Il presidente e amministratore delegato di Facebook a Roma incontra gli studenti. Ecco che cosa ha detto
Ha incontrato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Palazzo Chigi, poi Papa Francesco e nel pomeriggio gli studenti della LUISS. Il presidente e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, è stato accolto da una vera ovazione da studenti, ex studenti, startupper, imprenditori. Alle 16 in punto si è presentato sul palco. Zuckerberg, che aveva già espresso la sua solidarietà alle persone colpite dal sisma del 24 agosto, ha aperto il suo discorso proprio facendo riferimento alla tragedia che ha colpito l’Italia. «Ho visto la combattività degli italiani, date un esempio a tutto il mondo» ha detto. Ma il suo discorso ha toccato anche altri temi: Facebook, il ruolo del social network nelle situazioni di crisi, la potenza di Internet, ma anche la famiglia. Abbiamo selezionato alcuni momenti.
IL TERREMOTO
«E’ davvero difficile immaginare come in un battito di ciglia la vita possa essere sconvolta. La comunità italiana si è riunita per sostenere i colpiti dal terremoto. Ho visto la combattività degli italiani, date un esempio a tutto il mondo. Mi sono chiesto come la comunità potesse dare una mano. Nel caso di disastro naturale c’è una funzionalità Facebook molto importante, che aiuta a capire se i nostri cari stanno bene. E’ stato usato anche la settimana scorsa dagli iscritti Facebook in Italia. Gli utenti lo hanno utilizzato in maniera massiccia».
INTERNET NELLE ZONE RURALI
«Ci sono molte persone che hanno cellulari, ma non rete. Cosa possiamo fare ad esempio nelle zone rurali? Abbiamo sviluppato un aereo che vola sui villaggi, per consentire accesso provvisorio a Internet. Inoltre, molti hanno accesso alla rete ma non possono permettersela. Per questo dobbiamo rendere Internet meno costoso».
REALTA’ VIRTUALE
«Se guardate foto o video su uno schermo, cercate di contestualizzare e immaginate come ci si possa sentire. La realtà virtuale ci fa sentire come se fossimo presenti e dovete guardarvi attorno per essere nel mondo reale. Pensare che potremo sentire il calore degli altri è un’esperienza potente».
FACEBOOK E LE SITUAZIONI DI CRISI
«In caso di crisi, servono prodotti al servizio della comunità: per capire se Facebook avrà successo non dobbiamo pensare allo sharing ma capire se la nostra comunità riesce a sentirsi sicura anche grazie a Facebook. Il prossimo passo è attivare questa funzionalità dal basso, dagli utenti. Per noi è una missione, tra le principali».
LE CHIAVI PER IL SUCCESSO
«Io penso che se volete costruire qualcosa di grande, dovete concentrarvi sul prodotto che volete diffondere. Serve un’idea di impatto che volete lasciare nel mondo, non basta lanciare il business. E serve anche una squadra efficace. Molti pensano che la storia di Facebook sia quella di un uomo solo al comando. Migliaia di persone lavorano per Facebook. La mia impresa funziona perché ci compensiamo tra di noi. Il successo non bussa alla porta, bisogna affrontare travaglio, tribolazione, bisogna credere nella visione futura e molti cedono prima che l’azienda abbia raggiunto il potenziale».
ATTRAVERSATE IL TUNNEL
«Quando studiavo informatica, riflettevo sul mio futuro lavorativo e pensavo alla programmazione. La prima sera che ho visto la nascita di Facebook ho pensato che gli studenti non avrebbero mai potuto renderlo uno strumento economico. Noi sapevamo cosa ci serviva: il mito dell’uomo solo al comando stronca l’attività imprenditoriale. C’è una leggenda per cui le grandi idee nascono così. Nulla arriva però già creato, molti hanno un’idea, lavorano sull’idea e tengono a quest’idea più di qualsiasi altra cosa. Ho creato uno strumento che ci serviva. Rimboccatevi le mani, percorrete il tunnel per arrivare all’altra parte».
I RAPPORTI UMANI SONO LA CHIAVE
«Io continuo a lavorare con chi c’era alle origini. Con chi si occupa del prodotto lavoro da dieci anni, per esempio. I rapporti migliorano nel tempo, si cresce insieme, avere queste persone vicine mi aiuta a restare con i piedi per terra. Questi rapporti umani sono la chiave».
CONNETTERE CHI E’ DISTANTE
«La gente non utilizza Facebook per sostituire l’interazione, niente può sostituire l’interazione personale, ma possiamo connetterci con chi non è facile restare in contatto. Mia sorella vive dall’altro lato del paese, senza Facebook avrei dovuto aspettare per vedere i nipotini».
LA FAMIGLIA
«Vorrei raccontarvi della mia famiglia, che mi ha insegnato principi fondamentali. I miei genitori hanno studiato tanto e instillato questa cultura, entrambi sono medici: mi hanno insegnato che abbiamo una responsabilità importante, utilizzare bene il tempo per lasciare un impatto. Migliorarsi sempre per contribuire al bene degli altri. Sento su di me la responsabilità di lasciare il segno, come impatto per gli altri. Sento di voler trasmettere a mia figlia lo stesso senso di speranza e un’etica per avere una vita migliore».
LA FORMAZIONE E’ PERSONALIZZATA
«Su Facebook stiamo sviluppando un software per l’apprendimento personalizzato, è un progetto importante che ha l’obiettivo di migliorare l’istruzione. Mi piace questo progetto, che permette di recuperare se sei indietro o di procedere se sei bravo».