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Il Progetto Milia, è un modello sperimentale di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle persone in esecuzione penale realizzato dal carcere di Sulmona e finanziato dal ministero della Giustizia e dalla Regione Abruzzo nell’ambito del PON inclusione nazionale. È prevista la realizzazione di cinque percorsi formativi, rivolti a 45 detenuti, per l’acquisizione delle competenze e della qualifica professionale di falegname.

Dalla teoria alla pratica, fino al prodotto finito

Si tratta di percorso innovativo e sperimentale “che si colloca nel contesto delle iniziative che sono state avviate in tutta Italia per migliorare l’offerta formativa e lavorativa intramuraria, permettendo ai detenuti di conseguire un adeguato bagaglio di competenze professionali utili al reinserimento nella società, sia come lavoratori dipendenti che come artigiani autonomi”, sottolinea a Startupitalia Antonella Azzariti, Funzionario dell’Autorità di Gestione FSE della Regione Abruzzo. 

Ogni corso ha la durata di almeno 400 ore, tra formazione teorica e formazione pratica, per le quali i detenuti percepiranno un’indennità oraria di frequenza. Successivamente a questa prima fase sarà avviata una vera e propria start up dell’azienda di produzione di manufatti in legno all’interno dell’Istituto penitenziario.

Creazione di un’azienda produttiva carceraria

L’obiettivo è quello di attuare un un modello d’intervento sistemico nella Casa di Reclusione di Sulmona non solo per avviare la produzione di manufatti in legno, che devono andare a soddisfare l’intero fabbisogno nazionale di arredi delle carceri, ma anche a fornire ai partecipanti un adeguato bagaglio di competenze per il loro futuro. Questo punto è fondamentale perché permette il (re)inserimento nel mondo del lavoro dei detenuti, una volta fuori dal carcere. “La finalità generale che il progetto si prefigge è l’incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro dei detenuti attraverso percorsi integrati e multidimensionali di inclusione attiva”, sottolinea Antonella Azzariti.

Apprendimento e occupazione

“La risposta che abbiamo ricevuto è molto promettente”, dichiara Stefano Liberatore, Direttore reggente dell’istituto penitenziario di Sulmona a Startupitalia. “I detenuti sanno che devono scontare, in alcuni casi, molti anni di carcere. Essere impegnati in qualcosa di utile e che li faccia stare in una condizione di apprendimento è sicuramente positivo e li allontana dalla routine quotidiana, permettendo loro di acquisire competenze che possono essere impiegate fattivamente fin da subito”. 

Anche perché c’è una forte connessione con il territorio circostante: la scelta di tale specializzazione produttiva è motivata sia dalla potenzialità espansiva del settore della lavorazione del legno, sia dalla diffusa presenza di tale tradizione artigianale sul territorio regionale, grazie alla forte incidenza di mobilifici e industrie di serramenti e infissi.