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Non siamo ancora una cashless society, ma qualcosa si muove. Secondo i dati dell’Osservatorio Mobile Payment&Commerce del Politecnico di Milano nel 2017 in Italia sono state effettuate transazioni pecuniarie a mezzo smartphone per 70 milioni: un deciso passo avanti rispetto ai soli 10 milioni del 2016, frutto senz’altro della semplificazione offerta dai nuovi metodi di pagamento a mezzo NFC e non solo. Ad aggiudicarsi la fetta più consistente di questo nuovo mercato è l’italiana Satispay, che si aggiudica la metà dell’intera mole di transazioni avvenuta lo scorso anno.

Foto Satispay

Una formula differente

A differenza di altri sistemi di pagamento, Satispay adotta un approccio che elimina il bisogno di dotarsi di carta di credito. Basta il solo IBAN per avviare il processo di pagamento: attivare un account Satispay equivale in pratica ad una comune domiciliazione bancaria (come quella delle bollette), si appoggia al circuito di addebito SEPA, e non si rischia di superare il proprio budget di spesa poiché quest’ultimo viene deciso autonomamente dall’utente che può variarlo settimana dopo settimana.

 

Saldare il conto in un negozio che ha attivato Satispay come sistema di pagamento equivale a pochi tocchi sullo smartphone: si avvia l’app, si identifica l’esercizio commerciale (suggerito tramite geolocalizzazione), si specifica la cifra da pagare e si esegue la transazione. In pochi istanti l’esercente riceve conferma del pagamento. Inoltre, alcune catene (tra cui Esselunga, ma è recente anche un accordo con Motivi) hanno attive promozioni che in giorni particolari della settimana o in alcuni periodi dell’anno generano un cashback instantaneo: una percentuale variabile di quanto pagato, tipicamente il 10 per cento ma a volte parliamo anche di valori pari al 20 o al 30 per cento, viene immediatamente riaccreditato sul proprio conto Satispay.

 


 

Proprio la presenza nei punti vendita di molte insegne (oltre alla già citata Esselunga ci sono tra le altre anche Coop, Trenord, Benetton, e ora entrano nel circuito anche Yamamay, Jaked, NaturaSì e Tigros) ha contribuito al successo di Satispay: oggi si può pagare con l’app in totale in più 30.000 negozi.

Due milioni di transazioni

Scorrendo i numeri del report del Politecnico si scopre che nel 2017 sono stati mezzo milione gli utenti italiani che hanno pagato almeno una volta con i sistemi di pagamento che non si appoggiano a contanti o carta. Se si considera la sola fetta non-NFC di fatto Satispay è di fatto in valore l’attore principale: sui 70 milioni totali transati nei circuiti Satispay sono transitati 35 milioni, il 50 per cento del totale che rende la startup fondata da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta il primo player del settore nel nostro Paese.

thumbnail Satispay instore cassa

I tempi per gli acquisti si riducono, ma anche i costi di commissione rispetto alle normali transazioni con carte di credito

“Importante sottolineare che lo scontrino medio pagato con Satispay è di circa 18 euro, molto inferiore rispetto allo scontrino medio delle soluzione basate su carte di credito – sottolinea lo stesso Dalmasso commentando lo studio – Il che significa che le 2 milioni di transazioni in negozio che abbiamo gestito lo scorso rappresentano la gran parte dell’intero mercato italiano”. Dalmasso elenca altri numeri registrati da Satispay nel 2017: sono più di 100 gli istituti bancari che credono nel sistema di pagamento ideato dalla startup, e il numero di nuovi negozi che si aggiungono al totale degli esercizi abilitati viaggia al ritmo di 120 al giorno.

 

Satispay è stata tra le 10 startup finaliste di StartupItalia! Open Summit 2017 e si è aggiudicata anche il premio speciale Smart Money lo scorso 18 dicembre al Palazzo del Ghiaccio di Milano.