Chi è il fondatore di ProntoPro.it, startup nata nel 2015 e lanciata con Silvia Wang che ha raccolto 3 milioni da Immobiliare.it
Bocconiano. Manager a 26 anni per una delle multinazionali della digital economy più grandi al mondo. Capo a Taiwan e in Indonesia dove controllava il lavoro di centinaia di dipendenti. Parte per l’Asia da Milano il giorno in cui capisce che «il lavoro da consulente era troppo, troppo noioso». Oggi Marco Ogliengo ha 29 anni. Nato a Parma, milanese d’adozione, da un anno ha lanciato una startup con la sua compagna Siliva Wang. ProntoPro.it. Un seed da 400mila euro nel 2015 (300 da business angels, 100 da risparmi propri). E un primo round di investimento, un aumento di capitale arrivato il 22 giugno da Immobiliare.it. 3 milioni. «Dopo una settantina di pitch in 12 mesi a investitori che non hanno creduto nel valore della nostra idea». Capita.
Un portale per i professionisti: il business di ProntoPro
Prontopro è un portale che mette in contatto chi ha bisogno di un professionista, qualsiasi professionista, potenzialmente di ogni campo, con i clienti. Il cliente indica sul portale quale bene o servizio desidera (dalle zanzariere alla fotografia, passando per l’idraulico e l’illustratore) e chiede alla rete dei professionisti dei preventivi. Ogni professionista fa il suo. Il cliente sceglie. Deal. I soldi Ogliengo li fa dai preventivi: ogni volta che un professionista decide di sottoporne uno, paga un credito del valore di due euro al portale. «Per ora i prezzi sono fissi per ogni categoria». Finora sono iscritti 50mila professionisti, spiega il founder, e «facendo un calcolo per forza di cose non troppo preciso pensiamo che dalla nostra piattaforma siano girati in un anno circa 30 milioni di euro di preventivi, ma non possiamo sapere quanti di questi siano diventate commesse reali».
La startup dal nome facile (senza inglesismi forzati)
Chiunque si occupi in qualche modo di startup in Italia ha le orecchie abituate a nomi che hanno radici o sonorità anglosassoni. Magari giustamente, perché spesso i founder hanno già ambizioni internazionali. Ogliengo e Silvia Wang (cofondatrice della startup) hanno scelto un nome che è una sintesi tra «pronto» che indica l’immediatezza del servizio, e «pro» che è la prima sillaba di professionista. «Perché? Perché è facile da ricordare. Credimi ci abbiamo messo un sacco di tempo per deciderlo, ma alla fine è una soluzione semplice. E nessuno ci impedisce di usare un altro nome se ci allarghiamo in altre nazioni».
7 minuti: «Ti triplichiamo lo stipendio ma nessuna certezza»
Ogliengo lavorava come consulente per McKinsey. «Avevo studiato alla Bocconi, una società di consulenza è il primo lavoro quasi per tutti. Ma ho sempre desiderato lavorare in una startup. Farne una. In quel momento mi sembrava difficile». Poi nel 2012 incontra Oliver Samwer, ceo di Rocket Internet. «Mi fa un colloquio di 7 minuti. Quasi per gioco». La sera gli arriva una email: «Vuoi venire a lavorare per noi? Guadagnerai il triplo ma non avrai nessuna certezza e avrai una responsabilità enorme». Ogliengo non ci pensa su troppo. «Mi licenzio da McKinsey, faccio un giorno di vacanza e parto per l’Asia dove mi avevano assunto come consulente per le startup del gruppo Rocket». In particolare per Zalora, la Zalando d’Asia, l’ecommerce del fashion. Anche la sua cofounder (e compagna) Silvia ha un passato in Rocket Internet. Ed è lì che si sono incontrati.
Prima tappa. Indonesia. Nessuna certezza, dicevamo. Il suo capo viene licenziato da Rocket dopo un mese che Ogliengo è in Indonesia. «A Rocket funziona così. Se non funzioni, se crei problemi sei fuori. E in pochissimo tempo». Fatto fuori un capo se ne fa un altro. E’ proprio Marco Ogliengo che in 30 giorni dall’assunzione si trova a fare il managing director in una nazione nuova, in un continente mai esplorato: «Nessuno parlava una parola d’inglese. Comunicavo con in dipendenti con due traduttori». L’inizio non è facile: «Ho fatto anch’io un sacco di cazzate nei primi mesi. Non è facile lavorare in quelle condizioni. Poi? Poi ho recuperato». Unico occidentale tra centinaia di dipendenti cinesi, Ogliengo si fa strada lo stesso. La posizione non è più così incerta. E passa qualche anno in Asia.
Il rientro in Italia: lancia ProntoPro con un’idea precisa
Nel 2015 rientra in Italia. Si licenzia. E decide di farsi la sua azienda. «Mi ero accorto che volevo fare l’imprenditore. Ho sempre voluto fare l’imprenditore. E c’è un settore in Italia che nessuno ha trattato finora: quello delle professioni. Che oggi va avanti soprattutto col passaparola, o le pagine gialle». Un metodo poco meritocratico. E’ quello il mercato «vecchio» che individua come terreno di conquista. Gira una manciata di venture italiani. Un pdf in una pennetta usb. E un portale in mente, ma che è poco più di un’idea. «Mi dicono tutti no. Un po’ allora ci rimasi male, ma col senno di poi un po’ li capisco». Primo riconoscimento pubblico, la menzione speciale di TimWcap nel 2015.
Arrivano i primi soldi dai business angels. 300 mila euro. Il primo a crederci è Francesco Gagliardi, manager di Google. Altri angels a ruota. Il sito cresce. Comincia ad avere le prime metriche: «Ogni tre mesi raddoppiamo il nostro fatturato», dice Ogliengo. Gli utenti diventano migliaia. Decine di migliaia. Cominciano a chiudersi i primi accordi sulla piattaforma.
I venture dicono di no, ma arriva Immobiliare.it
Qualche mese fa arriva Immobiliare.it, caso di successo di digital economy in Italia, guidata da Carlo Giordano. Immobiliare aveva già investito nella sua prima startup lo scorso novembre: 4 milioni a Uala. E questi 3 a ProntoPro ne delineano una strategia di crescita e investimento in innovazione interessante. «Loro sono bravissimi. Sono un colosso nel digitale. Insieme a Facile.it, che comunque hanno la stessa radice. E non è un caso. Quando li ho conosciuti mi sono accorto che loro potevano dare alla mia azienda quello che serviva per crescere bene. Non solo capitali, ma anche competenza nella gestione e nel modello di buisiness».
ProntoPro apre un nuovo capitolo. Oggi ci lavorano 28 persone. I numeri sono in crescita. La crescita rispetta, stando alle parole del founder, quella che una startup deve avere. E i dati Alexa e Similarweb dicono che il sito raddoppia mese dopo mese il proprio traffico (ultimo dato di maggio 150mila visite). Non male per due ragazzi che avevano un futuro «incerto» magari ma da manager ben remunerati in una multinazionale del digital. Tedesca. Adesso fanno impresa in Italia. Il grado di incertezza magari aumenta un po’ ma: «Per noi è il massimo, è quello che volevamo».
Arcangelo Rociola
@arcamasilum