L’ultima indagine di Dottori.it rivela che per il 52% dei medici specialisti italiani con la diffusione di internet il rapporto con i pazienti è migliorato
Se oltre il 49% della popolazione* ammette di utilizzare spesso internet come un vero e proprio oracolo della salute, per i medici specialisti italiani il “dottor Web” non rappresenta un problema, anzi. L’ultima indagine di Dottori.it, portale leader in Italia per la prenotazione online di specialisti, rivela che per il 52% dei medici specialisti italiani con la diffusione di internet il rapporto con i pazienti è migliorato.
Dalle risposte ottenute da un panel di 2.000 professionisti iscritti al sito soltanto il 9% degli intervistati ha accusato il web di aver peggiorato, rispetto al passato, la relazione con gli ammalati, mentre per il 39% non ci sono stati cambiamenti. Guardando all’area geografica in cui operano gli specialisti che hanno risposto al sondaggio, chi ha visto migliorare maggiormente il suo rapporto con i pazienti, dopo la diffusione di internet, sono i medici che lavorano al Sud e nelle Isole: fra loro la percentuale sale al 56%.
Il rapporto medico specialista-paziente, con internet, è diventato più interattivo per il 52% degli specialisti, mentre è più personalizzato per il 15%. L’8% ha dichiarato di avere una relazione più approfondita con chi ha in cura.
Con il web il paziente è cambiato
Osservando con gli occhi di uno specialista, come sono cambiati i pazienti dalla diffusione del web? Secondo il 45% dei medici chi richiede la loro consulenza è più attivo nella ricerca di un dottore che sia specializzato proprio nel trattamento della sua patologia.
Tante luci, ma anche qualche ombra: il 39% dei professionisti dichiara di ricevere pazienti più allarmati da ciò che hanno letto sul web circa i loro sintomi. La fiducia riposta in ciò che si trova su internet porta il 38% degli specialisti intervistati a notare come ci siano sempre più persone portate all’autodiagnosi e più suscettibili e influenzabili dalle storie lette in rete (per il 34% dei rispondenti). Il sondaggio ha confermato come il web abbia un importantissimo ruolo all’interno della prevenzione, tanto che per il 34% degli specialisti i pazienti italiani sono diventati più attenti a questi temi proprio grazie a internet.
Il 22% dei medici ha denunciato una maggiore inclinazione al fai da te in tema salute da parte del paziente 2.0. La fiducia nello specialista rimane tuttavia indiscussa e solo per il 13% dei professionisti questa è scemata a causa dell’uso del web. Contrariamente a quanto si possa pensare, però, internet non ha reso i pazienti più aperti nel parlare di tematiche sensibili: soltanto l’8% dei medici ha notato una maggiore disinvoltura verso problemi “imbarazzanti”.
«La discussione sul ruolo del web nel mondo della salute viene spesso affrontata dal punto di vista dei pazienti e raramente da quello dei medici» sostiene Paolo Bernini, CEO di Dottori.it «Per questo abbiamo pensato di chiedere agli specialisti quali ripercussioni avesse avuto la diffusione di internet sulla loro professione. Potrebbero sorprendere scoprire che sono over 60 gli specialisti che reputano il rapporto con i pazienti 2.0 più interattivo; in realtà, dalla crescita del nostro portale, notiamo come la fascia d’età di un medico, così come di un paziente, non sia più la discriminante dell’uso della tecnologia offerta dal sito».
Di seguito le risposte più ricorrenti date dai medici alla domanda “il web ha reso il paziente tipo”
Più attivo nel cercare un medico/un professionista in grado di rispondere alle sue esigenze: 45%
Più allarmato da quello che legge in merito ai propri malesseri: 39%
Più incline all’autodiagnosi: 38%
Più informato su tematiche come prevenzione, comportamenti corretti/scorretti, ecc..: 34%
Più influenzabile dai racconti trovati in rete di altri soggetti con in propri sintomi: 34%
Più incline a cercare da solo una cura per i suoi problemi o quelli dei suoi parenti: 22%
Meno fiducioso nel parere del medico: 13%
Più ipocondriaco: 12%
Meno timoroso nell’affrontare patologie o problematiche per lui/lei imbarazzanti: 8%
*studio di Dottori.it/Demoskopea, dicembre 2014