Un evento storico per il settore tech. Riguarda miliardi di persone in tutto il mondo
Non ci sono precedenti di una simile audizione. Al Congresso la giornata di oggi sarebbe ancora più impressionante se i quattro CEO più potenti dell’universo Tech percorressero davvero le stanze del Campidoglio per presentarsi in carne e ossa di fronte alla House Committee on the Jucidiary e pronunciare la propria difesa di fronte alle accuse di accentramento di potere, distruzione di ogni tipo di concorrenza e altre questioni di primaria importanza.
A che ore parlano i CEO
Invece oggi, dalle 18 (ora italiana), l’audizione di Jeff Bezos (CEO di Amazon), Tim Cook (CEO di Apple), Sundar Pichai (CEO di Alphabet, leggi Google) e Mark Zuckerberg (CEO di Facebook) avverrà in videoconferenza. In attesa di sentire le parole dei quattro amministratori delegati ecco l’ipotetica difesa che si è immaginata la stampa di settore negli Stati Uniti.
Jeff Bezos
Per il fondatore di Amazon è come un battesimo. L’uomo che ha rivoluzionato definitivamente il mondo del commercio (sia online, sia offline) testimonierà per la prima volta al Congresso. Per quanto possa suonare incredibile, il gigante dell’ecommerce sembrerebbe intenzionato a basare la propria difesa sostenendo le dimensioni ridotte della propria attività. Come si legge su Tech Crunch, una percentuale che potrebbe essere citata è quella dell’1%, ovvero la fetta che Amazon è convinta di aver in un mercato globale del commercio da 25 trilioni di dollari.
Politico ha pubblicato le dichiarazioni di apertura dei quattro CEO. Stando a quanto leggiamo sul sito, Bezos ha intenzione di avviare la difesa parlando della propria famiglia e di come Amazon sia nata da startup, con un primo capitale assicurato dalla famiglia di Jeff. «La fiducia del cliente è difficile da conquistare e facile da perdere», dirà il fondatore. Il suo intervento ribadirà poi i numeri giganteschi macinati dalla multinazionale: 270 miliardi di dollari investiti negli Stati Uniti nell’ultimo decennio e la creazione di 700mila posti di lavoro indiretti negli USA. Durante i mesi più difficili della pandemia, l’azienda ha assunto 175mila persone, tra le quali anche molte che avevano perso il lavoro o erano state lasciate temporaneamente a casa per via del lockdown.
Tim Cook
Il CEO di Apple, successore dell’iconico e geniale Steve Jobs, affronterà il Congresso dovendosi difendere per quanto riguarda la posizione dominante nel mondo app. La multinazionale di Cupertino, California, è già oggetto di indagini antitrust e le accuse che le saranno mosse riguardano soprattutto i costi per abitare l’App Store. Da parte sua, Tim Cook seguirà lo stesso concetto di Jeff Bezos, parlando di investimenti e posti di lavoro creati. «Apple è un’azienda unicamente americana e il suo successo sarebbe stato possibile soltanto in questo paese», leggiamo nelle dichiarazioni di apertura già pubblicate.
«Il mercato degli smartphone è ferocemente competitivo e aziende come Samsung, LG, Huawei e Google hanno costruito aziende di smartphone di grande successo che offrono approcci diversi. Apple non ha una quota di mercato dominante in nessun mercato in cui operiamo». L’App Store sarà uno dei temi chiave: una piazza digitale dove, stando a Cook, sono soltanto 60 le app sviluppate da Apple su un’universo di 1,7 milioni di applicazioni.
Sundar Pichai
Il CEO di Alphabet parlerà di Google, il motore di ricerca più potente al mondo. Questa posizione dominante agli occhi di molti verrà commentata da Sundar Pichai con i numeri della multinazionale: 125mila dipendenti in tutto il mondo (75mila dei quali negli Stati Uniti); soltanto nel 2018 Montain View ha investito 20 miliardi di dollari negli USA, cifra che ha posizionato Google nella top 5 dei principali investitori a stelle e strisce degli ultimi tre anni.
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«Ogni anno siamo tra i maggiori investitori mondiali in ricerca e sviluppo – dirà Pichai – Alla fine del 2019, la nostra spesa in questo ambito è cresciuta di quasi 10 volte rispetto a dieci anni fa, passando da 2,8 miliardi di dollari a 26 miliardi di dollari». Nonostante questo la difesa di Google rigetterà l’idea che il motore di ricerca non abbia concorrenti sul mercato. «Google opera in mercati globali altamente competitivi e dinamici, in cui i prezzi sono gratuiti o in calo e i prodotti in costante miglioramento. Il panorama competitivo di oggi non assomiglia per niente a quello di 5 anni fa, figuriamoci 21 anni fa, quando Google ha lanciato il suo primo prodotto».
Mark Zuckerberg
Leggendo le dichiarazioni d’apertura su Politico, quella del CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, è l’unica che non parte da una vicenda personale legata alla propria infanzia. La multinazionale che parla a qualche miliardo di persone ogni giorno si difenderà presentando un mercato fortemente competitivo come quello dei social network, dove le sfide riguardano piattaforme in forte crescita. Forse non si citerà espressamente il caso TikTok, ma Zuckerberg parlerà di Cina.
«La Cina sta costruendo una propria versione di internet incentrata su idee molto diverse, ed esporta la sua visione in altri paesi». Sulla posizione dominante dei colossi tech, il CEO di Facebook presenterà infine questa riflessione: «Capisco che la gente si preoccupi delle dimensioni e del potere percepito delle aziende tecnologiche. In definitiva, credo che le aziende non dovrebbero esprimere così tanti giudizi su questioni importanti come i contenuti dannosi, la privacy e la trasparenza durante le elezioni. Ecco perché ho chiesto un ruolo più attivo per i governi e le autorità di regolamentazione e regole aggiornate per internet».