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Immaginate (se non lo avete già fatto) di aspettare un figlio. Tutti i genitori sperano che sia in salute e che un giorno possa avere successo e, perché no, diventare ricco. Capita, nell’universo fintech, che alcuni figli valgano quasi 40 milioni di euro ancor prima di nascere. È il caso di Mondo, la startup britannica che vuole concentrare una banca in un’app.

Il team di Mondo

Il team di Mondo

Come ti finanzio la banca in un’app

Mondo ha già incassato quasi 10 milioni di euro di finanziamenti. Gli ultimi, 5 milioni di sterline (circa 6,5 milioni di euro), sono arrivati il 15 febbraio da Passion Capital, lo stesso fondo che aveva già investito 2 milioni di sterline lo scorso anno. Nello stesso giorno, Mondo, ha lanciato su Crowdcube una campagna di equity crowdfunding da un milione di sterline, pari a una quota del 3,33%. 30 milioni di sterline di valutazione (circa 39 milioni di euro) senza essere ancora sul mercato e (soprattutto) senza avere ancora una licenza bancaria.

Come funziona Mondo

Al momento Mondo è in fase di sperimentazione, con 1500 carte prepagate gestite dall’app. La licenza bancaria dovrebbe arrivare entro l’estate e il lancio commerciale entro la fine del 2016. Sin da subito, l’obiettivo è la creazione di una clientela tra i 50 e 100 mila utenti.

Situazione ed andamento economici, una mappatura degli esercizi commerciali e delle spese effettuate (per capire quando, come e dove ho aperto il portafogli), notifiche per tracciare i pagamenti, alert che segnalano se le mani sono troppo bucate, una comparazione delle spese con i periodi precedenti (giorni, settimane, mesi) e – all’occorrenza – una notifica per chiedere se occorre un ampliamento provvisorio dello scoperto: questo fa Mondo. Tutto, proprio perché concepito senza sportelli, pensato (nella grafica e nelle funzionalità) per lo smartphone. Non a caso lo slogan è “la banca smart quanto il tuo telefono”.

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Mark Mullen, ceo di Atom

Il fenomeno neo-banche

È il nuovo corso delle cosiddette “neo-banche”, le banche native digitali. Istituti che non hanno filiali né nascono da costole di gruppi tradizionali. E in questo settore, a ben guardare, il figlio ricco già in fase di gestazione non è così raro.

Altra neo-banca senza licenza e altra pioggia di finanziamenti: Starling Bank ha incassato i 70 milioni di dollari (63 milioni di euro) sborsati da Harald McPike. Atom Bank la licenza ce l’ha, ma non è ancora sul mercato. Lo sorso novembre, il gruppo spagnolo Bbva ha sborsato 45 milioni di sterline (58 milioni di euro) per il 29,5% delle società, valutandola più di 150 milioni di sterline (194 milioni di euro). La conferma che le neo-banche non nascono ma possono essere adottate da grandi gruppi bancari. Perché i pargoli promettono bene.

Paolo Fiore
@paolofiore