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Flavio Briatore l’ha detto solo qualche mese fa: “Le startup sono fuffa, meglio aprire una pizzeria”. Più facile a dirsi che a farsi perché, una volta aperto il ristorante, i proprietari si trovano a fare i conti con fatture, ordini e gestione dei fornitori temibili quanto il più complesso dei business plan. Una giungla nella quale non è facile orientarsi, tenendo conto che in media chi gestisce un locale si serve da una decina di fornitori diversi: uno per il pane, uno per le verdure e almeno un paio per carne e pesce. Tutti, ovviamente, con modalità di pagamento, scadenze e cataloghi differenti.

Ad aiutare i ristoratori nella difficoltosa gestione delle forniture e dei conti ci pensa, con buona pace di Briatore, proprio una startup fintech. Sourcery, questo il nome della giovane impresa californiana supportata da Y-Combinator, ha creato una piattaforma per iPad nella quale fornitori e ristoratori possono gestire le transazioni online. Dalle fatture elettroniche ai pagamenti, passando per i cataloghi dei prodotti e i relativi ordini. Sourcery si fa carico di tutte quelle operazioni che impediscono ai ristoratori di fare ciò che sanno fare meglio: cucinare.

“I proprietari di ristoranti amano profondamente la cucina ma non sono altrettanto entusiasti di dover gestire i flussi di cassa e gli ordini degli alimenti. A questo ci pensiamo noi” spiega la fondatrice Na’ama Moran che, con il suo team, ha appena ricevuto un finanziamento di 2,5 milioni di dollari e lanciato una versione in beta privata.

L’applicazione ha un elenco contenente i cataloghi di prodotti alimentari di centinaia di produttori, organizzati per tipologia di alimento e distanza dal cliente. Così, ordinare tagli di carne e sacchi di farina non risulta tanto diverso dal comprare un libro su Amazon. Sourcery gestisce autonomamente i pagamenti e fornisce al cliente uno storico degli ordini che può essere salvato sul dispositivo o, per chi ancora non si sentisse pronto alla digitalizzazione della contabilità, esportato come fattura cartacea tradizionale. Una notevole semplificazione per i ristoratori che, oltre ad avere un unico luogo in cui effettuare gli ordini, possono sfruttare il database per trovare nuovi fornitori e richiedere prodotti in qualunque momento.

Tra i suoi clienti Sourcery vanta le cucine di alcune grandi compagnie hitech come Palantir, Airbnb e Dropbox oltre che di una cinquantina di ristoranti di San Francisco e alcuni catering locali; ma la startup californiana punta in alto ed entro gennaio 2015 vuole arrivare anche a Portland, Los Angeles e New York. Secondo Moran, infatti, i margini ci sono perché il business è in forte crescita e le vendite si raddoppiano mese dopo mese, traducendosi in milioni di dollari di transazioni mensili: circa 25mila e 500mila dollari al mese per cliente sui quali Sourcery prende una percentuale. Non male come inizio se si considera che l’intera industria delle forniture alimentari vale 220 miliardi di dollari e opera ancora prevalentemente offline.