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Christine Lagarde interviene in modo netto sui Bitcoin, le criptovalute e le Initial coin offering. La direttrice generale del Fondo monetario internazionale ha scritto in un intervento sul blog ufficiale dell’istituto che “c’è spazio per sviluppare principi regolatori internazionali per i cripto-asset, incluse le initial coin offering”. Si tratta di uno dei molti punti in agenda al prossimo G20 in calendario a Buenos Aires, in Argentina, il 19 e 20 marzo.

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Gli obiettivi delle regole

Secondo la direttrice generale l’obiettivo “dovrebbe essere quello di sfruttare il potenziale della tecnologia sottostante (come blockchain) e allo stesso tempo garantire la stabilità finanziaria e mitigare i rischi dati dal riciclaggio di denaro e dai finanziamenti al terrorismo”. Facile, verrebbe da dire: teniamoci quanto di buono c’è in un meccanismo decentralizzato e garantito come la blockchain – cosa che d’altronde stanno facendo tutti i maggiori istituti finanziari del mondo, e certo non solo loro – e tuttavia bonifichiamo il Far West delle criptovalute (ma soprattutto delle Ico) dai diversi rischi di riciclaggio e sicurezza in genere.

Le indicazioni che arriveranno dal summit argentino sono importanti perché costituiranno un’indicazione chiara anche per la Commissione Europea, che ha detto di voler attendere quanto uscirà da Buenos Aires per impostare una strategia regolatoria. Il vicepresidente e commissario per l’Euro Valdis Dombrovskis ha in ogni caso assicurato che la Ue “continuerà a monitorare questi mercati con gli altri stakeholder sia a livello europeo che a livello internazionale. Siamo pronti ad agire sulla base della valutazione dei rischi e delle opportunità”. Per ora, tuttavia, nel Vecchio Continente ogni cosa rimane ferma e non c’è da attendersi chissà quale stretta entro l’anno.

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Il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo sono solo una dimensione della minaccia” delle criptovalute, ha aggiunto Lagarde. Secondo la direttrice “la stabilità finanziaria è un’altra. La rapida crescita dei cripto-asset, la loro estrema volatilità e le loro connessioni con il mondo della finanza tradizionale possono facilmente creare nuove vulnerabilità. Per questo abbiamo bisogno di mettere a punto un contesto normativo che affronti le sfide che si presentano”.

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Le soluzioni

Sì ma, come se ne esce? Mentre Google, come Facebook, vieta la pubblicità di questo genere di servizi finanziari sulle proprie piattaforme, secondo la numero 1 dell’Fmi occorre concentrarsi su politiche che tutelino i consumatori, sfruttare l’intelligenza artificiale e la crittografia per identificare le transazioni sospette e infine “assicurarsi che le stesse regole siano attuate in vari paesi per aiutare a tutelare i consumatori”, dunque un approccio internazionale. Magari garantito proprio dall’Fmi. “Bisogna combattere il fuoco con il fuoco” ha spiegato Lagarde, alludendo al fatto che nella regolamentazione delle criptovalute occorrerà dare fondo a ogni tecnologia utile per monitorarne gli scambi e le dinamiche.