In gran parte dell’Italia, l‘8 dicembre è il giorno dedicato tradizionalmente all’addobbo dell’albero di Natale. Quest’anno sceglierlo con attenzione, avendo cura di accertarsi della sua provenienza, può essere l’occasione di fare un bel gesto che aiuti le foreste e l’indotto del legno messi a dura prova dal maltempo autunnale nel Bellunese, in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia. Infatti, per contribuire a trovare soluzioni rapidamente e dare un segno concreto di speranza alle zone del Nord Est colpite dal violento nubifragio del 29 ottobre scorso, PEFC Italia ha lanciato l’iniziativa Filiera Solidale.

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Cos’è la Filiera Solidale?
La Filiera Solidale sarà anzitutto contraddistinta da un logo per il legno certificato proveniente dagli schianti creato ad hoc e acquistato con contratti di solidarietà, informerà operatori, imprese e consumatori sui progetti in corso attraverso iniziative di comunicazione specifiche e aprirà un sito specifico per il progetto.

Numerose segherie hanno già aderito al progetto di filiera solidale impegnandosi a comprare il legno delle aree danneggiate al posto di quello di importazione.
La possibilità di fare del bene per Natale
Alcuni imprenditori della trasformazione successiva acquisteranno il legname proveniente dai boschi danneggiati per il fabbisogno dei prossimi anni, mentre alcuni attori della Grande Distribuzione Organizzata e del settore privato hanno accettato l’idea di vendere punte delle piante abbattute come alberi di Natale e con parte degli utili acquistare piantine per i rimboschimenti nei boschi distrutti.
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“In questi momenti di difficoltà è indispensabile – spiega PEFC – agire per valorizzare e vendere il legname proveniente dai boschi danneggiati, anche riprogrammando il mercato del legname italiano nei prossimi anni, considerando che attualmente importiamo l’80% del legno che viene lavorato. Allo stesso tempo, sistemare i boschi permetterà di combattere gli attacchi del bostrico (coleottero che si ciba di legno) che altrimenti dalla primavera attaccherà non solo il legno a terra ma anche le piante danneggiate e quelle indebolite dallo stress climatico”.

Abbattuti in un giorno tanti alberi quanti se ne tagliano in 7 anni
La stima dei danni è ancora in corso ma nelle tre regioni, in un giorno, sono stati abbattuti almeno tanti alberi quanti se ne tagliano normalmente in 5-7 anni. Per la maggior parte si tratta di legname proveniente da foreste certificate PEFC. Il danno economico riguarda tutto il settore: i proprietari pubblici e privati con i boschi distrutti dovranno ora sostenere maggiori costi di taglio ed esbosco del legname, perdita di valore del legno, programmazione da rivedere, costi del ripristino di infrastrutture e del bosco.

Fonte: VV FF
Molte imprese boschive hanno visto distrutti i propri macchinari e sono impossibilitate a raggiungere i cantieri per i danni alla rete viaria montana. Anche lavorare in bosco, in queste condizioni, sarà più costoso e pericoloso, con ulteriore aggravio dei costi (si stima un aumento dei costi del 30%). Infine, per almeno 2-3 anni si dovrà lavorare con volumi di legname straordinari e fare investimenti importanti.