Park Litter 2018: 23mila rifiuti in 71 parchi di 19 regioni italiane. La plastica è il materiale che insozza maggiormente i giardinetti insieme ai mozziconi di sigaretta
Proprio nei giorni in cui il Consiglio regionale della Lombardia vota per limitare l’opera di volontariato degli extracomunitari nei parchi pubblici, arriva un interessante report sul livello di pulizia dei cosiddetti giardinetti di quartiere. Per aver un’idea di quanto siano sporchi, immaginatevi un’aiuola che contenga tre rifiuti ogni metro quadro. Questa aiuola potrebbe essere uno dei tanti parchi presenti dalla Val d’Aosta alla Sicilia.
Sono le aree verdi in cui portiamo a spasso il cane e facciamo giocare i figli dopo la scuola dove, pur essendoci i cestini e nei (pochi) casi virtuosi la raccolta differenziata, i maleducati e i distratti si sentono impuniti. A pubblicare le cifre è stata Legambiente in Park Litter 2018, la prima indagine nazionale effettuata sul campo passando in rassegna 71 parchi pubblici medio-piccoli in tutta Italia. Dall’ex parco della Martesana di Milano fino alla Villetta Peter Pan di Catanzaro, i circoli di Legambiente hanno trovato qualcosa come 23mila rifiuti tra mozziconi di sigarette e plastica.
Legambiente ha mappato 7400 metri quadrati di parchi pubblici in 19 regioni (assente soltanto la Liguria). Se i fumatori (non tutti certo, ma buona parte) evitassero di gettare a terra i mozziconi di sigaretta, la situazione migliorerebbe enormemente dato che sono proprio i filtri delle “bionde”, con il 37% tra tutti i tipi di rifiuti registrati da Legambiente, a insozzare maggiormente il verde urbano. Proseguendo nella lista, non poteva (purtroppo) mancare la plastica di cui è fatta la maggioranza assoluta (65,8%) della sporcizia trovata nelle 71 aree passate al setaccio.
Parchi pubblici: coperchi cercasi
Tralasciando il fatto che l’assenza dei cestini non giustifica nessuno a disfarsi della confezione della merendina, l’indagine di Legambiente ha quantificato la loro presenza all’interno dei parchi pubblici: di questi, 64 su 71 hanno al proprio interno i secchi della spazzatura, ma soltanto il 13% vanta la differenziata. E neppure questi bastano, visto che il vento è uno delle principali cause di dispersione dei rifiuti nell’ambiente. Motivo per cui Legambiente intende sensibilizzare le amministrazioni sulla necessaria copertura dei secchi per ben “custodire” cartacce e plastica in attesa della nettezza urbana. Finora, stando ai dati di Park Litter 2018, solo nel 27% dei parchi in esame è stato riscontrato questo utile accorgimento.
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E se in Italia la legge parla chiaro, a quanto pare non funziona ancora da deterrente: dal 2016 infatti è in vigore una norma che sanziona con multe dai 30 ai 300 euro chi getta rifiuti a terra. Eppur si continua a sporcare. L’emergenza sporcizia nei parchi si aggiunge a quella che coinvolge le nostre spiagge, dove ogni estate ci si ricorda delle cattive abitudini che inquinano mari e litorali.
«Abbiamo deciso di monitorare anche i rifiuti che si trovano nelle aree verdi e il quadro che emerge conferma quanto immaginavamo – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – plastica e prodotti usa e getta di plastica sono presenti non solo su molti lidi della Penisola, ma anche all’interno dei parchi cittadini».