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Fatture in Cloud oltre 2 milioni di fatturato, con una crescita del +100% rispetto al 2016. La startup fondata nel 2013 da Daniele Ratti, 25 anni (una laurea in Ingegneria Informatica, nato in provincia di Lecco, vive a Bergamo) ha sviluppato una piattaforma online che consente di gestire il ciclo attivo e passivo della fatturazione. Nel 2015 TeamSystem ne ha acquisito il 51%. 

Questi i numeri con cui la società si appresta a chiudere il 2017: oltre 130 mila gli utenti registrati, 20 mila quelli che utilizzano in modo continuativo il servizio, quasi 5 milioni di documenti elettronici emessi (fra il 1 gennaio e il 30 settembre). Non solo. Per il 2018 in arrivo anche una nuova piattaforma. «Dipendenti in cloud – spiega il founder e ceo Daniele Ratti – uno spin-off, che lavora con Fatture in cloud: l’esigenza è la gestione dei dipendenti per realtà medio piccole. Ci stiamo lavorando da un anno e siamo pronti alla beta utilizzabile, a gennaio 2018 lo lanciamo sul mercato. Vogliamo aiutare le aziende che hanno fino a 50 dipendenti». Il nuovo servizio coprirebbe comunicazioni, registro delle presenze, proiezione delle ferie, buste paga, straordinari «assumendo un po’ il ruolo del consulente del lavoro».

I numeri

Inoltre, secondo i dati forniti dalla società, degli utenti che utilizzano Fatture in Cloud, il 37% è composta da società di capitali, il 26% sono liberi professionisti, il 25% sono ditte individuali e il 13% sono società di persone. Complessivamente sono circa 10 mila i commercialisti presenti in piattaforma. Traguardi cui si aggiungono l’inaugurazione di una nuova sede e l’ampliamento del team: oggi sono 12 le persone che lavorano all’interno dell’azienda. Numeri che sono anche l’occasione per fare un punto sul presente e sulle prospettive di crescita del progetto. Ecco cosa ha detto a StartupItalia! proprio Daniele Ratti, che, fra le altre cose, ha annunciato: «Saremo in tv sulle reti Mediaset per un mese fino a metà dicembre con un nostro spot».

fatture in cloud

Daniele, più di 2 milioni di euro, +100% di fatturato rispetto al 2016.
«Rispetto a metà 2015, l’anno di TeamSystem, siamo cresciuti moltissimo sia in termini di utenti attivi paganti che di fatturato».
E per il 2018 non solo Dipendenti in Cloud ma anche nuova sede e team più grande.
«Siamo sempre a Bergamo: eravamo nell’ufficio da 100 metri quadrati che avevo preso dopo l’acquisizione di TeamSystem. Ne abbiamo preso uno da 400 metri quadrati, con la prospettiva di crescere in maniera esponenziale. Dipendenti in Cloud poi implica una nuova unità di lavoro: è come se fosse una startup nella startup».
Due anni fa la mezza exit.
«Giusto, mezza exit. Abbiamo venduto il 51%, il 49% rimane a noi founder: io ho il 39%, il mio collega e socio Matteo Milesi il 10%».
«Nel 2014 avete anche vinto la prima edizione di ItCup, un rapporto con Registro.it che si è consolidato.
«Grazie a quella competition e anche grazie a Mind The Bridge, ho trascorso un mese fantastico a San Francisco».
Che ne pensi delle startup italiane?
«Idee spaziali ne abbiamo. Tanto potenziale, non sfruttato però. In America ci sono startup over finanziate che fanno dei round iniziali enormi e non è così raro che non sappiano sfruttare quelle risorse. Da noi è il contrario. I microseed e i finanziamenti da 50K servono a poco. Consiglio quindi alle startup di non focalizzarsi sui microseed ma concentrarsi sul prodotto».
E i mercati internazionali?
«L’estero è nel nostro mirino, è un possibile next step, ma non nel 2018».