Mentre la data della Brexit si avvicina Unione europea e governo britannico cercano una soluzione per il confine tra Nord Irlanda e Repubblica di Irlanda. E a pagare sono soprattutto gli agricoltori
Il 35% del latte prodotto nel Nord Irlanda finisce sulle tavole dei cittadini della Repubblica di Irlanda. Le aziende agricole che producono la materia prima e i trasformatori oggi sono sparsi al di qua e al di là del confine tra i due Stati e i lavoratori, come le merci, attraversano la frontiera più volte al giorno senza che vi siano posti di blocco o controlli. Lo stesso fanno gli animali che sono liberi di muoversi al pascolo. Tutto questo potrebbe essere destinato a cambiare il 31 ottobre, giorno in cui si dovrebbe consumare la Brexit.
In caso di no deal, oggi lo scenario più probabile, tra i due Stati tornerebbe un confine fisico. Da un una parte la Repubblica di Irlanda, facente parte dell’Unione europea e del mercato unico. Dall’altra l’Ulster, al di fuori dell’Ue e parte del Regno unito. In questo scenario le ripercussioni sulla vita delle persone e del tessuto economico sarebbero molto importanti. Senza contare che per decenni irlandesi cattolici e protestanti si sono uccisi a vicenda, fino agli accordi di pace del Venerdì Santo, nel 1998.
Controlli alla frontiera
Il 1 novembre gli agricoltori che abitano lungo il confine dovrebbero subire controlli ogni volta che attraversano la linea di demarcazione tra i due Stati. Le autobotti che raccolgono il latte, attraversando il confine decine di volte al giorno per raggiungere le varie fattorie, dovrebbero a loro volta subire delle verifiche. E anche i produttori di formaggio, che oggi possono vendere liberamente la loro merce in tutta l’Unione Europea, dovrebbero attendere alla dogana come un qualunque produttore di uno Stato estero.
Sia nel Nord che nel Sud Irlanda si spera in un accordo tra Londra e Bruxelles, ma ci si prepara al peggio. E una soluzione per gestire la transizione potrebbe arrivare dalla tecnologia. Per evitare di costruire muri, recinzioni, posti di blocco e dogane si sta lavorando ad una frontiera digitale.
L’idea è quella di costruire dei varchi sulle strade che attraversano il confine, simili a quelli che già oggi sono in funzione sulle autostrade per pagare il pedaggio. Ogni irlandese avrebbe una propria carta d’identità elettronica che funzionerebbe come un trasponder e quindi il flusso di persone potrebbe essere velocizzato. Una cittadino del Sud potrebbe infatti guidare tranquillamente oltre confine segnalando il suo passaggio in maniera digitale.
Lo stesso principio avvarrebbe anche per le merci. Un camion di formaggio potrebbe espletare le pratiche doganali online prima della spedizione e attraversare il confine venendo riconosciuto dal sistema in maniera automatica. Certo, controlli a campione saranno comunque necessari per garantire la sicurezza del sistema, ma la tecnologia permetterebbe di rendere superflue sbarre e recinzioni. E chissà, forse anche le mucche, dotate di collare con trasponder, potrebbero essere lasciate libere di pascolare lungo il confine.