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E ora la vita per le banche si fa davvero dura. L’Unione Europea ha modificato parte della legislazione che regola il mercato del payment. Le startup fintech avranno diritto ad accedere ai dati che gli istituti finanziari possiedono sui loro clienti, se questi le autorizzano: «È una grande rivoluzione perché le startup potranno così bypassare il settore bancario», scrive il Financial Times.

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Così le banche avevano boicottato Bankin’

Con l’aggiornamento alla normativa, che entrerà in vigore a partire dal 2018, non potranno più esserci casi come quello di Bankin’, la startup fintech francese “boicottata” dalle banche. Il Financial Times racconta la storia di Joan Burkovic, il fondatore dell’app che collegandosi ai dati bancari dei clienti offre informazioni sulle loro abitudini di spesa (quanto dei suoi soldi vanno nell’affitto, quanto nello shopping…), per poi avvertirli nel caso in cui rischiano di andare in rosso.

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Un giorno Joan riceve una telefonata da un impiegato bancario, ignaro che la persona dall’altra parte della telefonata è proprio il fondatore dell’app. Nella telefonata gli spiega come Bankin’ non sia un prodotto fornito dalla banche e che i suoi utilizzatori non saranno rimborsati in caso di frodi. La chiamata non è un fatto isolato, ma è parte di una serie di telefonate per avvertire tutti i clienti dell’istituto finanziario. Un vero e proprio boicottaggio: «Alcuni utenti ci hanno scritto su Twitter perché avevano ricevuto una chiamata dalla banca che li invitava a non usare il servizio», racconta Burkovic. L’episodio è avvenuto solo tre anni fa, nel 2013, ma sembra già preistoria. Oggi lo startupper ha di che rallegrarsi a seguito dei recenti sviluppi delle normative europee: «I cambiamenti della legge facilitano i nostri affari e rendono in qualche modo ufficiale il nostro modello di business», sostiene Burkovic.

La partita sulla sicurezza

Ogni rosa ha le sue spine. La nuova direttiva da una parte legittima le fintech nel loro ruolo di competitor degli istituti finanziari e offre loro un libero accesso ai dati dei clienti (previa loro autorizzazione), dall’altra inasprisce i regolamenti in materia di sicurezza e protezione dei dati. Che poi non è così un male, se ci pensiamo. Garantire una migliore protezione dei dati significa per una fintech aumentare la fiducia del cliente e l’affidabilità del servizio.

Diverse sono le reazione alla legge. C’è chi come Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione Europea, sottolinea come “l’aggiornamento porterà a più competizione e innovazione, soprattutto nel campo del payment, con vantaggi per benefit e consumatori”. E poi ci sono i pareri delle banche raccolti da FT, preoccupate dal nodo sicurezza e dall’aumento probabile delle loro responsabilità legali nei confronti degli utenti.

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Valdis Dombrovskis

Gli affari che le banche rischiano davvero di perdere

Lo startupper sottolinea che la nuova legge porterà una competizione più sana tra banche e renderà i consumatori finalmente liberi di scegliersi i servizi più convenienti. Una delle funzioni di Bankin’ consente di fare confronti tra le fee della propria banca e degli altri istituti finanziari: «Così restituiamo potere ai consumatori», spiega Burkovic.

Ma la maggiore competizione non è l’unico rischio che le banche corrono. Immaginiamo uno scenario in cui Google, Amazon e Facebook faranno a gara per raccogliere le informazioni finanziarie dei clienti (fino a oggi tesoro custodito dalle banche) e di metterle tutte in un solo sito per offrire servizi di payment. Se non dovessero reagire, le banche potrebbero così trovarsi ad essere un semplice network per trasferire denaro da un posto all’altro, mentre tutte le interazioni con i consumatori (e i nuovi dati che da queste saranno raccolti) finiranno nelle mani delle big company dell’IT.

Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1