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Scuola digitale, l’Italia è a due velocità

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Scuola digitale, l’Italia è a due velocità

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Secondo uno studio dell’Agcom, Regioni del Sud Italia come Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo sono in ritardo sul fronte della scuola digitale, con livelli di “connettività” e di “innovazione didattica” inferiori alla media nazionale. Bene, invece, gli istituti di Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia

Secondo uno studio dell’Agcom, Regioni del Sud Italia come Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo sono in ritardo sul fronte della scuola digitale, con livelli di “connettività” e di “innovazione didattica” inferiori alla media nazionale. Bene, invece, gli istituti di Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia

Scuola
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Andrea Carlino
6 mar 2019

La digitalizzazione delle scuole italiane è ancora insufficiente e il livello di infrastrutture digitali all’interno degli uffici scolastici è a macchia di leopardo. Il quadro, non proprio lusinghiero, è realizzato dall’Agcom in base ai dati relativi al 2017, con il rapporto “Educare Digitale”, una fotografia sullo stato della digitalizzazione delle scuole italiane.

Lo studio dell’Agcom Regioni del Sud Italia come Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo sono in ritardo sul fronte della scuola digitale, con livelli di “connettività” e di “innovazione didattica” inferiori alla media nazionale. Bene, invece, gli istituti di Emilia-Romagna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Connessione elevata, ma approccio didattico tradizionale nelle scuole di Liguria e Toscana.

La trasformazione digitale della scuola italiana sarebbe addirittura più lenta di quanto non lo sia quella della Pubblica Amministrazione in generale e il panorama che emerge dalla ricerca è abbastanza eterogeneo.

Il fenomeno Emilia Romagna

La situazione migliore, cioè quella delle scuole con alti livelli di connettività e innovazione didattica, vede al top gli istituti dell’Emilia-Romagna, con performance nettamente superiori rispetto al resto d’Italia. Con oltre il 30% delle scuole connesse a più di 30 Mega, rispetto a una media nazionale dell’11,2%, l’Emilia Romagna è in testa alla classifica davanti a Lombardia e Friuli Venezia-Giulia. Le scuole emiliane collegate possono ora contare sulla banda ultralarga con connettività a 1Giga (cioè 1000 Mega), una infrastruttura digitale capace di garantire un uso funzionale per attività didattiche fortemente innovative che prevedono l’utilizzo di contenuti multimediali anche per più classi contemporaneamente. Più in dettaglio, nella situazione attuale sono connesse il 72% delle scuole superiori e il 48% delle scuole medie e il 61% degli studenti emiliano-romagnoli è messo in condizione di frequentare scuole collegate in banda ultralarga. Sul territorio regionale, il 48% delle scuole di pianura sono in rete, mentre in montagna si raggiunge il 34%.

In difficoltà il Sud e le Isole

Caratterizzate da una connessione elevata, ma con un approccio didattico tradizionale e quindi meno votato all’uso delle nuove tecnologie digitali, sono le scuole della Liguria e della Toscana. Ci sono poi gli istituti con un’elevata innovazione didattica ma un indice di connettività al di sotto della media: si trovano principalmente in Molise, in Campania e in Umbria, oltre che in Sicilia e Sardegna. Si tratta di scuole virtuose, ma con un “livello di connettività” non adeguato alle competenze e alla propensione degli insegnanti all’utilizzo delle moderne tecnologie dell’informazione. E poi ci sono le regioni più critiche, con “livelli di connettività” e di “innovazione didattica” inferiori a quelli medi nazionali: sono regioni del Sud Italia (Basilicata, Calabria, Puglia e Abruzzo), ma anche Lazio e Veneto.

Docenti ancora poco digitali

La percentuale dei docenti che quotidianamente si avvale di strumenti digitali per le proprie lezioni è ancora molto bassa (in media solo il 47% circa) rispetto alle prospettive di innovazione che la digitalizzazione consente di intravedere. Solo l’8,6% del totale dei docenti utilizza il digitale per attività a distanza e che travalicano i confini della classe e un altro 20% circa adotta pratiche di lavoro collaborativo, ma apparentemente interne alla classe o alla scuola.

Per l’Agcom “i risultati dell’analisi suggeriscono che sarebbe opportuno intensificare le iniziative a sostegno dello sviluppo di competenze e di cultura digitale, in particolare quelle che mirano ad affinare le capacità tecniche di docenti e studenti, quelle volte all’apprendimento e all’approfondimento di nuove metodologie didattiche e pedagogiche, più costruttive e con le quali migliorare i processi di apprendimento, le esperienze e il saper fare”.

Cosa fare per avere scuole più digitali

Per sostenere digitalmente la nostra didattica sarebbero necessari strumenti adeguati sia in termini di software che di hardware, una maggiore disponibilità delle connettività in banda larga, interventi di manutenzione e aggiornamento più frequenti e tempestivi con i gestori della rete che dovrebbero offrire gratuitamente la connettività alle scuole, direttamente o tramite le loro fondazioni.

Ai fini di un effettivo processo di digitalizzazione delle scuole, quindi, risultano indispensabili non solo le semplici connessioni ad internet, ma linee ultrabroadband, più adeguate alla gestione dei fabbisogni delle scuole.  Da rilevare però che il 3% degli edifici scolastici – prevalentemente primari e dislocati per la maggior parte nel sud Italia – risulta ancora privo di qualunque connessione. Un dato su cui bisogna riflettere per azionare un processo di digitalizzazione effettivo, concreto e in grado di consentire alla scuola di stare al passo con il mondo.

Tags: #AGCOM #INFORMATICA #MIUR #REGISTRO-ELETTRONICO #SCUOLA-DIGITALE
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