<div class="at-above-post addthis_tool" data-url="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/48887-20150515-posti-di-lavoro-fintech"></div><p class="p1" style="text-align: justify;"><span class="s1">I dati parlano chiaro, il contesto anche. <a href="http://www.fintechinnovationlablondon.net/media/730274/Accenture-The-Future-of-Fintech-and-Banking-digitallydisrupted-or-reima-.pdf">Secondo Accenture</a> gli investimenti globali nel <strong>Fintech</strong> s</span><span class="s2">ono triplicati,<a href="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/48532/startup-en-2-it/il-fintech-conquista-leuropa-215-di-investimenti-la-mappa-caso-per-caso/" target="_blank"> tra il 2013 e 2014</a>, da 4,05 miliardi a 12,2 miliardi di dollari</span>. E la via della tecnologia è ormai un passaggio obbligato per banche e attori tradizionali del sistema finanziario che non vogliono soccombere. <a href="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/48648/banche/il-monito-del-numero-uno-di-jp-morgan-la-silicon-valley-sta-arrivando/">Lo ha scritto a chiare lettere</a> il Ceo di Jp Morgan Jamie Dimon nella sua missiva annuale agli azionisti: “La Silicon Valley sta arrivando. […] Le startup Fintech possono autorizzare un prestito in pochi minuti, operazione che a una banca potrebbe richiedere settimane. […]<span class="Apple-converted-space">  </span>Abbiamo molto da imparare”. Grazie alla tecnologia, quindi, le giovani imprese stanno mettendo il sale sulla coda dell’ecosistema. Distruption, come si suol dire. E una delle prime e più importanti conseguenze è il<strong> lavoro</strong>, deve esserlo per forza di cose.</p>
<p class="p1" style="text-align: justify;">La semplificazione dei processi e l’automatizzazione degli stessi, con la complicità della crisi, stanno contribuendo a una diminuzione dei posti di lavoro, che ha coinvolto 350mila dipendenti di quattro delle più grandi banche statunitensi e britanniche dal 2008 e proseguirà nel corso del 2015 secondo l’83% degli attori del settore bancario (<a href="http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-03-15/bankers-embracing-zero-salary-in-tech-may-make-peers-obsolete">fonte: Bloomberg</a>). Il bicchiere mezzo vuoto. Quello mezzo pieno risiede nel conteggio di Mc Kinsey, che nel dicembre del 2014 ha individuato negli Stati Uniti più di 12mila startup Fintech (<a href="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/47586/startup-en-2-it/ecco-la-guida-delle-startup-fintech-italiane/">SmartMoney ha mappato quelle italiane</a>), e nei dati della Casa Bianca relativi a 500mila offerte di lavoro per figure che dieci anni fa non esistevano. Il binomio finanza-tecnologia creerà nuove posizioni, lo sta già facendo. Per capire quali siano ci siamo rivolti a diverse persone coinvolte nella catene in differenti zone del mondo.</p>
<p class="p1" style="text-align: justify;"><img loading="lazy" class="alignnone  wp-image-48894" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/New-York-skyline1.jpg" alt="New York City" width="690" height="457" srcset="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/New-York-skyline1.jpg 1694w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/New-York-skyline1-300x199.jpg 300w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/New-York-skyline1-1024x678.jpg 1024w" sizes="(max-width: 690px) 100vw, 690px" /></p>
<h2 class="p1" style="text-align: justify;">User experience</h2>
<div id="attachment_48890" style="width: 165px" class="wp-caption alignright"><img aria-describedby="caption-attachment-48890" loading="lazy" class="  wp-image-48890" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/zGUDCxAk.jpg" alt="zGUDCxAk" width="155" height="158" /><p id="caption-attachment-48890" class="wp-caption-text">Matteo Rizzi, FintechStage</p></div>
<p class="p1" style="text-align: justify;">L’ambito più citato è quello del design, della user experience.<span class="Apple-converted-space">  </span>“Servono applicazioni alla Uber nel Fintech”<span class="s3">, </span>spiega <a href="https://twitter.com/matteorizzi"><span class="s4"><b> Matteo Rizzi</b></span></a><span class="s2">, partner del fondo specializzato su finanza e tecnologia SBT Venture Capital e co-fondatore dell’evento <a href="http://fintechstage.com/"><span class="s5">Fintechstage</span></a></span>. Sottoscrive <a href="https://twitter.com/ferrarirobtweet" target="_blank"><strong>Roberto Ferrari</strong>,</a> direttore generale di CheBanca!: “Abbiamo bisogno di designer in grado di disegnare i processi bancari in digitale. Il passo successivo è quello della multicanalità: non bastano user experience e interface, è necessario pensare a una vasta gamma di canali: dalla filiale allo smartphone e alle smart tv passando per smartwatch e tablet”. <strong><a href="https://twitter.com/daprgio" target="_blank">Giovanni Daprà</a></strong>, co-fondatore e Ceo di <a href="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/48593/startup-en-2-it/consigli-per-una-startup-fintech-che-vuole-andare-nel-regno-unito-da-uno-startupper/" target="_blank">MoneyFarm</a>, parla di “product design. Qualcuno che sia in grado di utilizzare le logiche di product design che oggi vengono usate dalle principali aziende tech e conosca le dinamiche del Fintech e i vincoli regolamentari e operativi tipici del nostro settore”.</p>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;">Semplificazione e dialogo</h2>
<div id="attachment_48889" style="width: 175px" class="wp-caption alignleft"><img aria-describedby="caption-attachment-48889" loading="lazy" class="  wp-image-48889" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO.jpeg" alt="lsEHn1MO" width="165" height="166" srcset="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO.jpeg 681w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO-150x150.jpeg 150w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO-300x300.jpeg 300w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO-262x265.jpeg 262w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO-184x184.jpeg 184w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/lsEHn1MO-125x125.jpeg 125w" sizes="(max-width: 165px) 100vw, 165px" /><p id="caption-attachment-48889" class="wp-caption-text">Riccardo Prodam, Unicredit</p></div>
<p class="p4" style="text-align: justify;"><strong><a href="https://twitter.com/riccardoprodam" target="_blank">Riccardo Prodam</a></strong>, capo di ricerca e sviluppo e open innovation di Unicredit, pone l’accento sulla capacità di “semplificare. Innova chi toglie non chi aggiunge: quando Steve Jobs ha iniziato a lavorare a uno smartphone non ha pensato a un telefono con funzioni molto più avanzate di quelli che c’erano in circolazione, ma ha eliminato i tasti. Come banche noi abbiamo un costo del capitale molto alto e siamo molto regolamentati. Attori non bancari che fanno un lavoro simile al nostro, come Paypal, sono più agili e hanno semplificato il prodotto. Starà alle banche centrali circoscrivere la loro attività, ma noi dobbiamo usare lo stesso approccio”. Approccio, e qui entra in gioco Daprà, che le startup affidano a figure che “conoscono la regolamentazione e capiscono come sia possibile soddisfare i requisiti regolamentari adottando soluzioni tecnologiche avanzate” e che “applichino l’expertise nella costruzione di soluzioni finanziarie per le esigenze della clientela con creatività, utilizzando la tecnologia e conoscendo le dinamiche di mercato”.  Per far dialogare i due mondi, spiega Rizzi, serviranno “professionisti ibridi in grado di fare ponte. Le banche stanno osservando le startup da vicino e stanno cercando di capire come collaborare, è necessario una sorta di startup manager”.</p>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;">Analisi dei dati</h2>
<div id="attachment_48888" style="width: 177px" class="wp-caption alignleft"><img aria-describedby="caption-attachment-48888" loading="lazy" class="  wp-image-48888" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/YONI-small_400x400.jpg" alt="YONI-small_400x400" width="167" height="167" srcset="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/YONI-small_400x400.jpg 400w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/YONI-small_400x400-150x150.jpg 150w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/YONI-small_400x400-300x300.jpg 300w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/YONI-small_400x400-184x184.jpg 184w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/YONI-small_400x400-125x125.jpg 125w" sizes="(max-width: 167px) 100vw, 167px" /><p id="caption-attachment-48888" class="wp-caption-text">Yoni Assia, eToro</p></div>
<p class="p4" style="text-align: justify;"><strong><a href="https://twitter.com/yoniassia" target="_blank">Yoni Assia</a></strong>, il fondatore della startup israeliana di social trading da<a href="https://www.crunchbase.com/organization/etoro" target="_blank"> 73 milioni di dollari di finanziamenti</a> <strong>eToro</strong>, introduce il tema dell&#8217;analisi dei dati : “Bisogna fare affidare attività di business intelligence a una squadra di professionisti con un background scientifico e matematico”. Sulla formazione in merito interviene Prodam, prevedendo “l’inserimento di laureati in matematica, fisica e ingegneria, rispetto ai più tradizionali in economia o giurisprudenza. In generale servono figure sempre più specializzate”. Ancora Prodam cita i Big data, “che nelle università vengono affrontati con network da 30 nodi mentre noi ne abbiamo da miliardi e miliardi, qualcosa dovrà cambiare anche nella formazione”, e l&#8217;estrazione delle informazioni e dell’intelligenza dai dati. “L’intervento dei data scientist”, incalza Ferrari, “è necessario per capire come la banca può diventare rilevante per ogni singolo cliente”.</p>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;"></h2>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;"></h2>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;">Growth hacking</h2>
<div id="attachment_48891" style="width: 168px" class="wp-caption alignright"><img aria-describedby="caption-attachment-48891" loading="lazy" class="  wp-image-48891" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/Giovanni-Dapra-kzyE-258x258@IlSole24Ore-Web.jpg" alt="Giovanni-Dapra-kzyE--258x258@IlSole24Ore-Web" width="158" height="158" srcset="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/Giovanni-Dapra-kzyE-258x258@IlSole24Ore-Web.jpg 258w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/Giovanni-Dapra-kzyE-258x258@IlSole24Ore-Web-150x150.jpg 150w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/Giovanni-Dapra-kzyE-258x258@IlSole24Ore-Web-184x184.jpg 184w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/Giovanni-Dapra-kzyE-258x258@IlSole24Ore-Web-125x125.jpg 125w" sizes="(max-width: 158px) 100vw, 158px" /><p id="caption-attachment-48891" class="wp-caption-text">Giovanni Daprà, MoneyFarm</p></div>
<p class="p4" style="text-align: justify;">I due startupper Daprà e Assia fanno riferimento ai growth hacker. “Qualcuno che sia in grado di utilizzare i dati del prodotto o sul comportamento degli utenti per riuscire a ottimizzare la piattaforma o il servizio ai fini di accelerare la crescita”, spiega il co-fondatore di Money Farm.</p>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;">Open source e api</h2>
<div id="attachment_48892" style="width: 231px" class="wp-caption alignleft"><img aria-describedby="caption-attachment-48892" loading="lazy" class="wp-image-48892" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/m237bpn6.jpeg" alt="m237bpn6" width="221" height="148" srcset="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/m237bpn6.jpeg 400w, https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/sites/7/2015/05/m237bpn6-300x200.jpeg 300w" sizes="(max-width: 221px) 100vw, 221px" /><p id="caption-attachment-48892" class="wp-caption-text">Roberto Ferrari, CheBanca!</p></div>
<p class="p4" style="text-align: justify;">“Ovviamente quello che è core non è condivisibile, ma il resto sì, e va condiviso”, afferma Prodam, facendo notare come per il processo di assunzione stesso si rivolga alle community che lavorano sul codice sorgente di Unicredit. “Osservo i migliori e li contatto”, spiega. In termini di professionalità, sono Ferrari e Rizzi a parlare di esperti di Api e digital architect che aprano i sistemi bancari a terzi e “siano in grado di lavorare su piattaforme middleware e corebanking che siano più possibile open”.</p>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;"></h2>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;"></h2>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;"></h2>
<h2 class="p4" style="text-align: justify;">Esperti di blockchain</h2>
<p class="p4" style="text-align: justify;">Chiudono i professionisti di risk management citati da Assia. Interessante, inoltre, il riferimento di Rizzi a esperti di blockchain. In un momento in cui anche i colossi come Goldman Sachs<a href="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/48789/monete-virtuali/ecco-perche-il-futuro-di-bitcoin-si-gioca-sullasse-italia-romania/" target="_blank"> scommettono cifre importanti</a> su Bitcon, e soprattutto sulla tecnologia alla base della criptomoneta, sarà importante avere in squadra qualcuno che se ne occupi in modo specifico.</p>
<div class="at-below-post addthis_tool" data-url="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/48887-20150515-posti-di-lavoro-fintech"></div>

Trovare lavoro nel Fintech: ecco le figure più richieste

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I fondatori e Ceo delle startup MoneyFarm ed e-Toro, il direttore generale di CheBanca!, il capo dell’innovazione di Unicredit e il fondatore di Fintechstage ragionano sulle professionalità più richieste del Fintech.

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