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Nel giro di un anno, dal 2012 al 2013, i prestiti alle imprese italiane si sono ridotti del 4,7%, il che significa un colpo da 46,8 miliardi alle tasche di chi investe (Unimpresa). Secondo l’Istat le pmi che hanno cercato finanziamenti esterni sono passate dal 36,5% del 2007 al 52,2 del 2010.

Dati che sintetizzano il credit crunch degli ultimi anni ma allo stesso tempo rivelano un rovescio della medaglia ricco di possibilità, quelle che hanno visto Daniele Bruttini e soci: fondatori di Funding Wonder.

“È un portale di Crowd funding rivolto alle piccole e medie imprese alla ricerca di finanziatori – spiega Bruttini a SmartMoney -, quelle, per intenderci, con un fatturato inferiore ai due milioni di euro”. Il che, in Italia, si traduce in circa 4 milioni di aziende. “L’altro interlocutore a cui si rivolge la nostra piattaforma sono gli investitori che vogliono diversificare il loro portafogli o fare piccoli investimenti. La base d’offerta sarà fissata a poche centinaia di euro”.

La raccolta dei finanziamenti dovrebbe durare un paio di mesi, inoltre “abbiamo pensato che – aggiunge Bruttini – potremmo fornire anche un servizio accessorio a chi è in cerca di un prestito e vuole mettersi in mostra per spiegare meglio come investirà la somma raccolta”.

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Secondo i fondatori della startup italoamericana che partecipa al Chebanca Grand Prix (qui tutte le startup finaliste) gli investimenti permetteranno di ottenere rendimenti maggiori del 4% oltre ad avere una funzione social.

“Entro la fine del 2014 prevediamo di avere la piattaforma online – continua Bruttini – poi partirà la fase di test di circa 6 mesi”.

La formula è quella del crowdfunding di debito “la piattaforma permetterà all’azienda in cerca di un finanziamento di restituire i soldi con un tasso di interesse stabilito tramite un’asta a ribasso tra i vari finanziatori. Non stiamo parlando di muti ventennali ma di prestiti a breve-medio termine”.

La startup con gli eventuali 25mila euro del Gran Prix affronterebbe le ultime spese legali necessarie “inoltre stiamo mettendo a punto un sistema che permetta di valutare le imprese che richiedono un finanziamento”.

Il modello di business di Funding Wonder si basa sul trattenere una percentuale sulle transazioni  “applicheremo una commissione sia sui prestiti che sui soldi investiti. Una percentuale più alta sui primi e molto bassa sui secondi”. Una percentuale che suona come musica rispetto ai “no” che tanti imprenditori e artigiani si sono sentiti rispondere negli ultimi anni dagli istituti di credito.