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Tredici milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno negli oceani. Come se ogni minuto l’intero carico di un camion finisse in mare. E spesso questi e altri rifiuti non sono visibili, ma restano attaccati ai fondali minandone l’integrità. Per tentare di ripulirli – o anche solo geolocalizzare la loro presenza – è stata creata una app. Si chiama Scubadvisor ed è frutto della collaborazione di Marevivo, associazione che si occupa della tutela del mare, e degli ideatori Marco Prandi e Alessandro DAntonio. L’app, disponibile gratuitamente per IOS e Android, consente a chi fa immersioni di monitorare i fondali e inviare foto dei siti danneggiati e al contempo fornire all’associazione le coordinate gps. Marevivo potrà così creare una mappatura di tutte le segnalazioni per monitorare i rifiuti, e dei luoghi dove è possibile recuperarli.

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“I rifiuti grave minaccia per i fondali”

Il fatto che i rifiuti non si vedano non significa che non ci siano e non costituiscano una minaccia grave per il mare e i suoi abitanti” afferma Rosalba Giugni, presidente di Marevivo. Che ha racconta come vi si trovino tra gli altri plastiche, pneumatici, batterie, rifiuti ingombranti”. Ci sono poi reti e attrezzi da pesca, presenti soprattutto nel Mediterraneo, che rappresentano un’ulteriore fonte di rifiuti. E risultano particolarmente dannosi perché – prosegue Giugni – finiscono per intrappolare organismi marini ed essere pericolosi anche per i subacquei”. Scubadvisor coinvolgerà così centinaia di occhi che aiuteranno ad acquisire informazioni preziose per la costruzione di una banca dati”.

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Acque contaminate per lo scarico illegale di rifiuti

In Italia la contaminazione delle acque è dovuta principalmente alla cattiva depurazione e allo scarico illecito di rifiuti sulle spiagge. È stato calcolato che, a questo ritmo di inquinamento, entro il 2050 gli oceani saranno popolati più da plastica e rifiuti che da pesci. Solo una piccola parte dei rifiuti in plastica, circa il 15%, si riversa infatti sulle spiagge, mentre la restante quantità galleggia in superficie o finisce sui fondali.

 

Geolocalizzare non solo i rifiuti ma anche i fondali più belli da esplorare

La tecnologia può venire in aiuto, perché, spiegano gli ideatori della app, nonostante le centinaia di migliaia di appassionati, quello della subacquea è un mondo ancora poco evoluto dal punto di vista tecnologico”. Cera bisogno di una piattaforma digitale che consentisse agli appassionati di avere a disposizione un sistema attraverso cui condividere le proprie esperienze”. La app non si limita poi alla funzione di denuncia dei rifiuti, ma permette di localizzare fondali da esplorare o di prenotare una immersione nei centri diving. E fa poi segnalare la propria posizione durante le immersioni o permette di postare foto delle esplorazioni subacquee per condividerle. Si può anche contribuire a mappare i più bei fondali del mondo perché la app è dotata di un filtro in grado di mostrare i fondali in tutto il loro splendore.

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Adottare una spiaggia per tenerla pulita

L’associazione Marevivo promuove anche altre iniziative per la tutela del sistema marino. Tra le tante c’è quella di adottare una spiaggia donando un contributo mensile – si va dai 10 ai 20 euro – dando vita così a una serie di azioni concrete per mantenerle integre. Tra queste la pulizia manuale dei rifiuti e il loro conferimento in discarica, il posizionamento di cestini per la raccolta, l’installazione di pannelli informativi, l’osservazione di particolari emergenze come la presenza di rifiuti portati dal mare o lasciati dai turisti, e infine l’acquisto di attrezzature o piccole imbarcazioni a remi per recuperare i rifiuti anche dal mare. Basta scegliere tra le venti spiagge disponibili e distribuite su tutto il litorale nostrano.