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La scuola italiana scricchiola. Solo una scuola su 4 ha il certificato di abitabilità

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Presentato oggi a Roma il XVII rapporto sulla sicurezza di Cittadinanzattiva

Presentato oggi a Roma il XVII rapporto sulla sicurezza di Cittadinanzattiva

Scuola
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Alex Corlazzoli
26 set 2019

Un crollo ogni tre giorni di scuola, mai così tanti dal 2013. È quanti ne ha censiti Cittadinanzattiva, attraverso la rassegna stampa locale, fra settembre 2018 e luglio 2019. Meno interessati da questi episodi gli asili nido che presentano uno stato di sicurezza più adeguato rispetto al resto degli edifici scolastici, ma ancora insufficiente: più di due nidi su cinque sono in regola con le certificazioni (di agibilità statica, presente nel 42%, rispetto al 26% delle scuole di altro ordine gradi; di agibilità igienico-sanitaria – 47%, vs 36%; di prevenzione incendi – 41%, vs 33%).

Anche meglio manutenuti visto che i nidi sono stati interessati da interventi di manutenzione ordinaria in due casi su tre, rispetto al 27% delle altre scuole. Non brillano invece dal punto di vista della “sicurezza sismica”: solo il 15% ha effettuato le verifiche di vulnerabilità (rispetto al 29% degli altri istituti), appena il 4% è stato migliorato sismicamente (vs 9%), e ancor meno, il 2%, è stato del tutto adeguato sismicamente (vs 5%). Sono i dati emersi dalla presentazione che si è tenuta stamattina a Roma del XVIII rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola redatto da Cittadinanzattiva.

Dati incoraggianti al Sud

Un dossier che rivela luci e ombre. Gli aspetti positivi arrivano proprio dal focus sugli asili nido: il 64% dei nidi è stato oggetto di interventi di manutenzione ordinaria (rispetto al 27% delle altre tipologie di scuole) e il 29% di quella straordinaria (solo il 19%per gli altri edifici scolastici). Anche su questo al Sud dati incoraggianti: ad esempio, l’84% dei nidi della Campania è stato interessato da interventi di manutenzione ordinaria, rispetto al 57% del Piemonte. Solo il 10% dei nidi presi in esame ha effettuato invece le indagine diagnostiche su soffitti e solai, rispetto al 26% delle scuole dalle materne alle superiori. Occorre precisare che sono stati rarissimi gli episodi di crollo registrati negli ultimi 7 anni che hanno riguardato asili nidi. L’83% è in possesso del Documento di valutazione dei rischi, l’82% ha predisposto il piano di emergenza e il 64% l’apposita segnaletica per la sicurezza. Il 78% effettua le prove di evacuazione. Su questi aspetti, due regioni a confronto: su un campione simile di asili nido, più virtuosa l’Umbria, con il 79% di nidi dotato del piano di emergenza e del documento valutazione rischi rispetto al 69% del Trentino Alto Adige. Circa l’80% dei nidi dispone di un medico competente, del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, degli addetti al primo soccorso, alla prevenzione incendi e all’evacuazione.

Solo un quarto delle scuole ha il certificato di agilità

Le brutte notizie arrivano dalle scuole di altro ordine e grado. Dall’analisi di Cittadinanzattiva emerge un’Italia a tre velocità sugli adempimenti per la sicurezza strutturale. Solo un quarto delle scuole ha il certificato di agibilità/abitabilità (26%) con il Sud che si ferma al 15%, il Centro al 22% e il Nord al 63%. Sono molti di più (53%) le scuole che hanno il collaudo statico mentre il certificato di prevenzione incendi l’hanno nel cassetto solo il 17% delle strutture e quello dell’agibilità igienico sanitaria solo il 15%. Per quanto riguarda la questione sismica più di due scuole su cinque sono in zona ad elevata sismicità. Eppure secondo la rivelazione condotta da Cittadinanzattiva solo il 29% delle scuole ha effettuato la verifica di vulnerabilità sismica con la Calabria a fare da fanalino di coda (solo 2%) insieme alla Campania (4%) e la Sicilia (7%). Dato ancor meno confortante riguarda la percentuale (9%) degli edifici che hanno effettuato un miglioramento sismico e ancor meno (5%) quelli che hanno provveduto ad un adeguamento sismico.

L’intervista

Abbiamo parlato con Adriana Bizzarri responsabile scuola di Cittadinanzattiva.

Qual è il problema maggiore per la sicurezza nelle nostre scuole?

In generale emerge un grave ritardo nell’utilizzo dei fondi per la messa in sicurezza delle

scuole. Sebbene siano al momento disponibili almeno 4 miliardi e mezzo, soltanto 1mld e 600mln circa sono stati effettivamente utilizzati o sono in fase avanzata di utilizzo. Dallo stato di attuazione dei 15 principali filoni di finanziamento esaminati, emerge la quantità inusitata di passaggi tra i diversi enti e organismi di controllo e la farraginosità delle procedure per arrivare al loro effettivo utilizzo, spesso misurabile in anni”

Di cosa hanno bisogno Comuni e Province per sbloccare la situazione?

”Oltre che di interventi di semplificazione dei meccanismi legati ai fondi, Comuni e Province hanno bisogno di supporto tecnico costante per aggiornare i dati, accedere ai bandi, progettare, appaltare e controllare gli interventi. Bene l’annuncio del Ministro di istituire una task force con questi scopi”.

Cosa proponete voi a questo Governo?

Chiediamo al Governo di esaminare al più presto la proposta di una legge quadro sulla sicurezza a scuola, depositata da Cittadinanzattiva e Save the Children, per intervenire su ambiti altrettanto importanti, quali le responsabilità e gli obblighi di Enti proprietari e Dirigenti scolastici, le linee guida per la costruzione di nuove scuole, il sostegno alle vittime di incidenti nelle scuole, gli spazi di partecipazione effettiva dei cittadini nelle costruzioni e ricostruzioni. Tra gli interventi prioritari, ci permettiamo anche di segnalare: l’ampliamento dei finanziamenti per completare le verifiche di vulnerabilità sismica in zona 1 e 2; le indagini diagnostiche di soffitti e solai da realizzare a tappeto almeno per gli edifici costruiti tra gli anni ’50 e ’70 per scongiurare nuovi crolli; il completamento ed il varo della nuova Anagrafe che attendiamo da anni”.

Tags: #CITTADINANZATTIVA #SCUOLA
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