Il modello statistico realizzato da ricercatori della Northeastern University di Boston dimostra che la diffusione nel Vecchio e nel Nuovo continente è avvenuta su binari paralleli
Ricordate la mappa della CNN che per qualche tempo ci indicò come fonte del contagio globale? Ecco, che fosse sbagliata – e insultante – già lo sapevamo, ma ora sono gli stessi americani a riconoscerlo. Secondo uno studio della Northeastern University di Boston, infatti, il Coronavirus era sul suolo statunitense già a febbraio, quindi l’epidemia americana sarebbe avvenuta in contemporanea con la diffusione del Covid anche nel Vecchio continente.
La contestata grafica mandata in onda dall’emittente statunitense CNN
Cosa dice lo studio sull’arrivo del Covid negli USA
“Pensiamo che ci sia stata una diffusa trasmissione di SARS-CoV-2 nel febbraio 2020”, si legge nel rapporto preparato dal team di ricercatori e pubblicato sul server MedRxiv. “I nostri risultati indicano che molti Stati sono stati contaminati da fonti interne piuttosto che internazionali”, prosegue il rapporto: “Per gran parte degli Stati continentali il principale contributo di infezioni importate è arrivato attraverso i flussi di viaggi interni”.
Gli USA hanno imposto restrizioni ai viaggi dalla Cina il 31 gennaio ma, secondo il modello dei ricercatori statunitensi, questa misura sarebbe arrivata comunque troppo tardi. “Le importazioni [del virus, ndr] dalla Cina continentale possono essere state rilevanti nel seminare l’epidemia a gennaio, ma dopo hanno svolto un piccolo ruolo nell’espansione del COVID-19 negli Usa”. Quanto alla diffusione interna ai 50 Stati americani, il modello indica che le “fonti interne hanno contribuito per l’85% dell’introduzione del virus in Nebraska, l’86% in Nuovo Messico e in Arkansas e il 95% in North Dakota.
Insomma, il Coronavirus potrebbe essere stato importato dalla Cina e da altri Paesi, ma una volta entrato nel territorio americano gran parte della sua diffusione è avvenuta tra Stato e Stato. Salvo che non si retrodati l’arrivo del Covid-19 in Italia (gli ultimi studi suggerirebbero che il paziente zero in Europa fosse tedesco o quanto meno arrivasse dalla Germania), il modello statistico realizzato da ricercatori della Northeastern University di Boston dimostrerebbe che la diffusione nel Vecchio e nel Nuovo continente sarebbe avvenuta su binari paralleli e questo scagionerebbe il nostro Paese dall’ingrato e ingiusto ruolo di untore.
Negli USA epidemia ancora senza controllo
Intanto, i nuovi casi di Coronavirus negli Stati Uniti nelle ultime 24 permangono stabili: dopo i 60mila dell’altroieri, ne sono stati contati altri 55mila. È quanto emerge dai dati della John Hopkins University che parla di 3.051.427 contagi e 132.195 morti.