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Tutto nasce quando Sara, laurea in economia, è a Cambridge per un corso di marketing: «Andavo spesso a Londra e soggiornavo in alberghi. Volevo passare una notte in un 4 stelle, ma il prezzo era proibitivo: la camera costava intorno ai 650 pound. Il web prolifera di offerte low cost. Possibile non ci fosse un modo per offrire a tutti un’esperienza di lusso a prezzi ragionevoli? Allora è scoccata la scintilla», racconta Sara a Startupitalia.
La giovane italiana inizia a studiare e scopre che c’è un problema senza soluzione con numeri incredibili: oltre 1 milione di posti letto in hotel di lusso resta invenduto ogni giorno per il prezzo elevato.

Il team di Bidtotrip: Sara Brunelli, Chiara Fusaroli e Augusto Grandi

Il team di Bidtotrip: Sara Brunelli (al centro), Chiara Fusaroli e Augusto Grandi

La startup che mette all’asta gli hotel di lusso

Bidtotrip si basa su un modello di asta. Le persone scelgono la destinazione (Castelli, Golf Club, Resort a 5 stelle, Relais e residenze d’epoca) si iscrivono pagando un fee di ingresso di circa 3 euro. E se sono fortunati, se la loro offerta è la più alta si aggiudicano il soggiorno: «Potrebbe capitare di vincere un viaggio fantastico per 20 euro» spiega Sara. Il risparmio può arrivare fino al 95%. Anche chi non la spunta, ottiene dei benefit come sconti su voli aerei. La piattaforma prende una percentuale sul venduto che varia a seconda della convenzione con gli alberghi.
Tornata in Italia, Sara coinvolge nel suo progetto due amici, Chiara e Augusto, e poi due imprenditori (Paolo Casadei e Giacomo Stella), che investono in Bidtostrip 50mila euro.

La piattaforma viene lanciata il 10 settembre 2014, dopo due mesi di test. La svolta c’è con la vittoria a un programma di accelerazione in Silicon Valley. Si chiama Blackbox (e ha Google tra i partner): «Siamo stati scelti tra 15 aziende nel mondo. Siamo partite Chiara ed io ed è stata un’esperienza magnifica. Abbiamo lavorato con mentor di Google, costruito un network di contatti incontrando amministratore delegato di Expedia, rappresentanti di TechChrunch».

200K con l’equity crowdfunding

Sara torna a Londra. È lì che incontra un gruppo di imprenditori italiani che aiuta le startup a posizionarsi sul mercato inglese. Il network si chiama istarter e decide di investire sulla sua idea (otto partner raccolgono la sfida). Sono loro a consigliarle di lanciare una campagna di equity crowdfunding, una buona cassa di risonanza per acquisire utenti inglesi e assaggiare subito il mercato: 140mila sterline raccolte finora (di cui 77mila raccolti in meno di 26 ore), un successo che non si arresta: «Terremo aperta la campagna fino al raggiungimento di 200mila sterline. Un successo che ha sorpreso anche i proprietari del sito che mi hanno chiesto di diventare ambassador. Dietro questo successo c’è molto lavoro: non ricordo quando è l’ultima volta che dormo una notte intera, tra gli innumerevoli eventi a cui ho partecipato per raccontare l’idea e creare contatti».

Con l’investimento Sara formerà un team in Inghilterra: sta cercando un digital marketing senior e una persona con esperienza manageriali nel travel, mentre in Italia cerca sviluppatori front e back end. Serviranno ad aumentare i numeri già discreti della startup: 17mila utenti, una crescita del 30% rispetto allo scorso anno, 300 strutture convenzionate in tutto il mondo.

Giancarlo Donadio

Scheda: Cos’è Seedrs

seedrs

Seedrs è una piattaforma di equity crowdfunding fondata da due imprenditori, Jeff Lynn e Carlos Silva. Gli investitori ottengono un’azione della società con un investimento minimo di 10 sterline. Possono attivare campagne tutti i residenti in Paesi europei. Recentemente la piattaforma ha ottenuto un finanziamento per 15,6 milioni di dollari da parte di Woodford Patient Capital Trust plc (WPCT). Precedentemente aveva ricevuto un altro round di 7,2 milioni di dollari da Faber Ventures, come svela Techchrunch in questo articolo.