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Aggiornamento del 18 febbraio: Samsung ha annunciato di aver acquisto LoopPay, startup genitrice di un sistema che sfrutta le onde magnetiche e non ha bisogno di Pos di nuova generazione e dotati di Nfc per completare le transazioni. “Ci stiamo concentrando sulla nuova generazione di software e servizi”, ha commentato David Eun, il dirigente Samsung che si è occupato dell’operazione di cui non si conoscono i dettagli economici.

Per Samsung il 1° marzo potrebbe essere il giorno della svolta. Deve, anzi, esserlo per forza di cose: l’ultima trimestrale del gigante sudcoreano si è piegata sotto il calo del 67% della divisione mobile e la ricorsa di Apple, e dei suoi soli due modelli, nella classifica dei produttori di smartphone si è conclusa con successo. Negli ultimi tre mesi del 2014 i due marchi si sono spartiti la fetta più importante della torta con il 19,6% ciascuno. Il 1° marzo, al Mobile World Congress di Barcellona, la casa di Seul ci riprova con il lancio del Galaxy S6, nuovo modello di punta che dovrà riscattare i deboli risultati ottenuti dal precedente.

E che ha nei pagamenti mobili la sua arma segreta. Le indiscrezioni della vigilia fanno riferimento a un sistema in grado di incontrare il favore degli esercenti più di quanto stia facendo Apple Pay. La soluzione di Cupertino, come ha specificato il Ceo Tim Cook durante l’annuncio dell’ultima trimestrale da record, è stata sì in grado di diventare punto di riferimento per due transazioni contacless su tre negli Stati Uniti ma, come qualsiasi sistema basato su Nfc, richiede la presenza di un Pos apposito in cassa. In Italia, dove sono gli operatori di telecomunicazioni a sventolare la bandiera delle transazioni con smartphone, ne abbiamo 250mila su un parco di 1,3 milioni. Nei nostri confini come nel resto del mondo il dato è destinato a crescere rapidamente, ma per ora va annoverato fra le barriere all’adozione da abbattere.

Samsung ha, anzi avrebbe, pensato di aggirare l’ostacolo affidandosi a LoopPay: a differenza di Apple Pay e di qualsiasi sistema che richieda la presenza di un sensore Nfc nel dispositivo, sfrutta le onde magnetiche, replicando in sostanza il gesto e la trasmissione dati delle carte e abbracciando potenzialmente 10 milioni di negozi negli Stati Uniti. Per memorizzare le carte l’utente non ha che da farle scorrere in un piccolo lettore magnetico da inserire nel jack del telefonino.

LoopPay prevede l’utilizzo di una speciale cover, mentre l’intenzione di Samsung sembra quella di inserire la tecnologia direttamente nel suo S6. L’autenticazione sarà affidata al lettore di impronte digitali, che secondo le indiscrezioni dovrebbe essere stato ripensato per funzionare in modo più simile a quello dell’iPhone e attivarsi solo con un tocco. La sfida per LoopPay, e per i coreani se effettivamente hanno deciso di portarla a bordo, sarà la transizione al nuovo standard basato su chip che sta iniziando a rimpiazzare la banda magnetica negli Stati Uniti. Avendo Visa fra i suoi investitori avrà probabilmente un accesso preferenziale nel dialogo con le banche.

Tornando al Galaxy S6, la rivoluzione dei pagamenti sarà affiancata probabilmente a quella del design. Le ultime immagini circolate sul social network asiatico Weibo svelano bordi e angoli smussati molto simili ai dispositivi Apple e a quelli Sony. Si vocifera inoltre in merito alla presenza di un chip proprietario, Exynos, che andrà a rimpiazzare quello di Qualcomm e di una o due versioni con le estremità piegate verso l’esterno.