Le dichiarazioni del ministro Speranza: integrazione del contact tarcing nazionale con un supporto telefonico e partita affidata al commissario straordinario
Il call center dedicato (anche) a Immuni partirà presto. Istituito dal decreto legge Ristori (il n. 137/2020 approvato lo scorso 28 ottobre), stabilisce infatti – oltre alle diverse percentuali dei sostegni economici destinate alle attività colpite dalle più recenti restrizioni e altri sussidi per famiglie e imprese – anche la creazione di un punto di riferimento telefonico al quale chi riceve una notifica dall’applicazione di contact tracing potrà rivolgersi per avere istruzioni e chiarimenti su cosa fare. Per non essere lasciato solo.
Rimangono ovviamente da chiarire molti aspetti dell’operazione, a partire dall’effettiva possibilità di sfruttarlo per l’inserimento dei codici di chi risulti infetto, al fine di far scattare a catena gli avvisi sugli smartphone con cui è venuto in contatto nel 14 giorni precedenti. Si dovrebbe trattare di “informazione e accompagnamento verso i servizi di prevenzione e assistenza delle competenti aziende sanitarie locali” ma dovrebbero esserci spazi per fare in modo che l’attività di inserimento – comunque volontaria, decisa cioè dall’utente risultato positivo – non rimanga esclusiva responsabilità degli operatori delle Asl locali, che in molti casi hanno ignorato la prescrizione o semplicemente non sono stati in grado di procedere all’inserimento.
Le dichiarazioni di Speranza
Questi e altri aspetti operativi potrebbero essere presto chiariti. Anche se le parole del ministro della Salute Roberto Speranza, oggi durante il “question time” alla Camera, sembrano offrire qualche (confortante) elemento in più. L’esponente di Leu ha spiegato a Montecitorio che il decreto legge 137 da poco approvato “ha previsto di integrare il sistema di tracciamento regionale della app Immuni con un supporto telefonico nazionale e gli operatori potranno caricare il codice chiave in caso di positività“. Quindi gli operatori dovrebbero anche poter dare una mano al tracciamento, ora in mano alle aziende sanitarie locali e spesso fuori controllo, almeno sotto il fronte dell’acquisizione e dell’inserimento dei codici di chi risulterà positivo. Idealmente, dunque, mentre la persona che ha ricevuto la notifica dell’app potrà dunque chiamare il numero che verrà attivato ed essere aiutato a capire cosa fare, chi è positivo e non ha avuto modo di comunicare il codice nella sua Asl, dovrebbe poterlo fare via call center. Una missione duplice.
La delega al commissario Arcuri
Secondo punto, la responsabilità operativa: “Ho delegato la disciplina dell’organizzazione e del funzionamento del servizio al commissario straordinario Arcuri, al fine di rendere più celere possibile la procedura“. Con l’affidamento a Domenico Arcuri si evita la babele di decreti ministeriali e si consente alla macchina che deve mettere in piedi il call center di avviarsi nel giro di poco tempo.
Secondo il ministro l’app Immuni “è un pezzo fondamentale strategico del nostro lavoro. Al primo novembre risultano al ministero 9 milioni e 623.822 download, un dato in crescita significativa soprattutto nelle ultime settimane e penso che dovremmo tutti spingere perché questo numero cresca ancora di più. È un piccolo atto che invitiamo a compiere come contributo per combattere il virus“.