Torna alla home
Torna alla home
.....
Open menu
Home
 
Search
 
MY
Articoli Salvati
 
Life
Smart Money
The Food Makers
Valore Responsabile
 
That's Round
Cover Story
 
Economy
Education
Impact
Lifestyle
Startup
Tech
 
Agenda
Bandi
Live TV
 
Unstoppable Women
Bandi Istruzioni per l'uso
Imprenditori Sostenibili
Investimenti Digitali E Cripto
 
SIOS
Shopping
 
STARTUPITALIA
Advisory Board
Area Investor
Lavora con noi
Chi siamo
I nostri autori
desc
SMART MONEY

Investimenti fai-da-te, troppo difficili per la metà degli italiani

 ⏱ Leggi in 3 min
  ⏱3 min read
SMART MONEY
Share article
Set prefered

Investimenti fai-da-te, troppo difficili per la metà degli italiani

Share article
Set prefered

Un’indagine di Trade Repubic disegna il panorama degli investimenti post pandemia dei risparmiatori privati. L’economista Canova: “Serve educazione finanziaria a scuola”

Un’indagine di Trade Repubic disegna il panorama degli investimenti post pandemia dei risparmiatori privati. L’economista Canova: “Serve educazione finanziaria a scuola”

Economia Digitale
ECONOMY
author avatar
Simone Cosimi
23 mag 2022

Pandemia, lockdown, terremoto nelle finanze personali ma anche, in certi casi, risparmi inattesi. E poi l’autentica invasione di applicazioni e piattaforme fintech per fare praticamente qualsiasi cosa: investire, risparmiare, acquistare criptovalute, fare trading a livelli spesso semi-professionali senza averne le competenze. Trade Republic, piattaforma di investimento e risparmio leader in Europa, ha commissionato un’indagine quantitativa all’istituto di ricerca indipendente Censuswide. L’obiettivo è appunto  indagare propensioni e comportamenti degli italiani nei confronti di un tema così importante come quello degli investimenti post-pandemia.

Un clima contraddittorio sugli investimenti

Il clima è abbastanza contraddittorio: se oltre sei intervistati su dieci (65%) hanno affermato che investire dovrebbe essere accessibile a tutti e non solo ai professionisti, è infatti altrettanto vero che il 47% di loro ha concordato sul fatto che muoversi in questo mondo sia troppo complesso. Questa è probabilmente la ragione per cui il campione analizzato sembra dividersi in due fazioni. Da una parte chi afferma di affidarsi ai consigli di professionisti esperti per prendere decisioni di investimento – soprattutto al Centro e nelle isole – dall’altra chi invece si informa e prende decisioni di investimento in modo indipendente – al Nord.

Non tutta Italia investe allo stesso modo

Le differenze regionali sembrano infatti importanti: quando interrogati sul livello di conoscenza dell’argomento, i 2mila italiani del campione Censuswide hanno dato risposte differenti proprio in base alla residenza. A dichiararsi i più preparati sono gli abitanti del Sud Italia, dove il 39% di coloro che ha risposto afferma di sentirsi competente sul tema “investimenti”.

investimenti

Quanto ai risparmi, a livello nazionale un italiano su due ha dichiarato che una delle principali ragioni che spinge a mettere da parte soldi e altri titoli è costruire un progetto a lungo termine come l’acquisto di una casa, la preparazione al pensionamento, l’assicurazione sulla vita e così via. Il 40% risparmia invece per far fronte alle piccole emergenze quotidiane. Gli investitori che risparmiano di più risultano essere nel Centro Italia, dove l’86% degli italiani dichiara di riuscire a risparmiare una piccola cifra ogni mese.

investimenti

In termini di investimenti puri, invece, solo il 44% degli abitanti delle due principali isole italiane ha investito in passato. Discorso diverso invece per Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: la stessa percentuale tende infatti a crescere fino a superare il 60% se si prendono in considerazione i rispondenti del Nord-ovest italiano. A livello nazionale la percentuale si attesta invece al 55%.

Gli investimenti non sono per sempre

Eppure l’investimento si configura come una stagione momentanea della vita che a un certo punto, per difficoltà, costi o incertezze, si interrompe. Più o meno una persona su tre ha infatti affermato che sarebbe più propenso a riprendere a investire se avesse la possibilità di apprendere di più sull’argomento. Questa tendenza è particolarmente sentita nelle regioni del Nord-Ovest (37%). Per quanto riguarda invece le prospettive future, la percentuale più alta di rispondenti che stanno considerando di iniziare nuovamente a investire viene dalle regioni del Nord- Est (29%), nonostante – di nuovo – una percentuale quasi analoga (26%) dichiari di non sentirsi abbastanza preparato sull’argomento.

Canova: “Educazione finanziaria già a scuola”

Appare dunque lampante il bisogno di diffusa educazione finanziaria, specialmente in una fase così ricca di incertezze da una parte e moltiplicazione di strumenti e prodotti dall’altra: “Andrebbe introdotta e con obbligo, ne sono convinto sostenitore” spiega a StartupItalia l’economista Luciano Canova,  divulgatore scientifico, docente di Economia comportamentale alla Scuola Enrico Mattei e attivissimo influencer social sui temi del risparmio, degli investimenti e della competenza finanziaria. “Qualcosa si è cominciato a fare con l’ora di educazione civica ma molto può essere fatto e sono fiducioso. I benefici della divulgazione social sono invece chiaramente quelli di portare temi a volte percepiti con ostilità al grande pubblico. Insomma, un cavallo di Troia per l’attenzione e il coinvolgimento. I rischi sono l’eccessiva semplificazione, se non si specifica che oltre la divulgazione ci deve essere lo studio, e a volte la tossicità del dialogo social, che polarizza e non fa emergere un clima positivo di fiducia”.

investimenti

Gli strumenti per investire, dalle banche alle piattaforme neo broker

Regione che vai, piattaforma e modalità d’investimento che trovi: se al Nord persiste una forte preferenza per gli istituiti bancari e i broker tradizionali (scelti dal 67% degli intervistati), è nel Sud Italia che si trova la percentuale più alta di conti di investimento aperti su piattaforme di neo broker (22%). Anche i siti specializzati nel trading di criptovalute rappresentano uno strumento importante, scelto ad esempio dal 42% di sardi e siciliani. “Oggi investire tramite app, con rischi e vantaggi, è molto semplice e un paese che usa poco (relativamente) il digitale per la sua struttura demografica è penalizzato – aggiunge Canova – va poi detto che il mito degli italiani risparmiatori è da rivedere: nel ‘95 eravamo primi tra i paesi Ocse con il 16% del reddito disponibile risparmiato ma gli anni della crisi hanno eroso questa capacità e ora siamo a tassi inferiori a Germania e altri paesi. Ovviamente la stagnazione economica non aiuta. In ultimo, c’è culturalmente l’idea dell’accantonamento prudente, o dell’acquisto della casa, ma molto meno quello dell’investimento in azioni o titoli”.

Investimenti o speculazioni?

C’è insomma una certa confusione fra investimento, risparmio e (talvolta perfino legittima) speculazione. Quali sono le dinamiche che più hanno influenzato questo caos? “In generale a volte c’è una connotazione negativa verso parole senza che ci sia un pensiero – conclude Canova – mi riferisco già a ‘finanza‘, che è strumento fondamentale di finanziamento di idee innovative e poderoso elemento di mobilità sociale ma che, chissà perché, fa pensare subito al lato oscuro della Forza. In sé la parola speculazione fa semplicemente riferimento a una strategia volta a ottenere un guadagno da una differenza di prezzo: quindi c’è una componente speculativa molto naturale nell’investimento. I problemi sono due: la retorica non basata sui dati che presenta le banche o i trader come brutti e cattivi (la crisi del 2008 ha morso anche a livello di percezione) e poi, effettivamente, quei movimenti speculativi che non hanno dietro fondamentali di domanda e offerta, il che gonfia prezzi e aumenta volatilità perdendo di vista un concetto chiave, cioè il valore fondamentale di un’azione o di un’impresa. Serve come sempre un approccio non binario e che per lo meno parta dalle definizioni”. E serve un sacco di competenza finanziaria in più, per tutti.

Tags: #BANCHE-2 #BROKER #FINANZA #FINTECH #INVESTIMENTI #LUCIANO-CANOVA #SOLDI #SPECULAZIONE #TRADE-REPUBLIC
Iscriviti alla newsletter di SI

Info, networking, best practice sull'innovazione digitale in Italia.

Home
Il magazine dell'innovazione e delle startup italiane
facebook
twitter
instagram
linkedin

 

LifeValore ResponsabileSmart MoneyThe food makers

 

TechEconomyEducationLifestyleStartupImpact

StartupItalia

Advisory BoardArea InvestorSIOSShoppingAgendaBandiLavora con noi
loading autori
StartupItalia! è una testata registrata presso il tribunale di Roma n. 167/2012
StartupItalia! SRL, Cagliari, Via Sassari 3, 09123, PIVA 13733231008, REA - CA - 352408, Capitale Sociale: € 28.924,60, PEC startupitalia (at) legalmail.it
Privacy 
|
 Cookie 
|
 Change privacy settings
Torna alla home
Life
Smart Money
The food makers
Valore Responsabile
That's Round
Cover Story
Economy
Education
Impact
Lifestyle
Startup
Tech
Agenda
Bandi
LIVE TV
SIOS
Shopping
RUBRICHE
Unstoppable Women
Bandi Istruzioni per l'uso
Imprenditori Sostenibili
Investimenti Digitali E Cripto
MY
Articoli Salvati
STARTUPITALIA
Advisory Board
Area Investor
Lavora con noi
Chi siamo