Le case ospiteranno medici e infermieri in isolamento volontario per tutelare le loro famiglie
Con il turismo ridotto ai minimi termini, alberghi e seconde case tristemente e desolatamente vuoti, gli appartamenti della rete di Airbnb possono rivelarsi molto utili non solo agli operatori sanitari che si sono dovuti trasferire da una regione all’altra in modo da raggiungere i fronti caldi della lotta al Coronavirus, ma anche a coloro che, per tutelare i propri famigliari, è bene che vivano in isolamento.
L’iniziativa di Airbnb
Airbnb ha infatti scelto di allargare il raggio di azione della propria iniziativa per medici e infermieri. Inizialmente pensata per accogliere il personale ospedaliero in cerca di un alloggio temporaneo in una nuova città per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, consentirà ora anche a chi presta servizio nella sua consueta sede di lavoro di trasferirsi momentaneamente per tutelare i propri cari. Le domande possono essere presentate sul sito.
© Ministero della Salute
“Da quando abbiamo aperto il programma, abbiamo assistito a una vera e propria gara di solidarietà da parte degli host”, ha spiegato Giacomo Trovato, Country Manager Manager di Airbnb Italia. “Moltissimi i suggerimenti che abbiamo ricevuto da tutta la società civile: nonostante avessimo previsto un rimborso spese per i partecipanti, molti host ci hanno chiesto di poter rendere la propria casa disponibile gratuitamente. Alcuni enti si sono offerti di sostenere in prima persona le spese di alloggio per il personale medico da reclutare”.
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I fondi a supporto di host e superhost
Il ceo Brian Chesky a inizio settimana ha annunciato due fondi, a livello internazionale, rispettivamente di 250 milioni di dollari per gli host che hanno risentito delle cancellazioni e di 10 milioni di dollari, per i superhost e gli host di esperienze che sono in difficoltà nel pagare l’affitto o il mutuo. Il programma Airbnb per medici e infermieri è stato aperto due settimane fa. Da allora sono circa 3.000 le case che gli host hanno scelto di rendere disponibili al personale ospedaliero. Gli host di ogni regione hanno contribuito all’iniziativa con un’importante mobilitazione da parte di Toscana (13% degli alloggi totali), Lazio (10%), Piemonte (10%) e soprattutto Lombardia, dove è concentrata la maggior parte dell’offerta (23%). Per quanto riguarda invece il personale sanitario, sono le 700 richieste pervenute.