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Quando non gli puoi fare la guerra, fatteli amici. Si può riassumere così quello che sta succedendo da alcuni mesi a questa parte all’interno di molte banche d’affari. La scelta è se restare schiacciati dal fintech o se esserne protagonisti, magari utilizzando l’enorme potere economico di cui si dispone per portare nel proprio recinto le startup più disruptive. E’ notizia delle ultime ore che il gruppo Goldman Sachs ha avviato l’acquisizione di Honest Dollar, una piattaforma di gestione del risparmio online focalizzata sull’offerta di servizi finanziari a piccole imprese e startup.

Il team di Honest Dollar

Il team di Honest Dollar

Un ex di Apple e IBM tra i founders

La startup fintech acquistata dal colosso bancario si chiama Honest Dollar, e ha sede ad Austin, in Texas. I founders sono William Hurley al secolo whurley, developer ex Apple ed IBM, che ha lasciato per fondare uno studio creativo di design e sviluppo software, Chaotic Moon, ed Henry Yoshida, che però a giugno 2015 ha lasciato la startup.

La piattaforma di Honest Dollar è interamente web-based, per iscriversi – dicono i founders – bastano 90 secondi. Prima dell’exit con Goldman, la startup aveva chiuso un round di investimento da 3 milioni con Expansive Ventures, Formation 8 e Core Innovation Capital.

Pensioni per startupper a partire da 8 dollari al mese

Secondo Goldman Sachs ci sarebbero circa 45 milioni di americani ai quali i datori di lavoro non forniscono un piano di pensionamento. Ma non è solo una questione di colpa o negligenza dei datori di lavoro. E’ la stessa Goldman che accenna a “costi nascosti” che gravano sui fornitori di maggiori dimensioni. Costi che la startup texana era riuscita a tagliare fino a una soglia molto accessibile: a partire da 8 dollari al mese per dipendente. Un pacchetto studiato ad hoc su startup e piccole imprese.

«Honest Dollar ha creato una soluzione semplice a un problema complesso risparmi per la pensione» hanno detto, in un comunicato, Timothy O’Neill e Eric Lane, dirigenti della  Investment Management Division di Goldman Sachs. «Insieme potremo aiutare milioni di persone a raggiungere i loro obiettivi di investimento».

I termini della transazione non sono stati resi noti. Quello che sappiamo è che tutto sarà formalizzato dopo la primavera e che non c’è all’orizzonte alcun trasloco a New York per Honest Dollar, che manterrà la sua sede ad Austin.

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L’Investment Management Division di Goldman

L’Investment Management Division di Goldman Sachs è una speciale divisione strategica che incorpora a sua volta 2 dipartimenti del colosso finanziario, il Goldman Sachs Asset Management (GSAM) e il Private Wealth Management (PWM), fornisce soluzioni per la gestione di asset e wealth management per istituzioni e investitori privati a livello globale. GSAM è uno dei principali asset manager al mondo, impiega oltre 700 professionisti degli investimenti e gestisce beni per mille miliardi di dollari.

Così Goldman Sachs sta entrando nel recinto fintech

Il numero uno di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha spesso ostentato il lato squisitamente “tech” della società: ha guidato personalmente una caccia alle migliori teste per creare un proprio team tecnologico, ha promosso e ospitanto hackathon e incentiva l’utilizzo di software open-source nelle proprie piattaforme di trading.

E l’acquisizione di Honest Dollar da parte di Goldman non è il primo e non sarà l’ultimo deal nel recinto del fintech. Nel corso degli anni la banca d’affari di New York ha investito su diverse aziende e startup fintech di primo piano, tra cui Paypal e Square. Lo scorso anno, ha anche realizzato un report sulle cosiddette “banche ombra”, secondo cui alcune società specializzate nel peer-to-peer, come Lending Club, potrebbero sottrarre fino a 11 miliardi di dollari di profitti alle banche tradizionali. Un enorme mole di denaro che Goldman ha iniziato a rosicchiare, con una serie di investimenti in startup fintech, come il provider di dati finanziari Kensho, il lender OnDeck e il broker Motif Investing. Ma c’è anche chi ha lasciato il colosso Usa cedendo alle sirene del fintech, come il caso di Hugo Davies il giovane analista che un mese fa si è licenziato da Goldman per un posto in LendInvest, startup fintech di p2p lending londinese.

E dalle startup passa l’eterna guerra con JP Morgan

Ma c’è un altro colosso che non vuole lasciare a Goldman Sachs tutti gli spazi nella foresta del fintech: JP Morgan. Secondo un sondaggio condotto nel 2015 da Research Automated, le due banche hanno “il migliore track record di implementazione” ed entrambe, scrivono gli autori del sondaggio, “possono imparare con successo dai nuovi operatori nei pagamenti, nella blockchain e nei robo-advisors”

Aldo V. Pecora
@aldopecora