuti evitando così le duplicazioni e le ridondanze. E allo stesso tempo avere una dashboard dove i dati sulle performance dei contenuti si presentano in maniera aggregata.
Con il termine si indica la capacità dell’Intelligenza Artificiale di estrarre dai contenuti le loro caratteristiche salienti e di associarle agli utenti che ne fruiscono, individuando così le loro preferenze. Con questa acquisizione in tempo reale di insight, è possibile migliorare la comunicazione e renderla aderente agli interessi di ciascun cliente.
Per questo bisogna andare a monte della gestione dei contenuti. Secondo l’indagine, il 40% manca di tecnologie e processi approvativi coordinati. Già dalla creazione del materiale, si prendono strade diverse e i vari step legati al suo ciclo di vita sono frammentati su più piattaforme.
Oltre il 20% delle aziende coinvolte nella ricerca – definite per questo “early adopter” (e.a.) – ha già abbracciato la distribuzione centralizzata e la Content Intelligence e molte altre sono in previsione di farlo. E questo perché è provato che i risultati sono davvero vantaggiosi: le aspettative vengono superate del 10% dei casi nel confronto tra early adopter (benefici effettivi) e obiettivi in previsione.
E parliamo di traguardi importanti come una migliore customer experience, una maggiore capacità di automatizzare la personalizzazione dei contenuti, team creativi più efficienti e riduzione delle spese grazie a una gestione ottimizzata. Benefici a 360° in pratica.
Questo non vale solo in termini di organizzazione e brand consistency, ma soprattutto a livello di business. Con queste due modalità implementate nelle proprie strategie si ottengono: