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Quanto è vicina la scuola al mondo dell’impresa? Se si guarda ai dati le due realtà sembrano pianeti lontani uno dall’altro. Il rapporto sussidiarietà ed educazione per esempio evidenzia che alla domanda: “La scuola è adeguata alle esigenze dei giovani e della società per le imprese?” Le aziende rispondono di essere insoddisfatte nell’80,2% dei casi.

Il dato è anche confermato dalle risposte alla domanda sulla soddisfazione delle aziende rispetto alla preparazione che la scuola può dare per l’inserimento lavorativo: 6 aziende su 10 non soddisfatte. Alla scuola è demandato il compito importantissimo di educare i ragazzi mentre viene lasciato a mentori o agli stessi datori di lavoro nella fase del tirocinio il compito di mostrare ai giovani che cosa voglia dire confrontarsi con il mercato.

 

Per colmare questo gap è nato un programma in collaborazione con Junior Achievement Italia e Gruppo Mediobanca. Si chiama Crescere che Impresa! e nell’anno scolastico 2019/2020 ha coinvolto circa 18 mila ragazzi delle scuole medie avvicinandoli ai concetti di gestione del risparmio e investimento per permettere loro di apprendere alcune basi degli studi economici che spesso vengono date per scontate. L’obiettivo del programma è far sperimentare ai ragazzi le dinamiche dell’economia, assumendo il punto di vista degli imprenditori e scoprendo le potenzialità delle tecnologie e del digitale per diventare consumatori consapevoli.

Proprio per questo il programma permette anche, attraverso attività pratiche, di comprendere l’importanza di sviluppare soft skills come imparare a prendere l’iniziativa, essere responsabili e lavorare in team. Quello appena concluso è stato il secondo anno di attività del progetto. Il programma prevede 4 lezioni di 2 ore ciascuna, tenute da un docente della scuola, in alcuni casi, affiancato da un professionista volontario, entrambi formati da JA e con il supporto di un kit didattico digitale. Naturalmente, a causa del lockdown il progetto ha subito qualche cambiamento, ma non si è fermato.

 

Ne abbiamo parlato in diretta in un incontro con Miriam Cresta, CEO di JA Italia che ci ha mostrato come Crescere che Impresa! sia potuto andare avanti anche in una situazione di emergenza. In questo caso un ruolo essenziale lo hanno avuto le famiglie con le Family Activities.

“Per la prima volta avevamo deciso di coinvolgere le famiglie nel programma e hanno avuto un ruolo essenziale. Durante il lockdown le famiglie si sono dovute riorganizzare, è diventato prioritario inventare un nuovo modo di vivere e creare nuove routine. Le Family Activites all’interno del programma Crescere che Impresa! sono proprio pensate per lavorare congiuntamente con i ragazzi, costruendo momenti di condivisione strutturata attraverso giochi e laboratori pensati anche per ragazzi e bambini di età diverse tra loro che possono scoprire la ricchezza che emerge dal confronto”.

 


 

Un momento di inclusione per tanti ragazzi

Queste attività sono diventate anche un importante momento di inclusione soprattutto per tanti ragazzi che avevano difficoltà ad accedere alla didattica online. Il rischio in questi mesi è stato anche quello che molti studenti potessero essere esclusi dalle attività sentendosi di conseguenza soli.  “L’approccio esperienziale è sempre uno dei nostri focus, perché stimola i ragazzi che approcciano le sfide con maggiore entusiasmo e li invoglia a proseguire nel proprio percorso formativo”, ha spiegato Miriam Cresta “In questa situazione abbiamo voluto fare un passo in più, sostenendo le famiglie e fornendo loro gli strumenti per aiutare i più piccoli a comprendere e affrontare la situazione attuale”.  L’obiettivo delle Family Activities era proprio quello di  fornire ai genitori un’occasione per lavorare insieme ai propri figli coinvolgendoli in attività ludiche ma che guardano a problemi reali. “I genitori impiegano molte risorse per preparare i figli a una vita ricca di opportunità – continua Cresta – ma spesso sottovalutano l’importanza dell’educazione imprenditoriale e finanziaria, sebbene siano competenze che i bambini sono in grado di sviluppare già all’età di 3 anni. Non è necessario essere esperti di finanza ed economia per insegnare le nozioni di base sulla gestione del denaro e sulle opportunità imprenditoriali. Ma occorre prestare attenzione a come ci si comporta nella quotidianità, perché i figli apprendono dai nostri atteggiamenti.”

 

Fondamentale anche quest’anno è stato il ruolo dei Dream Coach, volontari d’azienda che scelgono di condividere competenze ed esperienze lavorative con gli studenti rendendo i contenuti delle lezioni più concreti e coinvolgenti. Sono loro a diventare dei veri e propri mentor per i ragazzi.

 

“In un momento come quello che abbiamo passato è stato importante aiutare i ragazzi ad uscire dalla monotonia quotidiana rivolgendo uno sguardo al loro futuro e scoprendo abilità, competenze e vocazioni professionali – ci ha spiegato Cresta – l’educazione imprenditoriale e l’alfabetizzazione finanziaria diventano sempre più importanti, perché forniscono loro quegli strumenti per comprendere il contesto nel quale sono immersi e trasferiscono competenze trasversali utili per iniziare a pensare ed affrontare il proprio percorso scolastico e lavorativo”.

 

Alla base una solida conoscenza del potenziale del digitale

 

Un’attività come quella di Crescere che Impresa!  non si è fermata anche in questo strano quadrimestre 2020 perché ha potuto contare su una forte consapevolezza dell’utilità degli strumenti digitali: ”Come sempre tutte le situazioni, anche le più negative, ci permettono di imparare qualcosa e di cogliere anche degli spunti positivi. Abbiamo avuto la possibilità di apprezzare le potenzialità della didattica a distanza e credo ci possano essere enormi opportunità anche in termini di condivisione e contaminazione di idee anche in futuro. Si potrebbero creare aule virtuali unendo studenti di più città e paesi diversi proponendo lezioni condivise in lingua inglese, per esempio. D’altro canto, abbiamo avuto conferma che la tecnologia senza il contributo dell’uomo rimane sterile.  La differenza, anche nella didattica digitale, è fatta non dallo strumento ma dalla persona che lo gestisce. Al di là della connessione dobbiamo far partire prima di tutto la connessione umana che è l’unico vero motore dell’apprendimento”.

immagine progetto adattata

Perché in Italia serve un programma come Crescere che Impresa!

 

Secondo lo studio Standard&Poor’s sulle conoscenze degli over 15 in 140 paesi, l’Italia ha uno dei livelli più bassi di alfabetizzazione finanziaria in Europa e tra i Paesi industrializzati dell’OCSE. Con Crescere che impresa! gli studenti sperimentano le dinamiche e le evoluzioni dell’economia, assumendo il punto di vista degli imprenditori e scoprendo le potenzialità delle tecnologie e del digitale. Utilizzando la metodologia didattica esperienziale, che prevede principalmente attività di gruppo e interattive, gli studenti imparano a conoscere la figura dell’imprenditore e le sue caratteristiche peculiari; apprendono l’importanza di valorizzare e finanziare un’idea o un progetto; si avvicinano al mondo dell’economia digitale e globale; scoprono le modalità di acquisto utilizzate nella vita di tutti i giorni e ne analizzano vantaggi e svantaggi, imparando a diventare “consumatori consapevoli”.

 

Il programma accompagna, inoltre, gli studenti a una conoscenza migliore di sé e del proprio futuro professionale, offrendo utili strumenti per scoprire abilità, competenze e vocazioni e per esplorare le opportunità dei settori lavorativi e delle professioni emergenti.