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Nasce dallo sport una delle più importanti campagne mondiali su linguaggio e disabilità. Riguarda l’abolizione di una parola: retarded, ritardato. L’ha lanciata oltre dieci anni fa Special Olympics, organizzazione internazionale che si occupa di sport per persone con disabilità intellettiva e/o relazionale nata nel 1968 negli Stati Uniti grazie alla Fondazione Kennedy. Si tratta, come viene spiegato, di “un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche per le persone, giovani e adulte, con disabilità intellettiva”, presente in oltre 170 Paesi. Questa grande campagna mondiale è cominciata nel 2004 proprio attraverso Special Olympics ed è stata denominata “R-Word”. Ha un sito web molto aggiornato (www.r-word.org) e lo slogan, che venne coniato ai Giochi Invernali di SO nel 2009, è “Spread the word to end the word”, “Diffondi la parola per porre fine alla parola” (suona bene in inglese, è meno efficace in italiano).

 


 

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L’obiettivo è quello di contribuire a una giusta considerazione delle persone con disabilità intellettiva e relazionale, educando sui danni derivanti venire da parole, che magari non sempre sono considerate sbagliate, mentre lo sono in maniera molto pesante. Spesso non sono utilizzate con reale malizia o cattiveria, ma solo perché si usa dire così. Spiegano a Special Olympics: “Lo stereotipo negativo della parola ‘ritardato’ è inesatto e distruttivo. Purtroppo questa parola è diventato un luogo comune nella nostra società. La parola ‘ritardato’ ha un senso totalmente negativo. Tutti la usano abitualmente, giovani e adulti. Sebbene in molti non ne colgono l’impatto offensivo, la verità è che fa male, anche se chi la usa non vuole offendere. Questo è significativo per le persone oggetto dell’appellativo. SO in tutto il mondo si sta adoperando per eliminare l’uso peggiorativo della parola ritardato, o di parole simili, dal linguaggio comune e, molto più importante, per creare una comunicazione che inglobi dignità, accettazione e integrazione per le persone con disabilità. SO sta riuscendo a educare e costruire la consapevolezza del potere distruttivo delle parole attraverso un lavoro nelle scuole, con i genitori e i giovani. Storicamente l’eliminazione di altre parole che bollano le persone in modo negativo è riuscita solo con campagne di sensibilizzazione ed educazione e con la pressione sociale”.

Nella comunità di lingua inglese sull’onda della parola ‘retard’ sono addirittura nati nuovi termini: per esempio, ‘e-tard’ significa ‘uno stupido che usa internet’, o ‘celeburtard’, che indica ‘una persona stupida e famosa’. E purtroppo si potrebbe continuare in questo elenco.

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Testimonial famosi

Nel tempo, la campagna ha coinvolto anche personaggi della politica e dello spettacolo. Molti di questi si sono dovuti scusare per aver usato questo termine. La lista comprende nomi molto importanti in diversi campi: la cantante Lady Gaga, il cestista della Nba LeBron James, l’attrice Jennifer Aniston, l’ex capo dello staff del Presidente Obama alla Casa Bianca Rahm Emanuel. E altri personaggi famosi. Anni fa, grazie in particolare a questa campagna, l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (anche a lui era sfuggita in quel periodo una battuta proprio riguardante Special Olympics, poi corretta: durante la campagna elettorale nel marzo 2009, al The Tonight Show di Jay Leno, riferendosi in maniera ironica a una sua prestazione nel bowling, disse: “This is like Special Olympics or something”, “E’ una roba da Special Olympics o qualcosa di simile”; si è naturalmente poi scusato), ha firmato nell’ottobre 2010 la “Law Rosa’s”, che elimina i termini “ritardo mentale” e “mentalmente ritardato” dalla politica statunitense su educazione e lavoro, sostituendoli con i termini più appropriati “persona/individuo con una disabilità intellettiva” e “disabilità intellettiva”. Un grande passo avanti culturale e sociale, non solo linguistico.

Il mondo dello spettacolo e dello sport sostiene da sempre la campagna R-Word. Due star di Glee, serie cult negli Usa trasmessa da Fox e uscita anche in Italia, Jane Lynch e Lauren Potter, che è un’attrice con sindrome di Down, spiegano come sia sbagliato usare un linguaggio che può essere offensivo e invitano alla Campagna R-Word, comparando la parola “ritarded” a “nigger” o “fag” (parola denigratoria per indicare persone omosessuali). La Nba appoggia fin dalla nascita Special Olympics in R-Word. Carmelo Anthony, Dwight Howard, Chris Paul, Tyson Chandler, per citare alcune delle star del basket professionistico statunitense, hanno firmato l’appello “Spread the word to end the word”. Durante un All Star Game, in un clinic con diversi campioni insieme ai ragazzi di SO, è stata ricordata la campagna R-Word.

 

Sam Perkins, che ha giocato in Nba per 17 anni, è membro di SO da quando giocava all’università di North Carolina: “La parola ritardo o ritardato non deve appartenere al vocabolario di nessuno, specie se associata a persone con disabilità intellettiva e relazionale. Non possiamo permetterlo. Spero che si smetta di usarla: è offensiva e non deve essere usata in nessuna lingua”. Naturalmente è sbagliato usarla anche in italiano. Il termine ‘ritardo’ veniva usato anche in definizioni mediche, associato al termine ‘mentale’. Nel linguaggio corretto, entrambe queste parole, in assoluto ma specialmente se usate insieme, sono sbagliate. “Mentre il concetto di ‘ritardo mentale’ non è apparso di per se negativo ed è stato usato a lungo, quando usiamo la parola ‘ritardato’ per descrivere qualcuno, essa può assumere un significato sgradevole e offensivo. Il pregiudizio e la discriminazione rispetto alle persone con disabilità intellettiva sono brutte, cattive, ingiuste, sbagliate e assurde! Finiamola di usare la parola ‘Ritardato’. Offende le persone con disabilità e le loro famiglie”: a Special Olympics così criticarono Tropic Thunder, un film con Ben Stiller dove trovavano divertente usare questa parola.

Come ripetono dall’organizzazione nata per iniziativa di Eunice Kennedy e ora diretta da suo figlio, Tim Kennedy Shriver, presente anche in Italia da decenni: please stop using the word “retard” or “ritarded”, per favore smettiamo di usare la parola “ritardo” o “ritardato”. Vi sono valide e corrette alternative, a partire da ‘disabilità intellettiva e/o relazionale’ e ‘persona con disabilità intellettiva e/o relazionale’. Basta poco, a volte, per andare verso un mondo migliore.