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La blockchain rivoluziona il crowdfunding (o almeno ci prova).

Da una startup con sede a Hong Kong, Acorn, nasce un progetto che punta decisamente in alto: creare un mercato libero per il crowdfunding, aperto a ogni Paese del mondo (anche a quelli in via di sviluppo). Eliminando al contempo le fee che le attuali piattaforme ottengono dai progetti.

 

crowdfunding

 

Per fare tutto questo il team guidato da Moritz Kurtz, Ceo globetrotter con studi in medicina e poi una specializzazione in tecnologia, ha da poco lanciato una ICO, un test per sondare l’interesse verso il progetto. Per il momento ha guadagnato l’attenzione della stampa: CoinTelegraph, e altre riviste specializzate nel settore, parlano della sua idea.

Il crowdfunding che cambia il crowdfunding

Un modo per lanciare idee innovative è quella di perfezionare business che sono già esistenti e hanno dimostrato la loro dirompenza. Il crowdfunding è un esempio perfetto. Ha offerto possibilità straordinarie a startupper e aziende di convogliare molte attività su un unico mezzo. Offrendo non solo la possibilità di raccogliere fondi, ma anche di realizzare i primi test sul mercato e promuoversi.

Moritz e il suo team sono andati a fare letteralmente le pulci alle piattaforme di crowdfunding più conosciute: Kickstarter (3,2 miliardi raccolti dalla sua fondazione nel 2009) e Indiegogo (1 miliardo dal 2008). Malgrado i numeri strepitosi, Acorn ha individuato due grossi limiti nel loro funzionamento:

  1. Quello geografico: sono milioni le persone che vivono in città e stati dove non c’è accesso alle piattaforme di crowfunding: Ghana, Pakistan, Kenya…
  2. Le fee: dal 3 al 5% che le piattaforme di crowdfunding in genere chiedono sui progetti finanziati per offrire in cambio pochi servizi:

«Il crowdfunding ha democratizzato l’accesso ai fondi. O almeno così siamo stati portati a credere. In realtà il crowdfunding è ancora un negozio chiuso, con le piattaforme principali che rifiutano la maggior parte dei progetti, sulla base di criteri che decidono arbitrariamente. Come ogni grande idea, il crowdfunding ha sofferto di una forma di protezionismo che ha negato in parte i principi da cui è partito», si legge sul whitepaper di Acorn.

La blockchain, come panacea di tutti i mali

Ancora una volta, come Superman con Loris Lane, a salvarci ci pensa la blockchain. La soluzione per superare i limiti del crowdfunding è per Moritz una nuova piattaforma che utilizza la tecnologia alla base di Ethereum e blokchain per controllare le transazioni in una moneta digitale proprietaria (chiamata OAK). In questo modo Acorn può bypassare la tassazione locale che altrimenti andrebbe applicata.

Acorn promette di funzionare come una piattaforma di crowdfunding tradizionale, offrendo dei vantaggi in più: un marketplace gratuito per i progetti finanziati, un servizio di supporto per il marketing e un’app proprietaria che facilità le donazioni via smartphone.

Per crescere rapidamente, il team proporrà una serie di vantaggi per gli “earlyadopter” che potranno beneficiare di incentivi se capaci di portare sulla piattaforma altri donatori.

Alla domanda su come guadagnerà la piattaforma, le risposte sono un po’ meno chiare. Sul whitepaper, c’è scritto che Acorn guadagnerà su altri servizi, come delle fee richieste per chi volesse assicurare il suo investimento (in caso in cui un progetto finanziato non andasse poi a buon fine). E altri servizi a pagamento, come un centro di raccolta dati che viene messo a disposizione dei creatori delle campagne, per capire su che target puntare per aumentare le probabilità di successo.

Riuscirà Acorn a realizzare il suo progetto? Per ora c’è un’ICO, partita a fine gennaio, e la promessa di metter in piedi le prime campagne per metà di quest’anno.