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Guido Baroncini Turricchia è un ingegnere ambientale. E fino allo scorso anno si è occupato di monitoraggio ambientale, modellazione idrogeologica e di tutto ciò che è relativo al mondo di cui ha sempre fatto parte. Poi è arrivato il colpo di fulmine per Bitcoin.

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Il sistema di pagamento finito nella spirale mediatica dopo la chiusura dell’exchange MtGox e in seguito all’indagine per provare – senza successo, pare – a scovare il suo fondatore Satoshi Nakamoto sembra stuzzicare particolarmente la curiosità degli italiani (qui i servizi tricolori principali). Anche Baroncini Turricchia e altri sei professionisti attivi in diversi settori hanno intravisto un risvolto concreto. “Abbiamo iniziato a parlare in un locale di Roma che accetta i Bicoin (il Beer Time, nda) della scarsità di informazioni disponibili: così è nata Coin Capital”, racconta l’ingegnere che ha appeso al chiodo i ferri del mestiere per dedicarsi esclusivamente alla crittomoneta.

Come? “L’aspetto che ci interessa è quello tecnologico e non le inevitabili oscillazioni del mercato”, spiega. Da questo punto di vista, ad esempio, il recente ritrovamento di Nakamoto, a cui è seguita l’immediata smentita del diretto interessato, ha avuto lievi ripercussioni sul valore. “Si pensa che il creatore del sistema di pagamento possieda l’8% dei bitcoin in circolazione e se a questa persona, indipendentemente dal fatto che sia davvero chi si pensa possa essere, dovesse capitare qualcosa l’intero settore subirebbe uno scossone in maniera istantanea”, spiega Baroncini Turricchia. Questo è quello che può accadere al valore, ma “la blockchain (il registro dove vengono memorizzate tutte le transazioni, nda) non ne risentirebbe in alcun modo”. Stesso discorso per lo scivolone di MtGox, “era ampiamente previsto”, e per qualsiasi altro avvenimento che sta “testando la capacità della resistenza della blockchain come moneta. Se la volatilità dovesse persistere, a disposizione dei commercianti ci sono comunque servizi come Bitpay che permettono di abbatterla, la blockchain rimane comunque sfruttabile per la sua capacità di immagazzinare informazioni protette e condivise e per una verifica trasparente delle informazioni in tempo reale”.

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Approcciandosi in modo scientifico e analitico alla materia i professionisti di Coin Capital, che spaziano dalle competenze sui sistemi monetari non convenzionali di Sebastiano Scròfina a quelle finanziare ed economiche di Emanuele Costa passando per quelle legali di Giulia Arangüena, organizzano workshop di formazione sul fenomeno della cryptocurrency in generale a Milano e Roma. Un esempio sono i meetup ospitati da Working Capital. A imprenditori e realtà interessante la startup offre anche consulenza specifica su come avvicinarsi alle monete matematiche. A chi vuole cominciare a fare sul serio, da un albergo a un negozio di e-commerce, Coin Capital mette a disposizione i suoi strumenti per creare la piattaforma necessaria per accettare i bitcoin o per integrare la funzione all’interno di un portale già esistente. “Il primo consiglio che diamo è di non tenere sugli exchange online i propri risparmi in bitcoin più del tempo necessario alle operazioni di cambio”, spiega Baroncini Turricchia. Il terzo tassello è quello relativo a ricerca e sviluppo: il primo progetto è BitQuota, “una startup nata ad agosto che ha fatto una campagna di crowdfunding in bitcoin sulla piattaforma di exchange The Rock Trading. Con le monete raccolte è stato acquistato un miner (lo strumento per creare le monete, nda) la cui attività fa capo a tutti gli utenti che hanno partecipato alla campagna”, spiega l’ingegnere. Almeno per un altro paio d’anni questa sarà la sua vita.