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Ci voleva un segno di fiducia per Jack Dorsey. Dai mercati il Ceo “uno e bino” di Twitter e Square nelle ultimi settimane ha ricevuto solo sberle. La prima carezza arriva da Visa. Il big dei pagamenti crede in Square: ha ampliato la propria quota al 9,99%, diventando così il primo azionista della società. Un messaggio di fiducia, che i mercati hanno immediatamente captato. Dopo l’ennesima giornata in rosso, la notizia ha fatto impennare il titolo di Square del 6% nelle contrattazioni del dopo-borsa.

Jack Dorsey, Ceo di Square (e Twitter)

Jack Dorsey, Ceo di Square (e Twitter)

Comprare Square (ai saldi)

Visa è stato uno degli investitori della prima ora, puntando su Square già dal 2011 (a poco più di un anno dal lancio della startup). Adesso allarga la sua fetta di torta, ingolosita dal prezzo delle azioni, che dal momento della quotazione hanno bruciato oltre un terzo del proprio valore.

Visa non si muove in borsa per speculare, ma ha comunque colto l’occasione. Perché le performance di Square a Wall Street non riflettono le potenzialità del titolo. Gli analisti si sono pronunciati in modo positivo sull’andamento delle azioni.

Nell’ultimo mese, su 7 analisti, 2 (Jefferies e Goldman Sachs) hanno attribuito un rating buy. Cioè hanno consigliato al mercato di comprare perché il prezzo delle azioni è destinato a salire. In 3 hanno etichettato Square come outperform (cioè farà meglio del mercato di riferimento) e in 6 come “hold” (raccomandando cioè di mantenere la posizione). Nessuno ha raccomandato di vendere. E sono tutti d’accordo sul fatto che il prezzo giusto per vendere sia ancora lontano da quello attuale (poco sotto i 9 dollari). Goldman Sachs fissa il target price a 16 dollari, Rbc Capital e Barclays a 15, Jp Morgan a 14, Topeka e Deutsche Bank a 13, Morgan Stanley a 12 e Wedbush a 11.

visa square

Perché a Visa piace Square

Ma perché Visa investe in Square? Come accade nell’universo fintech, il pesce grande guarda a quello più piccolo con un misto di curiosità e diffidenza. Visa ha già un suo lettore di carta di credito che si integra con gli smartphone, payWave. La forza del marchio però non è al momento paragonabile con quella di Square che, nonostante le difficoltà, conserve ben altro appeal. Square sarà allora una fonte di ispirazione e innovazione. Ma c’è di più: dalla posizione privilegiata di primo azionista, Visa potrà osservare dall’interno un (per ora potenziale) concorrente, in grado di impattare sul business classico delle carte di credito.

Soci in affari con Apple

Non solo Visa. All’inizio di febbraio ha aperto un nuovo canale che potrebbe consentire a Dorsey di raccogliere un raccolto seminato a novembre. Poco dopo la sua quotazione, Square aveva annunciato il lancio di un Nfc reader compatibile con Apple Pay. Un prodotto che adesso è possibile acquistare direttamente sull’Apple Store.

Due buone notizie nel giro di due settimane sono oro per Dorsey. Ma Wall Street resta un terreno accidentato anche per Square. La società, che prima di quotarsi era valutata 6 miliardi di dollari, oggi ha una capitalizzazione inferiore ai 3 miliardi. Quindi, nonostante la partnership con Apple e l’appoggio di Visa, c’è ancora poco da gioire. Un appuntamento chiave arriverà a marzo, quando Square ha previsto di chiudere il trimestre, per la prima volta nella sua storia, in utile. Se Dorsey dovesse mancare l’obiettivo, si ritroverebbe in grossi guai.

Paolo Fiore
@paolofiore