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Apple Pay corre e gli altri colossi di Internet (e dei pagamenti) si stanno attrezzando per arrestarne la corsa. Google in primis, partendo dal Wallet mai decollato e, secondo indiscrezioni, pronta a lanciare un nuovo sistema che permetterebbe agli utenti di pagare confermando alla cassa semplicemente il proprio nome o le iniziali. Si chiamerà Plaso (pronuncia “play-so”) ed è già in fase di test presso alcuni rivenditori.

Un sistema dunque molto simile a quello già utilizzato dal Wallet di Square, sparito però dalla circolazione un anno fa quando la società fondata da Jack Dorsey lo ha ritirato dal mercato promettendo che la funzionalità sarebbe stata inclusa in un futuro strumento di pagamento mobile di cui però ancora non c’è traccia. Anche Square, intanto, si sta organizzando per sferrare l’attacco ad Apple, passata da importante alleata per la distribuzione dei suoi servizi sulle tavolette con il marchio della Mela a fastidiosa concorrente nel campo dei pagamenti. L’azienda starebbe pensando ad un nuovo dispositivo in grado dialogare con i tablet Android e candidato a rimpiazzare gli attuali registratori di cassa basati su iPad.

Da parte sua Cupertino potrebbe reagire bloccando su questi dispositivi l’accettazione di Apple Pay, ma per Tim Cook, che non può adagiarsi sugli allori dei due terzi delle transazioni di mobile payment effettuate negli States con il suo nuovo sistema di pagamento, si tratterebbe di una presa di posizione da non sottovalutare. Quantomeno sul suolo americano.

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Tornando alla soluzione della Mela, secondo le ultime rilevazioni diBoston Reatil Partners circa l’8% dei grandi rivenditori negli States la supporta. Numeri che Google Wallet non ha raggiunto pur essendo sul mercato da più tempo.

La ricerca stima che il 56% dei grossi rivenditori si convertirà ad Apple Pay entro il 2017. Tuttavia la grande maggioranza dei circa 6 milioni di rivenditori negli Stati Uniti sono piccoli esercenti: un target che Apple ha mostrato di avere maggiore difficoltà nel raggiungere.

Molti sono ancora scettici rispetto all’adozione di Apple Pay perché il servizio richiede un investimento nei terminali di accettazione di nuova generazione così come il continuare a pagare le odiate commissioni ai circuiti internazionali.

Ancora oggi è PayPal dunque a farla da padrone con il 13% dei rivenditori convenzionati. Le previsioni per il futuro sono relative al sorpasso di Apple entro il prossimo anno ma una rimonta di PayPal in una prospettiva temporale più estesa. Insomma la corsa è avvincente quanto la vittoria finale imprevedibile.