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Duro colpo di PayPal al business del crowdfunding. La multinazionale del payment non rimborserà più i donatori in caso di perdita della somma investita in una campagna. La misura è inserita nell’aggiornamento della policy della multinazionale che partirà dal prossimo 25 giugno.

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Il crowdfunding esce dal programma “protezione acquisti”

In sostanza nel nuovo testo i pagamenti del crowdfunding vengono equiparati alle scommesse. PayPal non vuole assumersi rischi, che non sono poco frequenti. Secondo un rapporto pubblicato da Kickstarter c’è un buon 9% dei progetti finanziati sulla piattaforma che alla fine non riescono a consegnare il premio previsto. Il report dice molto di più. L’8% dei dollari donati finisce in idee che poi falliscono. Il 7% dei donatori non riceve il premio che aveva concordato. E solo il 65% dei donatori ottiene il “reward” nel tempo previsto.

L’Europa non è ancora coinvolta

«In Australia, Brasile, Canada, Giappone e altri Paesi, abbiamo escluso i pagamenti effettuati durante le campagne di crowdfunding dal nostro programma di protezione. Una scelta dovuta all’aumento dei rischi e delle incertezze delle campagne che non garantiscono un ritorno degli investimenti» scrive PayPal e pare che la misura sarà estesa anche all’Europa. Con la nuova policy le campagne vengono divise in due categorie: raccolta fondi e anticipi su prevendita dei prodotti. Quest’ultime, le cosidette campagne di preselling rientrano ancora nel programma di protezione che oggi tutela i venditori per pagamenti che vengono effettuati da account crackati e i clienti nel caso in cui l’acquisto non arrivi a destinazione o non corrisponda alla descrizione.

I numeri del crowdfunding

Comunque il mercato del crowdfunding è in buona salute. Lo dicono i dati di CNBC del 2015: 34 miliardi il volume totale della raccolta fondi sul web. Di questi, 5,5 miliardi vengono fuori dal reward, 2,5 miliardi dall’equity. Mentre la fetta più grande la mangia il peer-to-peer lending, ben 25 miliardi.

Spazio per nuovi player?

Qualche mese fa avevamo parlato di alcune startup che hanno sviluppato servizi di payment proprio per il crowdfunding, come Lemonway che gestisce i pagamenti su circa 300 piattaforme (in Italia, lo usa per esempio il sito Produzioni dal Basso). Il dietrofront di PayPal potrebbe offrire maggiore spazio nel settore, con la nascita di nuovi player.