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Il suo nome a molti potrebbe non dire nulla. Eppure Madam C. J. Walker ha fatto qualcosa che a nessun’altra era mai riuscito: essere ricordata come la prima donna a diventare milionaria con le sue sole forze. Insomma, la prima self-made woman. Il colore della sua pelle non deve averla certo facilitata nella sua strada verso il successo. Ma lei, figlia di schiavi nelle piantagioni del sud degli Stati Uniti, non si fece fermare da nessuno nella costruzione della sua fortuna. Anzi, fu proprio l’attenzione alle necessità delle donne nere in fatto di cura dei capelli a darle l’idea vincente per la nascita della sua azienda, la Madam C. J. Walker Manufacturing Company.

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La prima donna libera della sua famiglia

Sarah Breedlove – questo il suo nome di battesimo – nasce il 23 dicembre 1867 a Delta, nello stato della Louisiana. Ha una sorella e quattro fratelli e il suo destino sembra essere segnato sin dalla nascita. È la prima della sua famiglia a nascere in completa libertà a causa dell’Emancipation Proclamation, il documento firmato da Abraham Lincoln che mette fine alla schiavitù nel 1863. I suoi genitori e i suoi fratelli maggiori avevano invece dovuto vivere in condizione di sottomissione alle dipendenze di Robert W. Burney, un ricco possidente della Madison Parish che nei suoi ettari di terreno impiegava circa 60 schiavi. L’infanzia di Sarah non è comunque facile visto che rimane orfana quando è ancora una bambina. Va a vivere con sua sorella Louvinia e con suo cognato nel Mississippi, lavorando come domestica. Nella sua storia c’è anche l’ombra dei maltrattamenti, quelli subiti da parte del marito della sorella. È forse per questo che a soli 14 anni decide di sposarsi con Moses McWilliams con il quale tre anni dopo avrà la sua unica figlia, Lelia. Il nome Walker con il quale è conosciuta arriverà dal suo terzo marito, Charles, che lavorava nel settore pubblicitario e che l’aiuterà non poco nella sua carriera imprenditoriale.

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Madame C. J. Walker alla guida nel 1912. Foto: Walker Family Archives

La cura dei capelli per le donne afroamericane

Un’esperienza personale nella cura dei suoi capelli la portano a capire le potenzialità di uno shampo e di una pomata che avrebbero aiutato molte donne della sua comunità. Il trauma della perdita dei capelli a causa di malattie del cuoio capelluto dovute alla scarsa igiene era comune a molte all’epoca. Come una moderna guru della cosmesi, Sarah, sulla base di alcuni consigli che riceve dai fratelli barbieri, si mette a provare in casa vari miscugli a base di zolfo fino a che non raggiunge la formula perfetta, quella da consigliare ad amiche e conoscenti. Il suo lavoro di lavandaia le frutta poco più di un dollaro al giorno. Quel prodotto, invece, può davvero significare la svolta per lei. Non lo inventa di certo, dato che sostanze simili erano già in commercio, ma capisce che è necessario stimolarne l’impiego quotidiano per risolvere i problemi delle donne afroamericane che perdono i capelli anche a causa della povertà e di una scarsa alimentazione. E si mette così in proprio, diventando un’imprenditrice di successo che consegna porta a porta il “Madam Walker’s Wonderful Hair Grower“.

Il sistema Walker

Quello che lei implementa è un metodo, il sistema Walker, che consiste nell’applicazione della pomata e dello shampo con l’ausilio di pettini di ferro riscaldati. La diffusione di questo sistema diventa capillare anche grazie a un’altra geniale intuizione: in assenza di negozi dedicati alla distribuzione dei prodotti di bellezza, mandare delle venditrici nelle case è l’unico modo per far capire le proprietà dei prodotti commercializzati alle clienti. «Avere un articolo valido da vendere è una cosa. Presentarlo bene agli acquirenti è un’altra», spiega alle sue dipendenti. I flaconi con la sua immagine cominciano a diffondersi in tutti gli Stati Uniti e lei diventa una star. Anche la figlia Leila viene coinvolta nell’affare perché comincia a gestire le vendite per corrispondenza. È il 1905 quando nasce ufficialmente a Denver la Madam C. J. Walker Manufacturing Company. L’azienda ha anche un ufficio a Pittsburgh.

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Lo stabilimento della Madam C. J. Walker Manufacturing Company a Indianapolis

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Il prodotto di punta dell’azienda con l’immagine di Madam Walker. Foto: Madam Walker Family Archives

20 mila venditrici porta a porta

Con il tempo il numero di prodotti commercializzati cresce e Madam Walker si fa anche divulgatrice di alcune nozioni scientifiche a tutte le donne che incontra durante i suoi tour promozionali dentro e fuori gli Stati Uniti. Crea occupazione per molte donne di colore che con la crescita dell’azienda diventano delle venditrici porta a porta formate personalmente da lei. Camicetta bianca e gonna nera sono la divisa che le rende riconoscibili in ogni casa. Secondo A’ Leila Bundles, sua discendente e biografa che sulla sua storia ha scritto un libro, nel 1919 la forza lavoro della Walker, tra operai e venditrici, raggiunge le 20 mila unità. Nel 1910 viene costruito uno stabilimento a Indianapolis dove viene fissata la nuova sede dell’azienda. Ormai i profitti sfiorano l’equivalente degli odierni milioni di dollari. Quella che le Walker Agents diffondevano nella comunità nera degi Stati Uniti d’America non era solo una soluzione per i capelli. Era anche uno stimolo alla cura di sé secondo la filosofia della pulizia e della bellezza che avrebbe aiutato le donne afroamericane ad elevare il loro status e a diventare indipendenti dal punto di vista economico. Una delle frasi più famose dell’imprenditrice della cosmesi è infatti: «Ho avuto un inizio dando a me stessa un inizio. Perciò non sederti ad aspettare che le opportunità arrivino. Devi alzarti e creartele da sola».

Un patrimonio che oggi varrebbe 8 milioni di dollari

«Sono una donna che è arrivata dalle piantagioni di cotone del Sud. Da lì sono stata promossa alla tinozza del bucato e poi alla cucina. Infine ho promosso me stessa», dice nel 1912 per raccontare la sua storia. Ci vuole apparentemente poco perché Madam Walker diventi ricca come nessun’altra prima di lei. Tra le sue proprietà ci sono anche alcuni immobili di pregio. La sua casa di New York diventa punto di riferimento per gli artisti e gli intellettuali che si riunivano in un salone chiamato Dark Tower.

Nel 1917 Madam Walker si fa progettare un’altra villa dal noto architetto Vertner Woodson Tandy a Irvington-on-Hudson: 20 stanze arredate con un pianoforte placcato in oro, dipinti preziosi, tappeti persiani e un organo a canne per un costo complessivo di circa 100 mila dollari. La sua fortuna totale è pari a 600 mila dollari, una somma che oggi equivarrebbe a circa 8 milioni di dollari. Quando muore a causa di complicazioni dovute all’ipertensione lascia tutto alla sua unica figlia Lelia che ottiene la presidenza della compagnia e completa uno dei progetti avviati dalla madre poco prima di morire: la costruzione del Walker Building and Theatre a Indianapolis.

L’eredità di Madam C. J. Walker

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La sua azienda non riuscì a sopravviverle, ma la sua eredità è ancora forte nella cultura afroamericana. Il suo attivismo nella Harlem degli anni Venti la portò a fondare diverse organizzazioni filantropiche e a destinare ingenti somme di denaro prima alla National Association of Colored Women’s Clubs e poi alla National Association for the Advancement of Colored People.

Nei documenti della NAACP si parla di una sua donazione di 5 mila dollari, la più alta mai ricevuta per l’epoca. Fu amica di Booker T. Washington, il leader afroamericano del periodo. Riuniva spesso le donne che avevano intenzione di dare vita a delle imprese in proprio e le stimolava all’attivismo per i diritti dei neri. Scrisse addirittura un telegramma al presidente Woodrow Wilson per chiedergli di affrettare l’iter legislativo che avrebbe reso il linciaggio ai danni dei neri un reato federale. Stabilì che due terzi della sua eredità andassero in beneficenza.

Nel 2016 l’azienda Sundial Brands ha lanciato una collaborazione con Sephora in suo onore. Ne è nata la Madam C. J. Walker Beauty Culture che ha firmato con il suo nome quattro collezioni di prodotti tutti naturali per la cura dei capelli. È entrata nella National Women’s Hall of Fame e nel 1998 le è stato dedicato addirittura un francobollo dal servizio postale statunitense per celebrarla come grande personaggi che ha fatto la storia della comunità nera e non solo.

@martinolara