Ritratto del primo ministro dei Paesi Bassi, il Dottor “StraRigore”. Passato in una multinazionale, governa da dieci anni
Un tempo il campione degli euroscettici era il paladino di Brexit Nigel Farage. Nel 2020 il suo successore è senz’altro meno istrionico e calpesta il terreno della politica europea da politico navigato. Mark Rutte, primo ministro olandese dal 14 ottobre 2010, sta per spegnere le candeline di un decennio passato alla guida dei Paesi Bassi, stato membro che molti osservatori hanno già indicato come il nuovo guastafeste tra i Ventisette. Pugno di ferro sulle questioni economiche (soprattutto se riguardano gli spreconi dell’Europa mediterranea), Rutte è stato al centro dello scontro politico del week end appena chiusosi a Bruxelles, dove primi ministri e capi di Stato si sono riuniti per trovare un accordo sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro. Un piano monstre necessario alla luce dei disastri provocati dalla pandemia e dal lockdown.
Mark Rutte: da Unilever al Governo
Nato a L’Aia il giorno di San Valentino del 1967, Mark Rutte si è subito innamorato della politica, vivendo dentro l’associazione giovanile del partito popolare olandese. La sua carriera professionale è iniziata dentro la multinazionale Unilever come manager per Calvé dal 1997; cinque anni dopo è diventato responsabile delle risorse umane di GLOMora Group BV, società controllata sempre da Unilever. Stando al curriculum disponibile sul sito del governo olandese, è proprio nel 2002 che avviene la svolta e il colpo di fulmine definitivo con gli affari pubblici.
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’omologo olandese Mark Rutte
Durante i governi di Jan Peter Balkenende ha ricoperto il ruolo di Segretario di Stato militando nel VVD, il partito popolare olandese. Incarico dopo incarico fino al 2010, quando si è seduto sulla poltrona di primo ministro, avviando un decennio rigorista a fianco dell’alleata Angela Merkel. Dieci anni dopo, nell’estate in cui l’Unione Europea e il mondo fanno i conti con la pandemia, Mark Rutte ha perso quella sintonia con la Cancelliera, giunta ormai al termine della carriera politica (almeno in Germania). Per l’olandese, invece, la politica è fatta ancora di elezioni e lo sfidante Geert Wilders – leader del partito per la Libertà, che lo aveva già costretto alle dimissioni nel 2012 – è pronto a fargli lo sgambetto definitivo in patria. Nel marzo del 2021 i Paesi Bassi vanno alle urne. E, purtroppo per l’UE, Rutte non vuole arrivarci come il rigorista che ha ceduto alla solidarietà.