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Gli anni che stiamo vivendo sono pieni di innovazione, sopratutto dal punto di vista del sistema finanziario. Semplice fare riferimento ai bitcoin o alla blockchain ma non è tutto qui. Temi come la digitalizzazione delle piattaforme, la sicurezza p2p, la collaboration, stanno concretamente cambiando settori che hanno mosso più passi in avanti verso il futuro in un biennio che in tutto il decennio precedente.

Certo, il merito è dell’innovazione tecnologica ma anche delle nuove leve dell’imprenditoria a livello mondiale, nativamente immersi in un mondo che vuole staccarsi nettamente dal passato. Per capire come e quanto il fintech stia evolvendo metodi e strumenti, possiamo fare riferimento a due classifiche, pubblicate quasi in contemporanea: Fintech 100 e Fintech 250.

La prima è stata stilata da KPMG e H2 Ventures e comprende aziende che, oltre a innovare i servizi finanziari, si sono distinte per aver migliorato con la tecnologia l’esperienza dei clienti, in termini di trasparenza e operatività. Il ranking si distingue in due sezioni Leading 50 ed Emerging 50. Leading 50 contiene le fintech più importanti sulla base di criteri legati all’innovazione, alla raccolta di capitali, alle dimensioni e all’impatto: Emerging 50 invece, raccoglie quelle che hanno sviluppato progetti con un potenziale maggiore in futuro, oggi ancora inespresso.

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Volessimo raggruppare i nomi per paesi, la Cina si porterebbe a casa il primo posto, con ben cinque compagnie tra le prime dieci. Pechino, sotto l’elegia di un governo che ha poco interesse a fare affari con l’occidente, deve per forza di cose supportare la crescita delle aziende locali, che beneficiano così di investimenti e introiti spinti dalle organizzazioni statali e privati. Non è un caso se il settore su cui si punta è proprio il fintech, laddove gli incubatori cinesi ritengono ci sia più margine di innovazione e di esportazione all’estero.

 

Fintech 100

C’è da dire però che Fintech 100 ha una folta rappresentanza da tante nazioni: Indonesia, Giordania, Repubblica Ceca, Malesia, Myanmar, Argentina, Bahrain, Colombia, Emirati Arabi Uniti, Vietnam e Tailandia ma non l’Italia, assente sia dalla lista dei leading che da quella delle realtà emergenti. Tra queste ultime spiccano le società che hanno realizzato piattaforme alternative di gestione del credito, assicurazioni e richiesta di finanziamenti, in gran parte votate a restituire agli utenti un più chiaro flusso circa le dinamiche e i processi, con un occhio sulla sicurezza delle transazioni.

 

Fintech 250

Per noi italiani ha forse maggior rilievo parlare di Fintech 250, ad opera di CB Insights, nella quale rientra Satispay, azienda nostrana che da tempo lavora per rinnovare il settore dei pagamenti. Il servizio di mobile payment basato su un network alternativo alle carte di credito e debito è stato selezionato, così come le altre, dall’unità di intelligence di CB Insights che ha monitorato un pool di quasi 4.000 candidati. Diversi fattori, tra cui dati pubblici, modello di business, trend del mercato e il cosiddetto Mosaic Score (ottenuto dai calcoli di un algoritmo proprietario dell’agenzia) hanno individuato uno stato di salute generale delle fintech, unito al potenziale di crescita.