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Dai droni all’olografia: così la tecnologia ci aiuta in caso di terremoto

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Dai droni all’olografia: così la tecnologia ci aiuta in caso di terremoto

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L’hacking civico per condividere le info sul sisma, ma anche robot per monitorare gli edifici e persino l’olografia per sapere se un palazzo sosterrà l’onda d’urto: ecco il digitale che serve prima e dopo un terremoto

L’hacking civico per condividere le info sul sisma, ma anche robot per monitorare gli edifici e persino l’olografia per sapere se un palazzo sosterrà l’onda d’urto: ecco il digitale che serve prima e dopo un terremoto

Economia Digitale
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Tecnologia
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Alessio Nisi
30 ott 2016

Arginare la grande confusione che, inevitabilmente, si viene a creare pochi minuti dopo un evento così devastante come il terremoto. Ma anche mettere a lavoro robot e droni per raggiungere luoghi inaccessibili o danneggiati in maniera grave dal sisma e monitorare la situazione. Non solo. La tecnologia può persino salvarti la vita. In che modo? Grazie al GPS, gli smartphone possono diventare un sensore antisismico, utilissimo per avere quei secondi in più, che possono veramente fare la differenza. Nessuno pensa di prevedere una scossa come quella violentissima ha colpito il Centro Italia il 30 ottobre alle 7.40 (la più forte in Italia dal 1980), ma qualche aiuto la tecnologia può darlo. Prima e anche dopo il sisma. Eccone alcuni.

Terremoto

credits INGV

1. Hacking civico per condividere info sul sisma

Sia notizie verificate, provenienti da fonti ufficiali, sia contributi utili in un momento di crisi. Notizie che rischiano di perdersi nel flusso ininterrotto delle informazioni, soprattutto all’interno dei social, e che, in tal modo, vengono recuperate e aggregate in un unico contenitore. Questa lo scopo di Terremoto Centro Italia, il progetto di hacking civico per condividere informazioni sul terremoto e fornire una serie di servizi specifici per chiunque voglia dare il proprio contributo. All’interno del sito si possono avere notizie sulle raccolte fondi in corso, sugli alloggi messi a disposizione da privati e aziende per gli sfollati, sulle fonti che vengono monitorate per raccogliere le ultime notizie sul terremoto. Ma non solo. Nella sezione mappe si può comprendere, grazie a foto satellitari, come sono cambiati i luoghi colpiti dal sisma, come Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Ma ci si può anche informare sullo stato del traffico nelle strade che portano a questi paesi o scoprire i luoghi di raccolta, in tutta Italia, dei beni di prima necessità. Con l’invito a partecipare alla costruzione o all’ampliamento di queste mappe.

Leggi anche: Cosa è successo sui social durante il terremoto. Un’infografica

 

2. Nuove tecnologie per il supporto e il recupero dei centri storici

Robot e droni possono essere l’arma in più durante le catastrofi naturali: per raggiungere luoghi inaccessibili o danneggiati in maniera grave. Dopo il terremoto che ha colpito Lazio, Umbria e Marche il 24 agosto, due chiese di Amatrice sono state monitorate dai mezzi del progetto TRADR, finanziato dall’Unione Europea per sviluppare e testare nuove tecnologie durante le operazioni di supporto e recupero. Un’esperienza che ha coinvolto alcuni tra i migliori centri di ricerca e che, per l’Italia, ha visto la partecipazione dell’Università La Sapienza. Il progetto potrebbe tornare utile anche per il monitoraggio dei centri storici martoriati di Norcia e degli altri comuni.

3. Lo smartphone che ti salva la vita

Gli scienziati sanno che una precoce allerta può salvare molte vite in caso di terremoti e tsunami. Purtroppo non tutti i paesi sono attrezzati a fornirla con adeguati sistemi di prevenzione a causa del loro costo elevato. Eppure nelle nostre tasche portiamo una tecnologia che potrebbe farlo: i telefoni GPS. I nostri smartphone sono infatti tanto sensibili da registrare movimenti orizzontali e verticali della grandezza di un centimetro, esattamente il tipo di movimento che innesca i sistemi di allarme più sofisticati in caso di terremoto. Ne ha scritto Arturo Di Corinto QUI.

4. Precursori sismici. A partire dall’app di Shazam

Lo sappiamo bene. I terremoti non si possono prevedere. Sui precursori sismici, quegli indicatori che aumenterebbero o meno la possibilità del verificarsi di un sisma, il dibattito è apertissimo. Tuttavia. Veniemo a Shazam. Sappiamo che fra permette di confrontare l’audio in real time con altri file nel proprio database e ti permette di sapere di che canzone si tratta. E i terremoti? Greg Beroza, professore di geofisica alla Stanford University, ha lavorato sull’algoritmo di Shazam, modellandolo sui concetti della sismologia. Risultato? L’algoritmo sviluppato dal team di Stanford è stato chiamato FAST (Fingerprint And Similarity Thresholding): in poche frazioni di secondo è in grado di isolare un tratto di onda sonora relativa ad un terremoto (di qualsiasi magnitudo – o grado della scala Richter) e confrontarla con tutte le altre presenti in database, anche se vecchie di dieci anni. I terremoti che si verificano nell’area di una stessa faglia mostrano un’onda sonora simile: grazie a FAST è così possibile mappare i terremoti e capire quali zone siano maggiormente a rischio e quale intensità ci si potrà aspettare.

5. Lasciate il Wi-Fi libero

Come è successo dopo la scossa di fine agosto, il Consiglio Nazionale dei Geologi anche in occasione della scossa del 30 ottobre ha lanciato una serie di appelli per lasciare i dispositivi Wi-Fi senza password in modo da favorire le comunicazioni via internet. Appelli rilanciati anche dalla Croce Rossa.

Solito invito, lasciate senza password i Wi-Fi dei cellulari. @TgrRai @Agenzia_Ansa pic.twitter.com/krlFVfKRtb

— Cons. Naz. Geologi (@cngeologi) 30 ottobre 2016

Liberare il WiFi nelle zone colpite dal #terremoto per agevolare le comunicazioni. Ecco come fare. pic.twitter.com/DRfVUx9SVu

— Croce Rossa Italiana (@crocerossa) 30 ottobre 2016

6. Sysdev, l’Iot che controlla le strutture

Il monitoraggio a distanza delle strutture grazie ad un sistema di sensori, che comunichino in tempo reale le anomalie. Anche quelle dovute ad un evento catastrofico. E’ la mission di Sysdev, la startup che offre soluzioni innovative per il monitoraggio strutturale e ambientale di edifici e infrastrutture come ponti e gallerie, per la gestione di grandi edifici e smart city, con lo scopo di migliorare il controllo del territorio e la sua resilienza a fronte di eventi catastrofici. Grazie all’Internet of Things, i sensori percepiscono ogni movimento e vibrazione delle strutture a cui sono applicati, e grazie a trasmettitori a lunga portata segnalano in tempo reale eventuali anomalie o criticità, garantendo un controllo capillare e costante.

Leggi anche: Sysdev (I3P) raccoglie 500K da A.DI.Co.M che lancerà il suo prodotto sul mercato

 

7. Il palazzo resisterà? Te lo dice l’olografia digitale

Una tecnica innovativa, basata sull’olografia digitale nel medio infrarosso, in grado di determinare lo stato di salute dei grandi edifici urbani e ottenere informazioni importanti sulle possibili risposte di queste strutture in caso di eventi sismici. A svilupparla sono stati i ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Firenze e del Dipartimento di scienze della Terra (Dst) dell’Universita’ di Firenze, in uno studio pubblicato sula rivista Nature Scientific Reports.

 

 

 

Tags: #DIGITALE #DRONI #GPS #HACKING #HACKING-CIVICO #ROBOT #TECNOLOGIA #TERREMOTO
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