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Si erano fatti conoscere al grande pubblico lo scorso maggio, partecipando all’edizione italiana di Shark Tank e chiudendo un accordo con Gianluca Dettori, che aveva offerto 250K per il 25% di equity. Sinba, la startup di Andrea Visconti e Alessandro Bava era già operativa da 1 anno, ma avevano bisogno di un’iniezione di liquidità per completare lo sviluppo e andare sul mercato. Con cosa? Con un’app che consente di acquistare direttamente in negozio la merce scansionando il codice a barre, pagarla tramite smartphone (carta di credito, bancomat o bonifico) e ritirare in cassa lo scontrino).

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Sinba trova casa a Roncade

Al talk di Italia 1 era seguita una due diligence, che è scaduta da alcune settimane. Accordo che probabilmente non si rinnoverà, anche perché nonostante questo fosse ancora in corso la startup dei 2 giovani torinesi nel frattempo per 4 mesi si è fatta accelerare all’H-Camp di Riccardo Donadon, a Roncade.

Oggi Sinba comunica di aver chiuso un round da 100K con H-Farm (per l’8%) e un business angel (per il 2%) che però «preferisce rimanere anonimo», dice Visconti, che abbiamo raggiunto telefonicamente, e che ha scherzato: «Nulla di oscuro, eh!». Insomma, numeri alla mano la startup è stata valutata 1 milione dagli investitori.

Il papà come primo investitore

Il primo finanziatore di Sinba era stato il padre di Visconti, che a gennaio 2014 ci ha messo i primi (e unici) 15 mila euro: «Inizialmente – ci racconta Andrea – voleva darmeli senza che li restituissi, come un anticipo di eredità, ma io gli ho detto che cercavo un socio, e 2 anni dopo gli sto restituendo una plusvalenza».
A dire il vero 2 anni fa sarebbero dovuti arrivare degli investitori internazionali, Visconti e Bava ne erano convinti, al punto che avevano anche annunciato come «vicinissima» la firma. Ma non sono arrivati neanche quelli.

Cash 50K gli altri in servizi (per 5 anni)

Dei 100 mila euro investiti da H-Farm e dal business angel, la metà sono in servizi (tra i quali un accordo che azzera le commissioni di PayPal fino a 1 milione di euro di transato), che la società di Donadon metterà a disposizione della startup per 5 anni. Cash solo 50 mila euro, coi quali i 2 founders dovranno riuscire a ultimare la prototipazione di un totem di validazione delle transazioni da installare nei punti vendita, il Sinba Checker, e coi quali, ovviamente, dovranno pure pagarsi gli stipendi. Intanto Visconti, che è anche papà di 2 bimbi, aveva assunto anche un impiego part-time come promoter di articoli sportivi.

Aldo V. Pecora
@aldopecora