Il mercato cresce allo stesso ritmo di Inghilterra, Germania e Francia, che nel complesso però hanno un giro di affari molto superiore. A trainare le vendite sono i prodotti per la sicurezza e gli smart speaker, con l’intelligenza artificiale sempre più importante per lo sviluppo del comparto
La volontà è contare su una casa smart, non solo in termini di sicurezza, perché l’interesse si concentra anche sull’intrattenimento e su prodotti utili per ridurre i consumi e semplificare la vita domestica. Questa è in estrema sintesi la fotografia del rapporto tra gli italiani e la smart home, scattata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che nel convegno “Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa” ha delineato la crescita di un mercato ancora agli albori rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale.
Quanto pesa la casa intelligente in Italia?
Se ne facciamo una questione di ritmo di crescita, l’Italia procede spedita al pari di Regno Unito, Germania e Francia, paesi che però in termini complessivi sono molto distanti, come dimostra sia il valore assoluto, sia la spesa pro capite. Al di là dei 16,7 miliardi di euro con un investimento a persona di 51 euro degli Stati Uniti, imparagonabili per dimensioni e tempi di diffusione del trend con i singoli mercati del Vecchio Continente, con un giro di affari di 2,5 miliardi di euro Regno Unito e Germania dominano la scena europea, anche se gli inglesi spendono leggermente di più rispetto ai teutonici (37,6 contro 30,2 euro cadauno). Al terzo posto c’è la Francia, con un mercato da 1,1 miliardo di euro (e spesa media di 16,4 euro), equivalente al doppio del valore italiano, pari a 530 milioni (dopo di noi c’è la Spagna, che vale 420 milioni di euro).
Cosa comprano gli italiani
La cifra rappresenta un incremento del 40% rispetto al 2018, con il 68% degli italiani che ha iniziato a famigliarizzare con il concetto di casa intelligente (e il termine domotica) e il 40% che ha già acquistato almeno un oggetto smart, con videocamere di sorveglianza, sensori per porte e finestre e smart speaker a trainare il gruppo, che annovera pure videocitofoni serrature, soluzioni per il riscaldamento, assistenti vocali, lampadine, grandi elettrodomestici e caldaie. Ammonta a 150 milioni di euro la spesa complessiva per le soluzioni per la sicurezza dell’abitazione (+15% sui dodici mesi precedenti), mentre 95 sono i milioni di euro sborsati per gli home speaker, il segmento che registra l’aumento più netto (+58%). Sale a 85 milioni di euro il volume degli elettrodomestici, di cui si apprezzano sempre di più le funzionalità smart (il 35% li acquista anche e soprattutto per tale motivo). Una crescita significativa è pure quella relativa ai consumatori in grado di installare in autonomia i prodotti smart (+10% sul 2018), mentre dall’altro lato le motivazioni che rallentano l’uso e l’acquisto degli oggetti connessi sono la complessità (18%) e la mancata percezione dei benefici (10%), scenario quest’ultimo su cui le aziende devono lavorare, anche perché continua a crescere il numero delle imprese che puntano sulla produzione di oggetti e servizi per la Smart Home. La loro azione è rivolta su diversi versanti: dal pronto intervento delle società di vigilanza al riordino automatico di prodotti le cui scorte sono andate esaurite, ma pure forme di assistenza più ampie ed efficaci per gli anziani e il supporto per ridurre i consumi energetici.
L’importanza dell’Intelligenza Artificiale
Un elemento predominante che favorisce lo sviluppo dell’ecosistema Smart Home è l’Intelligenza Artificiale, cruciale per abilitare nuove funzionalità e relativi servizi. Gli esempi sono molti, perché si passa dalla comprensione del linguaggio degli smart speaker alla regolazione dell’ambientazione luminosa, sonora e delle temperatura in relazione alle abitudine delle persone e alle condizioni climatiche, senza dimenticare gli algoritmi per il riconoscimento facciale che incrementa l’efficacia delle telecamere di sorveglianza. In un quadro ricco di risvolti positivi, tuttavia, non mancano limiti che proprio i produttori sono chiamati a superare. “La Smart Home è sempre più nota ai consumatori italiani ma sono però ancora pochi i consumatori che si dichiarano interessati ad acquistare prodotti nel 2020”, afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things. “Per aumentare le vendite occorre migliorare i servizi di installazione e formare adeguatamente il personale dei negozi per aiutare i consumatori in cerca di informazioni e consigli. È necessario poi lavorare sull’esperienza utente, sulla comunicazione dei benefici e rassicurare i consumatori sull’utilizzo dei dati raccolti”.