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L’intervista al CEO di Mamacrowd, Dario Giudici , su strategie e principi per realizzare campagne di successo e i settori più finanziati nel 2020
C’è un settore che, nonostante la pandemia, continua a crescere. È quello dell’equity crowdfunding. Secondo l’Osservatorio sulla Finanza Alternativa redatto dal Politecnico di Milano relativo al periodo luglio 2019-luglio 2020, si contano 547 aziende italiane impegnate nella raccolta di capitale di rischio online. Durante questo lasso di tempo oggetto di osservazione, la raccolta è stata pari a 76,6 milioni, con un incremento del 56% rispetto al periodo precedente. Tra le piattaforme che permettono l’incontro tra aziende e investitori con campagne di equity crowdfunding, al primo posto in Italia per capitali raccolti si conferma, anche quest’anno, Mamacrowd, partner di SIOS20. Mamacrowd detiene questo primato dal 2017, con una community di circa 80 mila investitori e si afferma come la piattaforma che vanta il maggior tasso di successo per startup e PMI che decidono di condurre una campagna di equity crowdfunding.
Quali sono, allora le strategie per realizzare una campagna di successo? Quali i settori più finanziati nel mercato italiano? E secondo quali principi opera la prima piattaforma di equity in Italia? Abbiamo approfondito i temi, durante un’intervista, con Dario Giudici, CEO di Mamacrowd.
Dario Giudici, Mamacrowd
Equity crowdfunding, il punto sul settore nell’anno della pandemia
StartupItalia: Quale è stato l’impatto della pandemia sullo sviluppo delle startup?
Dario Giudici: “Nel settore dell’equity crowdfunding l’impatto è stato limitato. I numeri del mercato lo testimoniano. Con capitali di raccolta pari a 76,6 milioni nel periodo analizzato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, il nostro campo di azione si conferma in crescita rispetto all’anno scorso. Chiaramente, la crisi scaturita dall’emergenza sanitaria si è riversata, principalmente, in tutte quelle attività legate al turismo e all’indotto di questo settore, startup comprese. D’altra parte, le nuove tecnologie e il digitale, per contro, hanno vissuto un periodo positivo, con investimenti proiettati nel lungo periodo. Dopo lo stop nel mese di marzo, dove c’era molta preoccupazione, in primis per la salute, gli investitori hanno capito che si sarebbero create nuove opportunità. In questo senso, le aziende legate al comparto del digitale, ma anche del benessere e della salute, hanno riscosso ottimi risultati. Ad esempio, tra le campagne presenti sul nostro sito, c’è stata quella avanzata da un network di centri antiage che ha sfiorato i 900.000 euro di raccolta, andando in over funding”.
StartupItalia: Quali sono i vantaggi dell’equity crowdfunding come opportunità di raccolta di capitali?
Dario Giudici: “Anzitutto, l’equity crowdfunding porta a bordo nuovi soci che diventano una sorta di ambassador per la crescita dell’azienda. Inoltre, permette di patrimonializzare l’azienda e mantenere alta la governance della stessa”.
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Case histories di successo su Mamacrowd nel 2020
StartupItalia: Quante campagne avete portato a termine in questo anno?
Dario Giudici: “26 campagne, di cui 3 sono ancora attive ed altre saranno lanciate nelle prossime settimane”
StartupItalia: Qual è la media di capitali raccolti per ogni campagna?
Dario Giudici: “In media, ogni campagna si chiude sui 650.000 euro. Penso che siamo la piattaforma con i capitali di raccolta più alti in Italia”
StartupItalia: Quali sono i settori che hanno raggiunto le migliori performance quest’anno?
Dario Giudici: “Non si è trattato tanto di un tema settoriale, quanto della portata innovativa delle proposte. Su Mamacrowd sono andate bene quelle aziende che avevano già buoni risultati con metriche di crescita sul futuro. Quest’anno, poi, si è visto un netto avanzamento del settore immobiliare. Sulla nostra piattaforma abbiamo ospitato G311 – Green Living, la prima campagna su un progetto residenziale che ha raccolto 2.7 milioni di euro”
StartupItalia: Può farci qualche esempio di startup che hanno avuto successo quest’anno grazie alla presenza su Mamacrowd?
Dario Giudici: “Sicuramente Yakkyofy, che ha progettato un software per rivoluzionare il modo di fare e-commerce tramite la tecnica del dropshipping; Orapesce, con consegne a domicilio di pesce fresco; Out Of, che progetta e realizza maschere da sci e occhiali ad alto valore tecnologico; The Longevity Suite, un network di centri antiage luxury; Barberino’s, una catena di barbieri con 6 barber shops che sviluppa e vende i propri prodotti cosmetici; LifeGate per quanto riguarda il settore della sostenibilità; Acquainbrick che produce contenitori completamente riciclabili e personalizzabili, composti da circa il 70% di materia prima vegetale, per il consumo dell’acqua. Queste sono state le campagne di maggior successo anche perché gli investitori hanno captato l’opportunità di successo delle aziende nel lungo periodo”.
Orapesce
Alcuni consigli per realizzare una campagna di equity di successo
StartupItalia: Qual è il momento giusto per una startup per pensare ad una campagna di equity?
Dario Giudici: “Credo che il miglior momento sia quando il prodotto è sul mercato. Se i tempi di crescita dimostrano che c’è un’opportunità, allora quello è il momento giusto per lanciare una campagna. Ma anche quando una startup, ad esempio, ha appena terminato un periodo di incubazione e accelerazione. In genere, si cerca di evitare di buttarsi nella raccolta fondi quando un’azienda è ancora nella fase di prototipazione, perché non è ancora pronta per il mercato e riscuoterà poco successo da parte degli investitori. Si deve tenere presente che il crowdfunding è un momento in cui l’azienda può trasformarsi da un team composto da pochi soggetti a una public company che coinvolge un elevato numero di investitori”
StartupItalia: La tipologia di business incide sulla campagna o l’equity crowdfunding è per tutti?
Dario Giudici: “Indubbiamente la tipologia di business incide, così come incidono l’oggetto dell’attività e il tipo di prodotto proposto. È fondamentale, in questo senso, rendere quanto più comprensibili i prodotti che si offrono e investire in comunicazione”.
StartupItalia: Costruire un solido business plan aiuta a raccogliere la fiducia degli investitori?
Dario Giudici: “Il business plan deve, anzitutto, essere realistico. La platea che ci segue è in grado di capire se questo sia realizzabile o meno, e se l’investitore ha la percezione che quel business plan non sia credibile, allora sicuramente non finanzierà quell’azienda. Pianificare l’attività finanziaria e spendere tempo sulla definizione del piano strategico aziendale è fondamentale. Chiedere investimenti se non si è supportati da un adeguato piano di crescita può risultare penalizzante. Anzi, sarebbe meglio suddividere la raccolta fondi in più fasi”
StartupItalia: Venendo al tema che ha accennato prima, la comunicazione aziendale, quando e come si deve investire in comunicazione al fine di promuovere la campagna?
Dario Giudici: “Il crowdfunding stesso è fatto di comunicazione. Far parlare della propria attività, coinvolgere la community, comunicare un’idea, un prodotto, un modello di business, un obiettivo, è fondamentale quando si chiede a qualcuno di investire in quello che si è costruito. In particolar modo, il settore del B2C non può mai smettere di comunicare i propri valori all’esterno; deve creare quello che si chiama engagement, soprattutto nel momento in cui si presenta con una campagna di crowdfunding. Oggi si può fare comunicazione anche con budget bassi che, comunque, permettono di ottenere buona visibilità”
StartupItalia: Come scegliere una piattaforma sulla quale raccogliere capitali?
Dario Giudici: “La scelta della piattaforma sulla quale si andrà a lanciare la propria campagna di raccolta fondi è un aspetto fondamentale. È essenziale, per una buona riuscita della campagna, che quella piattaforma abbia un forte network a supporto e che il team che la gestisce sia in grado di valutare le probabilità di successo di un determinato prodotto o servizio. Ad esempio, nel caso di Mamacrowd, quando ci accorgiamo che le probabilità di successo potrebbero non essere molte, sconsigliamo a quella determinata realtà di proseguire su questa strada. Magari potrebbe riprovarci in un secondo momento”
StartupItalia: Ci lasciamo con una previsione per l’anno che verrà. Come vede questo 2021 oramai alle porte?
Dario Giudici: “Credo che il 2021 sarà un anno molto propizio per le aziende, con grandi opportunità di investimento per coloro che desidereranno rivolgersi al mercato nella raccolta di capitali. C’è, sicuramente, la voglia di rialzarsi e lasciarsi alle spalle questo anno difficile anche approfittando dei diversi incentivi con sgravi fiscali, promossi dal Governo, per coloro che investono in startup e PMI innovative”.