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Estate calda, almeno per l’equity crowdfunding. Mentre noi ci stiracchiavamo sotto il (poco) sole, e Amazon lanciava il suo mobile Pos, si sono concluse altre due campagne di raccolta fondi online di altrettante startup italiane. Sale quindi a tre il numero di giovani imprese che hanno sfruttato la possibilità introdotta nel luglio del 2013. La prima a rastrellare 157mila euro è stata Diaman Tech (ne avevamo parlato qui). Complessivamente è stato superato il milione.

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A fine luglio, a un anno esatto dall’approvazione del regolamento Consob, è stata Cantiere Savona a chiudere con 380mila euro una campagna di equity crowdfunding durata 170 giorni sulla piattaforma StartsUp. Soddisfazione per il fondatore di StartsUp Matteo Piras, che pone l’accento su “provenienza geografica degli investitori, ampiezza della loro fascia d’età e diversi importi investiti”. A entrare nel 20% della società a disposizione sono stati 44 soci, 39 persone fisiche e 2 aziende. Andrea Columbu Savona, fondatore dell’omonimo Cantiere, riconosce di aver goduto di una visibilità “in quasi cento Paesi al mondo. Oltre 10mila utenti hanno visitato la nostra proposta imprenditoriale”.

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Il progetto Paulownia (ne avevamo parlato qui) ha invece impiegato 56 giorni per rastrellare 520mila euro. Gli investitori sono 12, 9 persone fisiche e 3 società. “Credo sia importante sottolineare la significativa presenza di investimenti provenienti dal centro sud. Palermo, Napoli e Roma coprono quasi il 30% del target”, ha dichiarato il Ceo di Assiteca Tommaso D’Onofrio.

Il dato da prendere in considerazione in entrambi i casi per capire se l’equity crowdfunding stia diventando o meno uno strumento non solo utile per le startup ma anche utilizzato dai piccoli investitori è quello della quota minima messa sul piatto: la campagna di Cantiere Savona, che ha goduto anche di una proroga temporale, vanta contributi di 400 euro e investitori di 20 anni. Buon dato, se si pensa al lato crowd della faccenda. Paulownia invece non è scesa sotto i 15mila euro e ha tenuto una media di 43mila. Di strada da fare, insomma, ce n’è ancora molta ma la direzione sembra quella giusta.