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Tecnologia inclusiva. Aumentano i videogiochi per non vedenti

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L’inclusione passa anche per il divertimento. Perché tutti vogliono e hanno il diritto di (video)giocare. E gli sviluppatori italiani sono in prima linea

L’inclusione passa anche per il divertimento. Perché tutti vogliono e hanno il diritto di (video)giocare. E gli sviluppatori italiani sono in prima linea

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Carlo Terzano
8 lug 2019

Spesso si dimentica che la tecnologia non è sempre inclusiva. E che può non essere facile trovare un modo di passare il tempo libero quando i giochi e i videogiochi tradizionali alzano involontarie barriere virtuali che impediscono la fruizione a particolari categorie di utenti.

Per fortuna, però, i videogames realizzati appositamente per ipo e non vedenti sono sempre più numerosi. Abbiamo realizzato un breve excursus che conta, possiamo dirlo con orgoglio, diverse esperienze frutto della creatività di sviluppatori italiani.

Storie di tecnologia inclusiva

Tra i primi esperimenti nel settore fatti nel nostro Paese occorre citare Eymerich inquisitore: La peste, di TiconBlu dello sviluppatore italiano Ivan Venturi. Un videogioco uscito nel 2013 dalle tinte fortemente gotiche che rimandavano al romanzo Nel nome della Rosa, con protagonista il personaggio ideato dallo scrittore Valerio Evangelisti.

Il titolo era stato doppiato interamente per consentire la fruizione dell’opera anche ai non vedenti. Andando ancora più indietro e cambiando Paese, si può risalire a Shades of Doom di GMA Games, che aveva l’ambizioso obiettivo di immergere i non vedenti in uno sparatutto che rimandava all’iconico Doom. A guidare il giocatore, seppure con qualche inciampo, era l’audio.

Leggi anche: Videogiochi | Arriva Echoes From Levia Soulbound, un’audio-avventura tutta italiana per ipovedenti

Un interessante esperimento dalle tinte horror fu BlindSide, un “audio adventure game” sviluppato a Boston per smartphone: dopo aver calcato le cuffie immergeva il giocatore all’interno di un mondo spaventoso che veniva fatto vivere per mezzo di suoni, grida e versi infernali.

Sempre su smartphone uscì, circa quattro anni fa, A Blind Legend. Epica avventura cavalleresca (qui è possibile provare una demo) sviluppata dalla francese Dowino nella quale si impersonava il mai domo cavaliere Edward Blake, rimasto cieco durante un violento scontro contro il signore di High Castle Island, Sir Thork che, non contento di avergli cavato gli occhi, gli aveva anche rapito la moglie. Tornando in Italia abbiamo Echoes From Levia Soulbound, sviluppato da Cloverbit, startup videoludica di Treviglio, in Lombardia. Raccontammo la loro storia proprio su StartupItalia un po’ di tempo fa.

Leggi anche: Beltmap, il cane “robot” per non vedenti che permette di essere indipendenti

Al via il crowdfunding per BlindConsole

Esistono altri esempi di tecnologia inclusiva, con titoli sviluppati appositamente per non e ipovedenti. Noi in questa sede ci siamo limitati a presentare quelli che consideriamo i più solidi o significativi. A questa rassegna presto si aggiungerà anche BlindConsole, sviluppato dalla startup innovativa Novis accelerata da SocialFare, che per sostenere il progetto ha avviato una campagna di crowdfunding proprio oggi, lunedì 8 luglio.

Per giocare basta scaricare l’app gratuita e connettere il proprio smartphone al joystick messo a punto dai ragazzi del Politecnico di Torino che guida il giocatore tramite vibrazioni tattili e suoni spazializzati. Il primo videogioco sviluppato è un ping-pong virtuale e riproduce, pad in pugno, il movimento della racchetta che impatta la pallina.

Non ci resta che fare i nostri migliori auguri a questo giovanissimo team alle prese con una missione tanto importante.

Tags: #INCLUSIONE #IPOVEDENTI #NON-VEDENTI #VIDEOGAMES #VIDEOGIOCHI
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