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L’idea è stata quella di realizzare una bacheca tridimensionale, un muro, appunto, su cui far scorrere in tempo reale, secondo dopo secondo, tutte le informazioni sulle borse mondiali. Tutte fruibili in mobilità da smartphone, tablet, accessori wearable e smart tv. Un bacino di notizie su mercati e aziende di tutto il mondo, quotazioni in tempo reale per 50.000 strumenti finanziari, dati e contenuti editoriali multimediali in collaborazione con testate giornalistiche di primo piano. Non è un caso che la startup che offre questo servizio si chiami proprio MarketWall e che abbia da poco convinto una banca italiana a firmare un accordo in esclusiva con cui la banca si è riservata il diritto di ingresso nel capitale della società per una quota, esercitabile entro il 2018, che le consentirebbe di diventare azionista di riferimento.

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La piattaforma mobile first che vuole rottamare il televideo

MarketWall è nata nell’aprile del 2014 dall’ idea di creare una startup concepita per gli smart device e dal fatto che nell’ambito finanziario non esistesse ancora uno strumento del genere, una piattaforma che avesse questa vocazione al mobile. «Sul mercato c’era solo una mera trasposizione dei servizi pensati per il mondo web», ha spiegato a Smartmoney il Ceo e fondatore di MarketWall, Marco Roscio Ricon (che è stato per anni responsabile delle applicazioni Desktop & Internet del London Stock Exchange Group) sottolineando che questo tipo di prodotto non originale di conseguenza ereditava alcuni vizi strutturali: «i titoli venivano banalmente raffigurati con una lista di strumenti ricalcante un’antica tradizione che risali ai giornali, in cui da sempre si usa questo tipo di  visualizzazione perché c’è poco spazio».

Un aspetto grafico che è rimasto lo stesso dei primi siti internet del 1998 e che andava bene per il televideo, non più per il web e tanto meno per i cellulari. «Oggi la possibilità di utilizzo di smartphone e tablet è completamente diversa, legata allo sfogliare e a toccare il contenuto – continua Roscio – così abbiamo pensato di creare qualcosa di completamente diverso, che si basasse proprio sul poter sfogliare i titoli, i prezzi e sul creare un muro tridimensionale su cui fosse possibile monitorare l’andamento dello strumento finanziario nel corso della giornata e interagendo con un grafico finanziario».

Non è solo una cosa da broker

La startup, attualmente controllata da una società canadese quotata in Borsa, la AnalytixInsight Inc, si sostiene grazie all’accordo in esclusiva con Intesa Sanpaolo (replicabile in maniera simile solo in un altro Paese) e agli abbonamenti sottoscritti dai privati. La piattaforma è infatti aperta anche a soggetti che non siano necessariamente né imprese nè correntisti, il business model è quindi fondato su un modello che è sia B2B (business to business) rivolto quindi alle altre imprese, sia B2C (business to consumer) verso i privati, ossia chi pur non essendo cliente di Intesa Sanpaolo voglia utilizzare la piattaforma di tipo informativo. «L’unica differenza è che chi userà la piattaforma come servizio aggiuntivo a quelli offerti dalla dovrà pagare il prezzo che Intesa riterrà più opportuno per l’utilizzo della piattaforma, gli altri uno meno favorevole», ha spiegato Roscio.

E adesso occhi rivolti all’Europa

Sono due i driver di crescita che MarketWall si sta prefiggendo. Il primo riguarda la copertura di tutti i device del mondo Android, cercando così di essere più presenti sul mercato. Il prodotto infatti non nasce solo per gli operatori di borsa, ma anche per tutti quei piccoli e grandi investitori che vogliono essere informati su quello che accade nei mercati in tempo reale. Il secondo obiettivo riguarda invece il rapporto con l’estero, “vorremmo replicare quello che abbiamo realizzato in Italia con la prima banca del Paese anche fuori dall’Italia, principalmente pensiamo all’Inghilterra e l’Europa”, ha aggiunto Roscio spiegando che la società è in crescita anche dal punto di vista  dei dipendenti: «pensiamo di raggiungere a breve la decina di persone, ma siamo in continua crescita, le assunzioni fanno parte del nostro piano industriale».

Mariachiara Furlò
@mariachiarafur