Sia benedetta l’app, disse lo sportivo al tempo del coronavirus. L’obbligo di dimora con possibilità di corsa entro i 200 metri dal proprio domicilio hanno frenato le uscite ma non la voglia di allenamento dei runner che, grazie ai corsi online e alle lezioni video, sono riusciti a mantenersi in forma, diversificando le sessioni e seguendo, laddove possibile, quei guru del fitness a lungo inseguiti ma sempre irraggiungibili. Ma nella lunga quarantena degli italiani c’è stato anche altro, oltre alle applicazioni, che ha consentito agli appassionati di allenarsi in maniera più divertente e coinvolgente rispetto al consueto.

L’impennata con il lockdown
Per farsi un’idea dell’incremento riscontrato dal comparto – secondo i dati Istat, in Italia si contano circa 20 milioni di persone che praticano attività sportive con continuità – è utile osservare la corsa all’acquisto dei più tradizionali strumenti per l’allenamento domestico. I dati su scala globale di Aliexpress, durante il mese di marzo, hanno registrato un aumento delle vendite di cyclette pari a quasi il 1.000%, seguite a breve distanza dai manubri per il sollevamento pesi, la cui richiesta ha subito un rialzo superiore all’800%. E ancora +600% per gli strumenti legati al fitness, +293% per le magliette e +286% per i pantaloncini. A dimostrazione che nella crisi su vasta scala provocata dall’emergenza sanitaria c’è qualcuno che ha guadagnato terreno e ingrassato la cassa.
Stringendo il campo all’Italia, il lockdown che ha imposto lo stop delle attività in luoghi fisici con il conseguente trasferimento delle lezioni online ha innescato un risvolto positivo perché, come rilevato dall’Osservatorio Sportcluby (la piattaforma per cercare, prenotare e pagare corsi e servizi dedicati offerti da strutture, club, federazioni e professionisti del settore che monitora più di 500 tra strutture e trainer e conta su oltre 140.000 utenti attivi lungo lo Stivale), le iniziative digitali hanno permesso di coinvolgere fino al 91% di nuovi clienti rispetto a quelli acquisiti nella prima fase dell’emergenza, quando cioè parecchie strutture erano ancora aperte. Restando all’interno dell’universo della startup incubata da Wylab, al momento ci sono più di 1.000 classi live a settimana, attivate da oltre cento club sportivi, che permettono di prenotarsi per seguire i video corsi in modo da proseguire l’allenamento in sicurezza nelle proprie case. I club che erogano servizi via streaming, gratuiti o a pagamento, sono aumentati del 66% durante il lockdown (la curiosità è che il lunedì è il giorno in cui si registrano più clienti, forse in cerca di riscatto dopo un fine settimana in cui il focus è stata la tavola invece che gli esercizi), e sono stati premiati dalla crescita delle prenotazioni, maggiori in media dell’11%, rispetto alle cifre precedenti la chiusura.

Le iniziative di due pesi massimi
Prendete le cifre sopra elencate, moltiplicatele per dieci e avrete il quadro dell’offerta di Urban Sports Club, l’applicazione che con un abbonamento flessibile (prezzi da 29 a 129 euro al mese) permette di frequentare più di 8.000 fra palestre e centri sportivi sparsi tra Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Norvegia, Belgio, Finlandia, Danimarca e Italia e che, con il virus che si diffondeva in tutta Europa, ha attivato le classi online divise per disciplina, livello ed età dei partecipanti. Sono parecchie centinaia le lezioni in programma ogni giorno tra pilates, pola dance, posturale, zumba, crossfit, ma anche discipline più di nicchia come scherma storica, arti marziali e perfino hola hoop, cui si aggiungono le tante varietà di yoga, anche per le donne in gravidanza, con lezioni in diretta streaming che permettono a ogni utente di prenotare il corso che interessa a un orario congeniale (ognuno sceglie il preferito tramite la newsletter settimanale, che consente, volendo, di stilare il programma della settimana), con l’opportunità di sfruttare Zoom, Hangouts o Skype poter interagire e girare domande agli istruttori. Altro riferimento importante per gli italiani è la proposta di Virgin Active che, dopo aver sospeso gli abbonamenti in corso, ha aperto le sue lezioni a tutti per offrire una tabella di allenamenti con video caricati sugli account aziendali social che durano 15, 20 o 30 minuti. I corsi in programma sono aggiornati ogni giorno e le lezioni sono registrate nello studio aziendale di via Durini a Milano. Esclusivo per i soci e a pagamento, invece, il servizio Revolution Personal Trainer, con la possibilità di seguire da casa, scegliendo giorno, orario e durata della sessione, l’allenamento pianificato da uno dei 450 istruttori che collaborano con i club Virgin di tutta Italia.

Allenarsi con i videogames
Al di là delle lezioni registrate disponibili su YouTube, ricco è il ventaglio di proposte per allenarsi in casa finché non si potrà tornare a frequentare i centri sportivi. Una delle iniziative gratuite più apprezzate è quella firmata dalla Integral Yoga Shanti, scuola di Milano che ha coinvolto tutti i curiosi, oltre ai propri iscritti, in esperienze di un’ora a metà strada tra yoga e meditazione. Chi invece viaggia a marce alte ha trovato pane per i propri denti con Now – No Ordinary Workout – l’app con cui la nota personal trailer Jill Cooper propone un allenamento con quattro livelli di intensità differenti (spaziando tra calistenico, corpo libero e super jump) per coniugare fitness e benessere mentale. Durante la quarantena, poi, c’è stata un’esperienza diversa, che unisce divertimento e coinvolgimento: niente applicazioni ma anello e fascia per giocare Ring Fit Adventure, videogame sviluppato da Nintendo, ideale per mantenersi in movimento con la serie di salti, corsa sul posto, i set di esercizi per allenare specifiche parti del corpo e un premio per la corretta postura adottata durante gli esercizi. Un titolo che ha richiamato l’attenzione di piccoli, grandi, uomini e donne, tanto da risultare introvabile per diverse settimane.