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Prima di Android M. Prima di Google Foto, applicazione che ci consentirà di archiviare un numero illimitato di scatti e filmati, e prima del sistema operativo per l’Internet of things Birillo è arrivato Android Pay. Google ha scelto l’annuale conferenza degli sviluppatori I/O per togliere il velo al suo sistema di pagamento introdotto lo scorso marzo al Mobile World Congress di Barcellona. La sfida ad Apple Pay è, quindi, ufficialmente lanciata e si concretizzerà nei mesi estivi (probabilmente) a partire dagli Stati Uniti. Mountain View va a competere direttamente anche con il primo produttore di dispositivi Android: Samsung, attivo da qualche mese con Samsung Pay. Le strade dei due si incroceranno sopratutto sul sensore per l’impronta digitale, cui Google ha lavorato internamente per caratterizzare gli smartphone con il nuovo sistema operativo Android M. Android Pay funzionerà dalla quarta generazione Kitkat in poi, ma per autorizzare le transazioni con il polpastrello bisognerà aspettare M (Muffin).

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Pagamenti Nfc

Dal punto di vista dell’utente il sistema di pagamento di Google è praticamente identico a quello di Apple: avvicini il dispositivo al Pos contactless e paghi. È compatibile con tutti i telefonini con il robottino verde dotati di Nfc, circa 7 smartphone Android su 10.

Hce e obbligo di connessione

Il processo di tockenizzazione, ovvero la creazione di un codice fittizio per proteggere quello della carta con cui si sta pagando, è legato alla tecnologia Hce e impone la presenza di una connessione Internet nel negozio. Apple Pay può farne a meno perché affida l’operazione a un chip.

Gli accordi

Si potranno effettuare acquisti all’interno delle applicazioni, altro tratto comune a Cupertino. Le iconcine pronte ad accogliere la novità sono già più di un migliaio (Groupon, Uber, Lyft, Eventbrite, ecc), mentre i punti vendita fisici pronti sono 700mila negli Stati Uniti (McDonald’s, Toysrus, Macy’s, Subway, ecc). Per quello che riguarda le app, Android Pay potrà “entrare” anche in quelle delle banche. Negli Stati Uniti c’è l’accordo con gli operatori At&t, T-Mobile e Verizon per pre caricare la soluzione su tutti i telefonini venduti.

Fidelizzazione

Google si è già occupata dei programmi di fidelizzazione, vero valore aggiunto dei pagamenti digitali: Android Pay sarà in grado di registrare i dati e applicare direttamente e autonomamente sconti. L’idea è di quella di rendere l’azione di pagamento una questione di pochi secondi, indipendentemente da eventuali promozioni o conteggi aggiuntivi.

Che fine fa Google Wallet

A bordo sono saliti tutti i principali circuiti, da Mastercard a Visa passando per American Express. Anche Google Wallet sarà della partita. Secondo quanto anticipato dal New York Times dovrebbe diventare una funzione interna ad Android Pay dedicata agli scambi peer-to-peer fra un utente e l’altro. Il rivale in questo caso è Facebook Messenger.